Veronica #6

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Lo guardavo seriamente, nonostante si stesse avvicinando lentamente a dove io mi trovavo.
Non avevo paura.

Abbassai lo sguardo dirigendolo di nuovo verso le coperte e sorrisi.
Non sapevo il motivo ma, provavo una così strana felicità e gioia in quel momento che mi misi a ridere.
Fu proprio la mia risata a fermarlo lasciandolo incredulo.
Con la coda dell'occhio potevo scorgere il suo volto sorpreso e pieno di domande e questo non fece altro che darmi sicurezza.
Poi... Tornai seria.

Non stavo più sorridendo, solo, stavo lasciando che quel liquido nero e denso al mio interno cominciasse a scorrere, sempre più velocemente, fino a raggiungere quello che ormai rimaneva del 'cuore'.

Sentii i suoi passi mentre a stento cercava di allontanarsi, percepii  il puro terrore scorrere dentro di lui causando una vera e propria situazione di panico.
"Per un momento sono stata indecisa, sai?" dissi non cambiando la posizione in cui ero messa.
Poi voltai leggermente lo sguardo verso di lui.
"Ora invece non ho più dubbi"
dissi scendendo dal lettino e cominciando a camminare verso di lui.

Lo vidi cadere a terra e cercare disperatamente di allontanarsi spingendosi con le mani il più lontano possibile da me.
"Tu..Tu! ...Sei un mostro!!" urlò prima che io aprissi gli occhi, e con tutta la forza che avevo, gli piantassi la siringa in gola, godendo della sua espressione mentre questo accadeva.
Feci in modo che tutta la siringa gli perforasse il collo e poco dopo iniettai al suo interno il sedativo.
"Sogni d'oro Gain" gli sussurrai prima di alzarmi e a stento, riuscire a trattenere l'immensa gioia che stavo provando.
Il sangue ricopriva la parete, era schizzato ovunque.
Mi piaceva il rosso che ora colorava parte della stanza, mi faceva sentire... viva.

Mi sentivo forte, quella sensazione era... Fantastica.
Il destino di un uomo nelle mie mani, poter decidere su di lui e sulla sua vita

Avevo bisogno di sentire ancora quell'adrenalina scorrermi nelle vene, io dovevo provarlo ancora!
Mi chinai verso il corpo ormai senza vita sorridendo al solo vederlo e senza indugiare presi il mazzo di chiavi dalla sua tasca e lo misi nella mia.
"Avevi ragione Gain, da questo caso dipendeva la tua stessa vita, ed è quello che mi sono presa".

Sentii la maniglia che si girava ed io mi nascosi dietro la porta attendendo la figura di una donna che entrava nella stanza.
"O mio Dio! Signor Gain! O mio Dio... È morto..." la vidi mettersi le mani davanti alla bocca per nascondere lo stupore ed il disgusto che stava provando.
Lentamente spinsi la porta perché questa si chiudesse, attirando l'attenzione della ragazza.

"Brava, che intuito" sussurrai.
"O mio Dio! Chi sei tu?! Cosa ci fai qui?! Aiutatemi!" cercò di urlare ma qualcosa dentro di lei non andava, la paura le impediva di chiamare aiuto e la sua voce usciva in non meno di un sussurro.
"Ora dimmi" dissi avvicinandomi a lei fino ad esserle di fronte.
Posai un mano vicino alla sua testa nel momento in cui lei si accasciò al suolo cominciando a tremare.
"Se non vuoi fare la fine del tuo amichetto. Dove si trovano le registrazioni delle telecamere?" chiesi sorridendo maliziosamente cominciando a ridacchiare.
Finalmente mi sentivo ancora potente come prima.
Il destino di questa donna dipendeva solo da me!
"I-i-io... n-nella strut-tura  a-ad est..." cominciò a balbettare non appena presi a passarle delicatamente due dita lungo la vena giugulare del collo.
"Bene...." dissi prima di tornare a fissarla negli occhi.
"Ti vedo spaventata. Perché lo sei?" chiesi avvicinandomi maggiormente al suo viso.
"I-io... ecco..." disse continuando a prendere piccoli respiri.
"Su forza. Ce la puoi fare.
Perché hai paura?" dissi accennando un sorriso.
"C-chi s... C-cosa s-sei t-tu?" disse cominciando a piangere e a singhiozzare.
"Cosa sono io? Cosa sono io?
Io... Io sono lo specchio" risposi prendendo ad accarezzarle il mento per poi togliere la mano ed alzarmi lentamente e dirigermi verso il carrello.
Senza che però dovessi avvicinarmi per raggiungere gli strumenti, questi cominciarono a fluttuare avvicinandosi a me.
"Io.. Sono lo specchio, colei che riflette la tua paura e tutto quello che puoi provare con essa.
Ora... Ho un'altra domanda per te... Dimmi, come preferisci morire?" le chiesi afferrando i bisturi e le siringhe e rivolgendole uno sguardo dolce e gentile.
"I-io... N-non, t-ti prego i-i-io non v-voglio morire..." cominciò a piangere più forte cercando di allontanarsi il più possibile, ma per finire solo per schiacciarsi maggiormente contro il muro.
"Oh, andiamo, sei la prima a qui do la possibilità di scegliere, dovresti essermi grata" le dissi avvicinandomi.
"Dimmi, preferisci che ti uccida mentre stai dormendo, oppure che ti dissezioni mentre sei sveglia?" le dissi abbassandomi alla sua altezza e puntandole il bisturi nel collo.
"T-ti prego...no..." sussurrò in preda alla disperazione.
"Oh, ma io mi ricordo di te... Sei quella che è accorsa alle grida di Gain e si è precipitata ad aiutarlo ignorando il fatto che io fossi stesa a terra. Ma allora sono fin troppo buona con te, sto solo perdendo tempo" dissi.
"N-non puoi essere d-davvero tu..
E-eri t-talmente f-ferita che n-non avresti potuto a-alzarti in piedi..." disse a stento.
"Guardami. Ti sembro io?" le chiesi.
"Ora scusa, ma ho molto da fare, non ho tempo da perdere qui con te. Ti ringrazio per l'informazione di prima ma ora devo proprio andare" le risposi.
"A-aspet-" fece in tempo a pronunciare prima che il mio bisturi le si piantasse nel cuore, trafiggendolo e facendole epirare il suo ultimo respiro.
"Devo andare ora, ci vediamo...
Betty" le dissi leggendo la targetta nella sua maglia.

Non potevo sapere il motivo per il quale lei non mi aveva riconosciuta, ma lo avrei capito ben presto...

To be continued...

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