Veronica #8

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Sentii una strana sensazione mentre questo accadeva.
Io...io... Era come se qui ci fossi già stata... Era come... Se conoscessi perfettamente il posto in cui ora mi trovavo:

Una piccola stanza completamente nera a forma ottagonale nella quale c'erano otto specchi ed ognuno di essi mostrava qualcosa.
Mi avvicinai al centro e d'improvviso il soffitto si illuminò, rivelando le reali forme della stanza.
Era... Enorme.
C'erano specchi ovunque, specchi che mi chiamavano, che mi parlavano e che mi invitavano ad avvicinarmi.

Io non ne ero per niente spaventata perché, in qualche modo, quella voce mi era familiare, era una voce dolce e gentile che però non veniva prodotta da un'entità estranea.

Era prodotta da me.
Io potevo sentire quello che gli specchi avevano da dirmi, quello che loro avevano visto.

C'era un tavolo che... sembrava fatto di cristallo.
Troppo bello e splendente per una stanza come questa, pensai, e d'improvviso questo perse parte della sua luminosità, acquisendo un colore misto tra quello originale e il nero.

Notai degli strumenti sparsi sul pavimento che subito cominciarono ad avvicinarsi rimanendo sospesi in aria.
Uno di questi era una specie di adesivo a forma di cuore dello stesso colore del tavolo.
Lo osservai muoversi veloce e finire con l'apoggiarsi sopra una mensola nella stanza.

D'improvviso uno specchio si illuminò maggiormente e mi mostrò un'immagine, o per lo più, un uomo, dentro la casa degli specchi.

Sembrava una guardia, un addetto alla sorveglianza, continuava a chiedere se c'era qualcuno e d'improvviso altre persone comparvero, tutte armate.
Il cuore che prima si era posato su quel ripiano cominciò ad emettere una strana luce ed io intuii subito quello che dovevo fare.

Mi avvicinai e aspettai in silenzio che il momento venisse.
Lui passò davanti allo specchio e proprio in quel momento, sporgendomi maggiormente, lo afferrai, trascinandolo dentro la stanza nella quale ero.

Le luci si erano spente.
L'uomo continuava ad urlare e a guardarsi disperatamente intorno nell'intento di capire dove si trovava e di raggiungere un'uscita.
"Aiuto! Aiutatemi!" disse alzandosi e cominciando a vagare a braccia tese per non andare a sbattere addosso a qualcosa.
Tremava, continuava a tremare.
Sentivo i brividi attraversargli il collo, il sangue gelarsi e la schiena irrigidirsi nel preciso istante in cui, con una mano, gli toccai la spalla.
Urlò e a me venne da ridere, non potevo trattenermi.
Cadde a terra senza riuscire a muoversi ed io mi avvicinai al suo viso.
"Ciao, come va?" sussurrai prima di farlo alzare da terra e posarlo sul tavolo legandogli polsi e caviglie.
"Chi sei tu?! Dove mi trovo io?!
Lasciami! Liberami!" continuò ad urlare per poi paralizzarsi davanti al mio aspetto.
"Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" chiesi avvicinandomi.
"Che?! Cosa?!" urlò cercando di liberarsi.
"Shh, tranquillo, dimmi, di cos'è che hai paura?" gli chiesi prendendo ad accarezzargli la testa dolcemente, cosa che lo fece rabbrividire e che gli portò una temperatura più bassa di quella che potevo immaginare.
"T-t-tu hai..." riuscì a dire.
"Oh sì, lo so, i miei vestiti sono tutti strappati e un po sporchi devo dire, ma non è molto carino da parte tua farmelo notare..." dissi ancora con un filo di voce.
"Ora, tranquillo, rilassati, farò presto, non ti devi preoccupare..." dissi cominciando ad aprire la sua giacca e a sbottonargli la camicia.
"N-no! Fer-mati!" urlò divincolandosi.
Una volta che il suo petto fu rimasto scoperto, presi il cuore che nel frattempo aveva cominciato ad avvicinarsi a me.
Cercai di capire da dove provenisse il battito all'interno del suo torace ed infine, premetti con una mano in quel punto.
Lui sembrò rimanere senza ossigeno e cominciò a cercare aria ansimando pesantemente, non riuscendo più a respirare.
Fu proprio mel momento in cui il cuore stava per fermarsi che attaccai nel punto, in cui prima c'era la mano, l'adesivo.
Questo emise una luce più forte di quella di prima e cominciò ad espandersi lungo tutto il corpo.
In poco tempo quello non era più l'uomo di prima, ora... Era un uomo di cristallo, una parte... Dello specchio.

Slegai le corde che lo tenevano fermo e lui si alzò lentamente non emettendo alcun rumore.
Scese dal tavolo e una volta davanti a me, si inginocchiò per poi alzarsi nuovamente.
"Benvenuto, aiutami con i tuoi fratelli ora" gli dissi dirigendomi verso uno specchio.

Osservai le altre persone che vagavano all'interno della giostra.
"Non siate tristi, presto arriverò anche da voi, statene certi"...

To be continued...

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