lo amavo? Amavo davvero un essere come lui? Certo che no, ma era indispensabile che lui lo credesse, lo era per riconquistare la mia libertà.
Mi raggomitolai sotto le coperte, fremevo dall’agitazione, dovevo essere paziente. Tra poco avrebbe mandato qualcuno a chiamarmi, perciò controvoglia mi sottrassi al caldo e protettore abbraccio delle coperte. Mi soffocai all’interno di quegli abiti vittoriani di cui andava tanto pazzo, poco male, mi avrebbero avvicinata al mio scopo, mi si disegnò un ghigno sulle labbra. Era tanto che aspettavo un’occasione simile, avevo le tette schiacciate praticamente sotto il mento, sembravano davvero enormi così mmm… sexy esattamente quello di cui avevo bisogno per condire le mie parole. In una terrina capiente mescoliamo un po’ di sex appeal appena tolto dal fuoco perciò bello bollente, con un cucchiaio di parole dolci di prima scelta, possibilmente di stagione, lasciamo riposare il tutto per il tempo necessario e così serviamo la libertà su di un piatto d’argento, et voilà! Sobbalzai quando il battere di pugni minacciò di sfondare la porta, curioso, vivevo qui da oltre 4 anni e ancora non ero riuscita ad abituarmi al dolce modo di fare delle guardie. Mi alzai di scatto, diedi un ultima controllata allo specchio e ripassai tutte le espressioni, *addolorata*.. ottimo! *Spaventata*.. ci dovevo ancora lavorare un po’ su, mancava di credibilità. *Imbarazzata*.. poteva andare, ma dovevo arrossire in modo più naturale, ed infine conclusi con *turbata*.. questo davvero mi veniva in maniera divina!
Lungo i corridoi che dividevano la mia stanza a quella di Vincent l’unico rumore udibile era il fruscio del mio vestito sulla moquette. Arrivammo davanti al portone, trassi un respiro profondo, ero pronta! Petto in fuori, pancia in dentro. E che lo spettacolo abbia inizio!
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acta est fabula
Vampirelo amavo? Amavo davvero un essere come lui? Certo che no, ma era indispensabile che lui lo credesse, lo era per riconquistare la mia libertà.