Capitolo 6

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Gli otto ragazzi scesero dall'aereo, trovandosi davanti persone.
Persone piene di terrore.
Persone che correvano senza meta.
Persone che urlavano.
Adrien prese una signora per un braccio, che stringeva il suo bambino al petto, costringendola a fermarsi.
«Mi scusi» cominciò il ragazzo «come mai questo trambusto?»
«Una caverna, una caverna magica, pericolo!» urlò la donna allontanandosi a passo svelto.
«È decisamente la caverna a cui sto pensando» dichiarò Adrien passandosi una mano sui capelli.
«Di sicuro» confermò Alec.
«Ah, ragazzi» disse Alya con aria colpevole, portando l'attenzione su sé stessa «ho dimenticato di dirvi che un fascio di luce preannuncerà lo scadere del tempo rimasto ai kwami di giorno in giorno, e questa luce proviene proprio dalla caverna...»
«Alya!» urlò Marinette portandosi le mani in volto «come hai fatto a dimenticartene!»
«Evidentemente la gente dev'essersi spaventata parecchio» sentenziò Lila.
«Direi proprio di sì» confermò Nino.
«E adesso?» chiese Elisè.
«Adesso... direi di muoverci a risolvere la situazione, no?» sbottò Chris.
«Alya, chiama un taxi e porta le valige in albergo. Noi andiamo alla caverna» ordinò Marinette, avviandosi con i compagni al seguito.
La camminata fu più lunga del previsto.
Senza i loro poteri non tutto era scontato, ma ce la mettevano tutta comunque. Questo era il bello dei Héroes de Miraculous: non mollavano mai, anche di fonte all'impossibile.
Erano arrivati alla caverna, ora gli toccava solo entrare.
«Io non ci entro per prima» dichiarò Lila indietreggiando di qualche passo «Adrien, vai tu»
«Cosa? No! Stavolta non ho la vista al buio!» si difese il ragazzo «amore della mia vita, tocca a te» disse indicando Marinette.
«Ah ah. Che modo carino di dichiararmi il tuo amore» rispose sarcastica Marinette ricevendo in cambio un sorriso beffardo da Adrien; sbuffò, prese Tikki tra le mani e la guardò qualche secondo, decise poi di entrare, seguita dagli altri, e Adrien si era attaccato al suo braccio.
«Facciamo luce con i cellulari?» propose Alec accendendo la luce del proprio telefono e venendo subito imitato dagli altri.

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