Capitolo 7

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Fecero luce con le torce del telefono, arrivando fino al cerchio disegnato sul muro che la volta precedente li aveva fatti cadere nello strano posto della fortezza. Si guardarono attorno, notando un rettangolo molto ampio che si estendeva da terra fino al soffitto roccioso.
Marinette vi ci poggiò l'orecchio, zittendo gli altri. Riuscì a sentire uno scorrere d'acqua «Ragazzi, è qui!»
«Cosa?» chiese Adrien interessandosi.
«La fonte! Sento dell'acqua scorrere!»
«Okay, come ci entriamo?» chiese Nino.
«Non so dirti» gli rispose Marinette poggiandosi con la schiena contro la porta. Sentendo il suo peso, la porta indietreggio e cominciò a scorrere verso destra, lasciando libero accesso a una specie di corridoio. Lo scorrere dell'acqua si sentì chiaramente, la fonte di Rymus doveva per forza trovarsi lì. Si addentrarono nel corridoio, trovandosi dopo una ventina di passi in una stanza circolare con una vasca al centro, che veniva alimentata da una specie di rubinetto enorme.
«Ma cosa..?» disse Lila guardandosi attorno spaesata.
«La fonte di Rymus...» biascicò Alec.
«Cosa dobbiamo fare?» chiese impaziente Elisé.
«Allora» cominciò Chris «ricordate cosa ha detto Alya?»
«Sì» dichiarò Marinette prendendo Tikki e posandola sul margine di pietra che delineava la fonte d'acqua «dobbiamo poggiarli qui e bagnarli con dell'acqua della fonte»
Così fecero, e dopo qualche secondo un fascio di luce avvolse i kwami addormentati, lasciando posto a sette figure umane che si stiracchiavano dal sonno.
«Dove...?» chiese una ragazza dai capelli rossi e la frangia nera.
«Ah, Wayzz, è uno dei tuoi scherzi?» chiese una ragazza dai capelli arancio e bianchi, che si guardava addosso con fare curioso.
«Certo che no!» sbottò il ragazzo dai capelli verdi e l'abbigliamento color lattuga.
«Già a litigare?» sbuffò un ragazzo con l'abbigliamento che alternava varie tonalità di viola.
«Ah! Che bella la diversità! Non trovi, Duusu?» chiese una ragazza dall'abbigliamento tipicamente apesco a un ragazzo vestito di blu con delle tonalità verdi e gialle ai pantaloni.
«Datemi del camembert, e tutto si sistemerà» propose un ragazzo dai
capelli e l'abbigliamegnto in nero, con un sorriso beffardo in volto.
I giovani eroi li guardavano ad occhi spalancati: i loro kwami erano diventati umani. Umani come loro.
«Okay, l'ultimo che ha parlato è sicuramente Plagg» dichiarò Adrien indicando il ragazzo che si era lamentato per il camembert.

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