Capitolo 11

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Alle 22 Adrien e Marinette decisero di tornare a casa, seguiti da Tikki e Plagg.
Una volta entrati, si sedettero al tavolo per fare due chiacchiere e magari, fare uno spuntino.
Ovviamente Plagg e Tikki chiedevano del camembert e i biscotti con gocce del cioccolato, il cambiamento d'aspetto non aveva cambiato i loro gusti.
«Bene!» mormorò Marinette sedendosi al tavolo con Tikki «voglio i dettagli» sussurrò.
«E-ehm» disse Plagg «ti ho sentita!»
«E allora? Voglio sapere come vi siete messi insieme!» supplicò Marinette.
«Oh beh» cominciò Plagg «non ha saputo resistermi, e io ho dovuto cedere per non vederla soffrire, sai com'è» disse con fare sarcastico che, però, Tikki non comprese credendo che dicesse sul serio.
«Cosa? Ma dici sul serio? Lo fai solo perché ti faccio pena?» chiese incredula Tikki, fissandolo serio.
Plagg cominciò a ridere pensando che scherzasse, poiché lui la amava davvero e lei avrebbe dovuto saperlo.
«Andiamo Tikki» disse Marinette prendendo l'amica rossa per un braccio e trascinandola in camera «visto che ai due signorini piace fare i simpaticoni, che dormano da soli!» urlò.
Quando si furono chiuse in camera, Plagg decise di dormire sul divano e Adrien nella stanza degli ospiti.
Davvero Tikki ci era rimasta male? Stava solo scherzando. Ah, le donne.
D'improvviso Plagg aprì gli occhi, era notte fonda. Un'ombra era davanti la finestra. Si alzò silenziosamente, senza farsi vedere.
Tikki era intenta a guardare i palazzi di fronte l'edificio, mentre una lacrima le rigava il volto. Aveva frainteso sul serio.
Si avvicinò a lei e l'abbracciò da dietro, facendola sobbalzare.
«Tikki...»
«Si? Che c'è? Sei venuto a dirmi che ti faccio pena?»
«Ci hai creduto sul serio? Tikki, davvero hai pensato che io stia con te solo perché mi fai pena?» chiese serio, facendola voltare verso di lui in modo da poterla guardare negli occhi che si distinguevano nella penombra.
«Non è così?»
«Certo che no!» sbottò il ragazzo «Stavo scherzando, era per fare due risate! Come puoi credere che io non ti ami e ridurti a piangere! Dopo un giorno così bello passato insieme» disse mezzo arrabbiato e indietreggiando da lei.
La ragazza abbassò lo sguardo e si voltò, ricominciando a piangere.
Plagg sbuffò, passandosi una mano fra i capelli scuri.
«Tikki...» mormorò lui, pentendosi della rabbia che aveva messo nelle ultime frasi.
«Hai ragione, io non sono in grado di capirti. Lasciami, fa pure come ti pare» dichiarò la rossa avviandosi verso la camera, ma venendo presa per un braccio da Plagg, che la avvicinò a se e la strinse da dietro.
«Tikki, io ti amo. Sai che non mi controllo e scherzo quando mi sento in soggezione. Quando vi ho sentite parlare del nostro rapporto mi sono sentito in imbarazzo perché era una nostra cosa intima, e le parole sono uscite da sole» affermò il ragazzo, sentendo Tikki rilassarsi tra le sue braccia.
«Anche io ti amo, Plagg. Sono un po' su di giri in questi giorni e... beh, non ragiono più su nulla»
Plagg la fece voltare nel suo abbraccio, sfiorandole la labbra.
«Sappi che ti amo in tutti i tuoi aspetti, sempre e comunque»
Tikki gli gettò le mani al collo, e lo baciò intensamente.

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