Capitolo 1

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Jessy's pov

Stavo attraversando il corridoio della mia vecchia casa per recarmi in cucina, erano le otto e mia mamma era a lavoro e si sarebbe intrattenuta ancora fino alle undici, Tom si trovava alla partita di basket e Jake era uscito con degli amici.

Quando mi trovavo all'entrata della cucina d'improvviso delle muscolose braccia mi trascinarono su per le scale fino a scaraventarmi letteralmente sul letto, dal forte impatto strizzai gli occhi e venni schiacciata dal peso di una persona che iniziò ad abbassarmi gli shorts e subito dopo le mutande.
Presa dalla paura iniziai a gridare e per l'agitazione mi ricordai di non aver ancora riaperto gli occhi.

Quando gli aprii notai l'ultima persona che avrei mai immaginato potesse farmi una cosa simile.
Scoppiai a piangere e cercai di scansarmi in tutti i modi possibili, muovevo le gambe e le braccia ininterrottamente cercando di ferire mio padre.

Le lacrime ricadevano sul cuscino e quando il mio sguardo incrociò il suo mi risvegliai da quell'incubo orribile che mi perseguitava ormai da troppo tempo.

Stavo tremando e piangendo, guardai l'ora e il mio cellulare segnava le sei e quarantadue.
Presi alcuni respiri e mi calmai, riappoggiai la testa sul cuscino e osservai il soffitto.

Era già da due settimane che abitavo in questa casa e ancora non mi ero abituata ad aprire gli occhi e a ritrovarmi davanti un soffitto color malva.

Fin da piccola ho preferito una camera con le pareti bianche, ma mia mamma ha insistito così tanto dicendo che 'dovevo riempire la mia vita di colore una volta trasferita in questa città' che fui praticamente obbligata a dipingerla così.

Restai in quella posizione fino a quando la sveglia impostata la sera prima suonò e capii che era arrivata l'ora d'alzarmi.

Oggi avrei iniziato una nuova scuola, mi sarei fatta una nuova vita con dei nuovi amici, ma la paura di non riuscire a superare il passato mi provocava ansia.

Sbuffai e mi alzai dal letto, essendo consapevole che fino a giugno non avrei più potuto dormire fino alle due del pomeriggio come facevo spesso.

Presi un asciugamano e l'intimo e mi diressi verso il bagno per farmi una doccia fresca.
Quando tornai in camera con poca voglia misi i jeans neri a vita alta, infilai la canottiera dentro ai pantaloni e velocemente anche le Vans.

Mi sciolsi i capelli e li pettinai.
Mi accorsi che si erano allungati molto dall'anno precedente e le punte erano diventate castane chiare per merito del sole.

Mi truccai leggermente, mettendo solo un po' di correttore, del mascara e il mio solito rossetto rosa salmone.

Appena finii di prepararmi presi lo zaino e andai in cucina, salutai i miei due fratelli che già stavano discutendo e stampai un bacio sulla guancia di mia mamma.

Presi del caffè e lo bevvi velocemente, uscii di casa insieme ai miei due fratelli e salii in macchina.
Mentre Jake guidava mi girai verso il finestrino per guardare Manhattan scorrere velocemente sotto i miei occhi, poco dopo la sua voce mi distrasse facendo focalizzare la mia attenzione su di lui.

"Ti vedo pensierosa.. sei in ansia per il primo giorno di scuola?" Disse, non distogliendo lo sguardo dalla strada.
Se c'era una cosa che sapeva fare bene era capire i miei stati d'animo, m'impressionava sempre notare quanto mi conoscesse.

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