La Coppa di Tosca Tassorosso

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Si erano appena materializzati nel vicolo buio di Notturn Alley, la Gringott distava cinque minuti a piedi. Hermione era un fascio di nervi si sentiva scomoda e a disagio, non era mai stata brava a mentire.
Harry ed Unci Unci erano rimasti più indietro, Ron aveva trasfigurato il suo aspetto e adesso sembrava un altro così come Ginny; erano lì in qualità di accompagnatori e mangiamorte, l'avambraccio sinistro era ovviamente ben coperto.

-Madame Lestrange- la voce di un uomo corpulento arrivò dalla fine del vicolo. L'uomo aveva piegato il capo in segno di rispetto e non dava cenni di aver visto Harry o Unci Unci nascosti nell'ombra alle sue spalle.

-Buongiorno- rispose Hermione impietrita e incapace di formulare altro. L'uomo, che doveva essere un mangiamorte, la guardò un attimo sorpreso e poi incredulo, per poi darsela a gambe subito dopo senza fare alcun commento.

-Buongiorno? Buongiorno?!- proruppe la voce alterata del Goblin -tu sei Bellatrix Lestrange non la simpatica strega della porta accanto!-

-Hey vacci piano!- lo rimbeccò Ron puntandogli un dito contro.

Unci Unci lo guardò assottigliando gli occhi, una vena sulla fronte gli pulsò dalla rabbia -Se ci fa scoprire, tanto vale usare la spada che ha nella borsetta per tagliarci la gola-

Ron stava per controbattere ma la voce di Hermione lo fermò subito -ha ragione, sono stata una sciocca-

Ginny le si era avvicinata e le aveva stretto la mano nella sua presa ferrea. Hermione si sentì rinfrancata, il calore di Ginny la stava aiutando tantissimo a superare quella prova crudele. La guardò, ma se la rossa fosse a disagio dal vedere Bellatrix Lestrange invece che l'aspetto di Hermione, era molto brava a nasconderlo.

-Okay andiamo- li interruppe Harry secco, sperava solo di uscirne con tutti i suoi amici vivi.
Si caricò quindi il folletto sulle spalle e poi Ron li nascose con il mantello dell'invisibilità. Si incamminarono nel vicolo buio, finché non sbucarono su una strada poco più illuminata e davanti a loro si ergeva l'imponente struttura della Gringott. La pietra dell'edificio era grigia e fredda e non infondeva molta sicurezza, Hermione in testa al gruppo era nervosa e continuava a conficcarsi le unghie nei palmi delle mani, cercando di mantenere il controllo. 

Dentro, la banca era decisamente più lussuosa, in alto c'era una cupola di vetrate che dava sul cielo nuvoloso e carico di pioggia; le colonne si ergevano in ogni parte dell'edificio maestose e tenevano in piedi il soffitto; i banchi di legno su cui i folletti contavano il denaro e compilavano le loro scartoffie erano intarsiati di fini decori; arazzi e dipinti campeggiavano su ogni parete.

Hermione deglutì, trattenendo a stento il nervoso, alzò il mento in una posizione che ricordava appartenesse a Bellatrix, spalancò un po' gli occhi in un'espressione da pazza e lentamente iniziò a procedere. Sentiva dietro di sé la presenza di Ron e Ginny che la confortavano e poi Harry e Unci Unci che li seguivano invisibili agli occhi di chiunque. Mentre avanzava gli occhi dei folletti si alzavano dalle loro scrivanie per scrutarla, chi terrorizzato, chi intimidito. Hermione si costrinse a non guardarli.

Continuò a camminare finché non arrivò davanti al banco del direttore; era così preso dalle sue scartoffie che non si era nemmeno reso conto di chi aveva davanti. I folletti trattennero il respiro in chiara attesa della reazione di Bellatrix.

-Desidero accedere alla mia camera blindata- disse Hermione tutto d'un fiato, risultò più ansiosa che intimidatoria.

-Identificazione?- chiese il folletto senza nemmeno alzare lo sguardo.

-Non lo ritengo affatto necessario- le rispose Hermione in una perfetta imitazione di Bellatrix in procinto d'arrabbiarsi.

Il folletto alzò lo sguardò spalancando gli occhi dalla sorpresa -Madame Lestrange!-

La Guerra dei MondiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora