capitolo 4

141 8 0
                                    

la rivelazione di Marilù mi aveva a dir poco scioccata e le mie gambe erano diventate ancor più molli della torta che sballonzolava nel mio stomaco. Perchè diavolo il consiglio avrebbe dovuto riunirsi proprio qui? Vincent avrebbe dovuto darmi qualche spiegazione. Ero rimasta in cucina per tutta la mattina, e me ne ero andata solo quando le cuoche avevano iniziato a volare su e giù per preparare il pranzo: a quanto pare oggi alcuni vampiri volevano coccolarsi con un po' di buon cibo, e a me non sarebbe affatto dispiaciuto, se non fosse che avrei dovuto mangiare con loro. Dopo essere passata in camera per sistemarmi mi ero avviata verso la sala da pranzo enorme e completamente affrescata, non appena varcai la soglia tutti, e sottolineo TUTTI si girarono nella mia direzione Così è così che ci si sente ad essere un salame tra una folla di affamati... che gioia... sarà una luunga giornata. Con un sospiro presi posto a tavola e come al solito la folla mi attorniò sorridendomi affabile. Avrei pensato che fosse una cosa dolce, se non fosse che tutti avevano gli occhi puntati sul mio collo o sul mio.. come dire per non essere volgare?ecco... decoltè. più volte Vincent mi aveva ripresa per il mio linguaggio "scurrile".  Sembrava che nel castello nessuno desse importanza al progresso tecnologico, linguistico e sociale che conquistava la società fuori.  Nata nel 1994 a vent'anni suonati non avevo ancora mai messo le mani su un cellulare o computer che fosse. è una cosa scandalosa! quando avessi riottenuto la mia libertà, avrei faticato non poco a liberarmi da tutto l'antico che mi circondava e la prima cosa a cui avrei dato fuoco sarebbero stati quei vestiti. Mi sarei comprata una felpa enorme, un cappello e un paio di.. come si chiamavano? yeggins? feggins? Ah no! Leggings! avevano l'aria di essere comodissimi, altro che corpetti che mi facevano schizzare le tette fuori dal vestito  oh! pardon, decoltè volevo dire. Nonostante il padrone di casa, Vincent, fosse contrario alla natura di vampiro vivere sotto la luce del sole, la folla adunata al tavolo da pranzo dimostrava che ben pochi condividevano il suo assurdo pensiero. Quando tutti ebbero preso posto, delle file di portate iniziarono ad uscire senza sosta dalla cucina. Le cuoche si erano davvero superate stavolta. Avevo mangiato talmemìnte tanto che mi sentivo un bueo obeso e temevo che il corpetto potesse esplodere da un momento all'altro. diedi un'occhiata intorno a me e vidi gli altri vampiri continuare a mangiare senza dare segni di sazietà, d'altronde quando hai uno stomaco che non funziona potresti mangiare anche per una anno intero senza mai fermarti, in fondo aveva un filo logico, ma sembrava troppo incredibile.

-allora Diana, non hai nessuna novità della quale metterci al corrente?-guardai con circospezione il vampiro che aveva parlato, Simon. Mi era sempre stato in culo, era uno stronzo incredibile e un attaccabrighe di prim'ordine. Cosa sapeva quella sanguisuga? forse della mia confessione a Vincent?

-del tipo?- Lo sfidai

-ho sentito, per puro caso, che tuo padre si trova qui-

bep... bep..bep..bep.bepbepbep........beeeeeepp...................... vuoto. Lo guardai attentamente, stava mentendo? Perchè avrebbe mai dovuto farlo? E se mio padre si trovasse veramente qui? Mi schiarii velocemente la voce, giusto per assicurarmi di averne ancora.

-non ne ero stata messa al corrente, ma sono sicura che Vincent abbia avuto le sue buone ragioni per non dirmelo- Conclusi, pregando che lasciasse cadere il discorso, avevo immaginato che oggi sarebbe stata una giornata faticosa, ma mai avrei creduto così tanto. quel figlio di puttana, vecchio bastardo come aveva osato tenermi all'oscuro di tutto? Sentivo il sangue salire dal petto fino a bruciarmi nelle guance e poi negli occhi. non dovevo dimostrare la mia debolezza, non potevo mostrargli quanto avesse colto nel segno.

- conpermesso, ora sono molto stanca, credo di aver esagerato con il cibo- Dissi congedandomi cercando di far fiorire un sorriso che mi lasciò l'amaro in bocca. Avrei voluto precipitarmi nella camera di Vincent, svegliarlo a suon di pugni e chiedergli perchè mai mi stesse facendo questo, ma non potevo. Lo sapevo. Mi lanciai praticamente correndo in giardino, non potevo uscire dal castello, ma almeno mi era consesso una passeggiata in giardino, mi fiondai nel labirinto, che avevo imparato a memoria e arrivai nel suo cuore. Appena in tempo, prima che il mio corpo fosse scosso da grossi tremiti, mi tremavano le mani, ma neanche una sola lacrima uscì dai miei occhi. ok, calma calma calma... piano, respira piano e calmati Diana...inalavo più aria possibile finchè non bruciavano i polmoni e lentamente la lasciavo uscire. Così andava meglio. non vovevo farmi cogliere in fallo, non ora che stavo facendo dei progressi. Cosa avrei fatto se fossi realmente stata innamorata di Vincent?

acta est fabulaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora