Erano tempi bui. I babbani morivano per strada o nelle loro case. Scie nere di mangiamorte si avventuravano indisturbati per il mondo magico mietendo vittime senza pietà. L'aria era impregnata di dolore e angoscia. Nulla era paragonabile all'orrore di quei giorni, il mondo magico non vedeva una crisi così radicata dal medioevo.
Nero girava per le strade, nero come la morte, nero come la paura, nero come la notte, nero come i mangiamorte.
Mangiamorte giravano per Londra terrorizzando e distruggendo. Le strade di Diagon Alley erano deserte e buie. Disperazione si leggeva in ogni vetrina di un negozio sfondato. Dolore in ogni cumulo di mattoni che prima faceva parte di una casa. I pochi che osavano avventurarsi per le strade si bardavano da capo a piedi, dissimulando il loro aspetto fisico con la mera speranza di sfuggire ai mangiamorte.
In cima a quella torre di terrore sedeva Lord Voldemort compiaciuto da tutto quello che stava succedendo. I suoi fidati servitori erano all'opera sotto sue indicazioni. Il mondo stava finalmente prendendo le sembianze di come se l'era immaginato. Accarezzando Nagini scostò le tende del Malfoy Manor, il cielo era scuro con nubi che turbinavano in un chiaro messaggio di pioggia imminente. Aveva tutto sotto controllo. Gli Horcrux erano nascosti e l'unica possibilità di essere sconfitto da Harry Potter era sotto le sue grinfie. Lo sguardo del Signore Oscuro scivolò sulla figura di un ragazzo che era seduto in mezzo al prato, incurante del tempaccio che stava via via peggiorando; i suoi capelli biondi e la pelle diafana contrastavano con tutto il paesaggio scuro che aveva intorno.
Tutto era come doveva essere. Mancava solo la morte del suo più grande nemico e lui avrebbe finalmente ottenuto il potere che aveva sempre voluto.Gli occhi rossi scintillarono al pensiero, mentre le nubi giocavano sul viso pallido e disumano. Un sorriso andò allargandosi sulle sue sottili labbra, creando una spaccattura affilata come un rasoio. Accarezzò il suo serpente mentre soddisfatto guardava fuori dalla finestra.
-Nagini- sibilò -il mondo sarà nostro-Il salone era ampio e spettrale, il tempo nuvoloso non giocava a favore di tutto il lusso da cui erano circondati. Un lungo tavolo ovale prendeva posto nella parte centrale della navata. Sul lampadario di cristalli che pendeva sulle loro teste, il nero delle nubi si rifletteva mandando bagliori scuri sul legno del tavolo.
Tutto intorno uomini e donne vestiti di nero sedevano compostamente senza fiatare e aspettavano. C'era chi sorrideva sadico, chi invece era rigido e serio, altri che a stento contenevano il terrore. Sopra le loro teste una figura decisamente umana, fluttuava perdendo lenti rivoli di sangue che andavano ad infrangersi sulla superficie ebano del legno. Era una donna, martoriata da tagli e continue torture; singhiozzava senza ritegno mentre l'incantesimo la teneva ferma.
Una figura avanzò nell'oscurità del
salone. Pelle pallida e viso disumano. Sorrideva mentre muoveva la sua bacchetta e la donna urlava dal dolore. Alla destra di Voldemort era seduta Bellatrix Lestrange gli occhi luminosi e il sadico sorriso che le si apriva in volto in una linea di ammirazione.-Vi presento la professoressa di Babbanologia della scuola di magie e stregoneria di Hogwarts.- sibilò la voce dell'Oscuro Signore. Fece scivolare gli occhi sui suoi mangiamorte continuando a sorridere. Posò lo sguardo su uno delle sue garanzie. Il viso era teso ma controllato mentre portava una mano a togliere un ciuffo biondo caduto sul lato destro della fronte. Gli occhi erano una maschera di perfetta indifferenza che fissavano un punto indefinito davanti a lui. Era estremamente giovane e sotto il suo controllo, affiancato dai suoi genitori certamente più inutili di lui.
- Lei sostiene che i babbani siano degni di esistere su questa terra al pari di noi maghi- continuò con ironia, mentre delle risate leggere iniziavano ad impregnare l'aria.
-Sostiene che bisognerebbe vivere tutti insieme, portando questo credo tra le mura della scuola e diffondendolo tra i nostri figli- a tali considerazioni un brusio di dissenso si levò chiaro rimbombando sulle pareti.
-Addirittura- continuò Voldemort imperterrito -lei sostiene che dovremmo accoppiarci con loro- un verso di disgusto partì dalle viscere di Bellatrix Lestrange mentre il suo viso si contorceva in una smorfia poco elegante.
-Per questo merita la morte- un coro di approvazione si levò dai mangiamorte. Le pareti del Malfoy Manor rimandavano in un eco continuo le esclamazioni contente dei presenti, mentre altri non osavano aprire bocca. Severus Piton per esempio se ne stava seduto alla destra del Signore Oscuro immobile e taciturno.
Un lamento dalla donna, perfettamente cosciente, interruppe l'aria festosa.
-Tutti sapranno che nessuno sopravvive alla mano del Signore Oscuro- sibilò ancora Voldemort. Poi prima che chiunque potesse aspettarselo pronunciò l'unica maledizione da cui non si tornava indietro. La donna urlò poi cadde sul tavolo immobile, gli occhi ciechi aperti rivolti al soffitto, il sangue che colava dagli angoli della bocca striandole le guance.
Voldemort spostò la sua attenzione sul ragazzo biondo che sedeva poco distante. Lo aveva visto sussultare mentre un'espressione di disgusto prendeva piede sui suoi lineamenti alla vista della donna; ma subito dopo ogni traccia era sparita dal suo viso. Voldemort sorrise.
Il silenzio regnava sovrano.
-Nagini- sibilò di nuovo -la cena-
Sotto lo sguardo di tutti, il serpente iniziò a strisciare sulla tavola; negli occhietti da rettile lo stesso sguardo omicida che Draco Malfoy gli aveva visto mesi prima tra i corridoi di Hogwarts quando se lo era trovato davanti e lo aveva attaccato. Un brivido gli corse per la schiena.
Nagini spalancò le fauci e Draco strinse i denti.La speranza era stata l'unica cosa ad alimentare Draco Malfoy nelle settimane dopo la fine della scuola. Speranza che forse Harry Potter ce l'avrebbe fatta, ma erano passati mesi e ancora niente. Speranza di potersi salvare la vita e di salvarla ai suoi genitori. Speranza... l'unica cosa che lo aveva fatto andare avanti. Speranza vana, inutile. Alla vista dell'ennesima morte davanti ai suoi occhi la speranza lasciava posto alla disperazione.
Speranza illusoria di poter raggiungere finalmente la libertà.
La sua speranza, pensò, era morta nel
momento stesso in cui Silente aveva esalato l'ultimo respiro.Voldemort rideva e Draco avrebbe voluto mettere fine a tutta quella sofferenza nel momento esatto in cui i suoi occhi incrociarono quelli rossi di lui.
'Sei mio' sembrarono dirgli 'non puoi più scappare'.
ANGOLO "AUTRICE"
Ciao a tutti! Eccoci con il (schifoso) prologo del sequel di INASPETTATAMENTE NOI.
So che è corto ma non volevo esagerare visto che il primo capito è lungo abbastanza! Niente spero vi piaccia, spero leggiate la storia e spero rimaniate con me fin proprio alla fine!
PUBBLICHERÒ OGNI DOMENICA!
Perciò a Domenica con il primo capitolo!Bisoux 😘
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La Guerra dei Mondi
FanfictionRIPRESA LA PUBBLICAZIONE E IN FASE CONCLUSIVA. Nero era il cielo. Nero era la notte. Nera la disperazione. Nera la speranza morente. Nera la paura crescente. Nera la morte. Nero come i mangiamorte. Draco Lucius Malfoy ed Hermione Jean Granger, due...