Capitolo 4

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Venerdì passò velocemente, era giunto sabato, stasera sarei dovuta uscire con Brian.
Kyle mi aveva imposto di non andarci, ma lui non era nessuno per impedirmi di farlo.
         
In mattinata andai a correre, dopo aver fatto quasi dieci kilometri tornai a casa stanca.                 

Mi feci una maschera per il viso e mi immersi nella vasca da bagno.

Amavo passare del tempo da sola e curarmi di me stessa. 

Già all'età di dodici anni me ne stavo ore dentro l'acqua con le canzoni di Adele in sottofondo, mi aiutava a rilassarmi.
Me ne stetti così per almeno un ora e mezzo, con la testa appoggiata al bordo della vasca e gli occhi chiusi.
Rischiavo di addormentarmi.
Sfortunatamente dopo diversi lamenti da parte di Jake dall'altra parte della porta perché voleva farsi una doccia fui obbligata ad alzarmi.

Uscii dalla vasca e mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo.
Mi tolsi la maschera dal viso e la pelle appariva molto più liscia e luminosa.

"Alla buon ora!" Esclamò appena uscì intrufolandosi e chiudendo la porta alle sue spalle.
Entrai in camera mia e cercai l'intimo che avevo lasciato sulla scrivania ma non lo trovai.
"Ma che diavolo.. pensavo di averlo lasciato qui" sussurrai tra me e me.
"Per caso cerchi queste?"
Lanciai un gridolino e saltai all'indietro e per poco non mi cadde l'asciugamano quando il mio corpo sbattè contro quello di Kyle.
"Mi piacciono le brasiliane rosse" esclamò divertito.

La sua espressione mutò e si trasformò in perversione, eravamo esageratamente vicini e pur essendo coperta da uno strato di stoffa davanti al suo sguardo mi sentivo completamente nuda. 

"Che cazzo ci fai in camera mia? Devi seguirmi pure dentro casa? Non ti basta torturarmi a scuola?"

Ero incredula e dannatamente infastidita.

Sentivo una strana sensazione, un bruciore al ventre, a trovarmi in quello stato davanti a lui.

Era vergogna? Non lo so, mi convinsi fosse quello e cercai di mandare via il rossore dalle mie guance e restare impassibile a quella scomoda posizione. 

"Veramente sono qui per tuo fratello, non per te. Ma devo ammettere che una piccola tortura non mi dispiacerebbe adesso, sei provocante vestita così."

Si avvicinò e mi bloccò tra lui e il grande armadio bianco che si trovava nella mia stanza. 

Perchè doveva fare così? Eravamo nemici, ci odiavamo per quanto poco ci conoscessimo e continuava sempre ad avvicinarsi e a farmi complimenti, se pur pervertiti. 

"Allontanati maniaco" dissi con voce flebile.

Continuò ad avvicinarsi e io non potei fare niente per fermarlo, ero come ipnotizzata da quei bellissimi occhi azzurri.

Avvicinò le labbra al mio orecchio e iniziò a stuzzicarmi il lobo con i denti.

Mi venne istintivo piegare leggermente la testa per facilitargli l'azione.

Dopo una manciata di secondi che mi sembrarono infiniti si allontanò di poco e mi sussurrò all'orecchio.

"A me non sembra che tu voglia che io mi allontani da te." lasciò la frase in sospeso e allontanò il viso così da potermi guardare negli occhi.

"Leggo nel tuo sguardo che mi stai pregando di fare di più, di dividere il muro che ci separa." usò una tonalità di voce mai sentita da lui, che mi mise i brividi.

Forse era vero? Volevo di più? 

Le parole mi morirono in gola, l'unica cosa che riuscivo a fare era contemplare quelle labbra carnose. 

Avvicinò il volto e appoggiò una mano sul mio volto con una delicatezza tale che mi sembrò pensasse fossi fatta di porcellana, e che con un minimo di pressione in più potesse rompermi. 

Sbattei le palpebre un paio di volte e sentii un tremolio alle gambe. 

Mi accorsi di cosa stava accadendo e mi abbassai velocemente così da poter passare sotto il braccio che teneva appoggiato all'anta dell'armadio scappando così dalla sua presa.

"Se tu leggi questo, sei analfabeta. Non sono una delle tante ragazze con cui vai a letto, e ora esci di qui, veloce." dissi strappandogli l'intimo dalle mani. 

Aveva una faccia incredula, se non fosse stato tutto così imbarazzante avrei preso il cellulare e gli avrei fatto una foto.

Senza parlare si voltò e uscì.
Prima di sbattere la porta mi guardò e credetti di aver sentito un 'infatti, tu sei diversa' ma mi convinsi di essermelo immaginato.

Siamo uno a uno, pari.

Mi vestii comoda, con una tuta e un top, sarei dovuta restare in casa tutto il pomeriggio a studiare Leopardi e latino.

Mi asciugai i capelli e li piastrai, così da perdere meno tempo prima dell'incontro con Brian.

Non potei fare a meno di pensare al ragazzo fastidioso che si trovava al piano di sotto.
Veramente stava per baciarmi? E io glielo stavo permettendo.
Si vedeva così tanto la mia voglia di unire le nostre labbra?

Ci conosciamo da una settimana e da quant'ho potuto vedere, oltre alla Barbie ossigenata ha infilato la lingua in bocca ad altre due ragazze.

È sempre stato insopportabile, perché d'un tratto si è comportato così?

Scesi al piano terra per preparare qualcosa da mangiare.
Erano le due passate e il mio stomaco non smetteva di brontolare.

Varcai la soglia della cucina e trovai Kyle e Jake bisticciare su qualche strano ingrediente da aggiungere alla  pasta.
Ottimo, avrei dovuto sopportarlo anche per pranzo.

"Hai deciso di trasferirti a casa mia?"
Lui si girò e mi squadrò per qualche secondo per poi rispondere "stai zitta, piuttosto aiutaci a preparare qualcosa, la donna sei tu, non noi"

"Non saresti male con addosso un vestitino attillato" gli risposi beffandomi di lui.

Ricevetti un alzata di occhi e un piccolo sorriso.

Come diavolo è possibile che io stessi scherzando con lui senza avere l'istinto di lanciargli addosso qualcosa?

"Kyle apparecchia. Avete messo su l'acqua, perfetto, Jake passami quattro uova e della pancetta"

"Ai suoi ordini signora" rispose mio fratello.
Mi misi all'opera e in meno di dieci minuti eravamo seduti a gustarci la bontà da me cucinata.

"Dov'è Tom? È da stamattina che non lo vedo"
"È uscito, ha detto che sarebbe stato tutto il giorno fuori"
"Va bene Jake, mi sembra strano però"
"Ma smettila" disse mio fratello e si mise a ridere.

"Comunque stasera per le otto meno venti devi essere pronta, ci mettiamo venti minuti per arrivare al ristorante" disse Kyle guardandomi.
"Cosa? Stasera devo uscire con Brian."
"Mi ha chiesto se potevo accompagnarti io, e gentilmente gli ho fatto il favore"

"Dopo lo chiamo e mi assicuro sia vero, saresti capace di esserti inventarti questa scusa solo per portarmi in qualche vicolo cieco e stuprarmi" dissi bevendo l'ultimo sorso d'acqua.

"Se avessi voluto scoparti l'avrei già fatto, tesoro"
"A me pare che io ti abbia rifiutato già una volta, tesoro" dissi calcando il nomignolo con cui mi aveva chiamata precedentemente.

"Fatto sta che ti accompagno io, non fare tardi o ti lascio a piedi"

Finii di mangiare e lasciai sparecchiare i due ragazzi.
Presi l'occorrente per studiare e mi misi all'opera.

farewellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora