IX. Batterfly

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"Sono nate! FireStar Sono nate!"
La voce del suo vice lo risvegliò dal leggero dormiveglia in cui era caduto, era esattamente una settimana che non pensava ad altro che risolvere l'omicidio di Dilius, perché anche se sulla scena avevano trovato i peli di BrokenStar era certo che qualcosa non tornasse, perché lasciare delle prove così facilmente? E se il pelo non fosse stato di BrokenStar ma di qualcun altro?
"Ehy! Ma mi ascolti?! Sei diventato padre!"
Lo sguardo severo del suo amico lo fece sospirare stanco, di certo le occhiaie che gli cerchiavano gli occhi potevano spiegare il suo atteggiamento.
"Come sta il bambino?"
I suoi occhi non vollero tornare a guardare GreyStrap, anzi vagarono un po' per tutta la stanza.
"Sono due gemelle! Le vuoi vedere?" FireStar non fece molto caso all'eccitazione dell'amico, ora che la Sciamana gli aveva detto categoricamente che se non avesse riposato non lo avrebbe più abilitato a indagare voleva dormire.
Sì, voleva sapere se la sua compagna stesse bene e se le due neonate fossero in salute, ma doveva dormire per tornarne il prima possibile sul caso.
"Come stanno?"
Aveva di già il capo appoggiato allo schienale della sedia girevole, con gli occhi chiusi ed il respiro regolare, avrebbe potuto dormire da un momento all'altro.
"Tutte e tre benissimo! -gli occhi chiari di GrayStrap lo guardarono basiti- non vuoi vederle? Mi spieghi che hai?! Hai fatto di tutto perché SandStorm diventasse la tua compagna ed ora non sei felice?!"
Il pugno chiuso del vice si abbatté con forza sulla scrivania che stranamente era in ordine per quella sera.
"Non è questo, ora sono troppo stanco per reggere pure una visita in ospedale."
"No! È che tu sei solo un'egoista! Ecco cosa sei! Tu che puoi essere felice con la tua compagna e con le tue figlie e preferisci uno stupidissimo caso a loro!"
Si alzò di scatto, la rabbia che gli ruggiva nelle orecchie e che lo aveva risvegliato dal suo iniziale torpore, la sedia che andò a sbattere contro il muro.
"Non stiamo parlando di SealverStream!"
Gli occhi chiari di GreySttap si sgranarono, sul suo viso non vi era nulla a parte il dolore.
"Se...se la metti così... non vedo perché debba rimanere..." gli occhi andarono a guardare il pavimento quasi fossero delle calamite attirate dal ferro.
"E mi raccomando, riposa bene."
La voce gli era uscita più acida del previsto e poté vedere lo sconcerto sul volto del Leader, ma non rimase, uscì, e la porta si chiuse con un tonfo alle sue spalle.
Sapeva che di quel passo, non solo avrebbe perso il suo migliore amico, ma, sarebbe andato fuori di testa, e non aveva la più pallida idea di che fare.

(ಠ_ಠ)

Effettivamente non gli era mai piaciuta la neve, per lui era troppo monotona, scendeva lenta e non creava alcun rumore, al contrario gli piaceva la grandine, vedere e sentire il suo ticchettare ritmico sulla finestra era qualcosa che amava, e che tutt'ora gli piaceva, forse perché, anche suo padre l'adorava.
Mentre posava le labbra sulla tazza ricolma di cioccolata calda, gli sembrò di sentire la sua mano, callosa e rude, scompigliargli i capelli e poi il suo vocione possente sussurrargli.
"Che melodia vero?"
Sorrise, ci mancava solo che qualcuno, come faceva spesso sua madre, incominciasse a suonare un Sonetto di Bach e come per magia sapeva che sarebbe tornato bambino.
"Pensa un po', ancora Sol non ha smesso di insegnare, va bene che ha avuto quel che ha avuto, ma cavolo! Dopo 10 anni dovrebbe rimettersi in una Squadra! Che ne dici Jem?"
La voce di sua sorella fu una doccia fredda, sembrava quasi che al posto delle parole le fossero uscite dalla bocca schegge di ghiaccio, non ne sapeva il motivo ma da qualche giorno era infuriata con tutti, e purtroppo la sua rabbia si scatenava come una bufera, era imprevedibile e quando attaccava riduceva a niente tutto ciò che aveva sul suo cammino.
"Che hai ora Al?"
Il sopracciglio alzato e la tazza stretta tra le mani, il caldo della cioccolata che gli scottava i palmi.
"Sto bene."
Gli occhi dorati che sembravano distanti guardavano il suo frullato al pompelmo e mela.
"Che problemi ci sono ora? È Mark oppure ritorniamo sul solito argomento?"
La ragazza non rispose portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
"Te l'ho di già detto, non ti aiuto."
Lei sbuffò muovendo la cannuccia bianca mischiando il liquido al suo interno.
"Come se poi l'altra volta tu mi avessi fermata..." venne bloccata a metà della frase, mentre il fratello riportava la tazza sul tavolo, ormai arresosi all'idea di non poter fare colazione.
"Ma non ti ho aiutata."sussurrò mentre Al continuò.
"...Nonostante sapessi che July..." trasalì quando una mano chiara le si posò sulla spalla.
"Ciao Ragazzi, di che parlate?"
Al si voltò meccanicamente verso quella voce.
"Ciao Zio Tom!" Jemie sorrise, lasciando la tazza sul tavolo e abbracciando lo zio.
"Sono felice anch'io di vedervi!"
Ridacchiò Thomas scompigliando i capelli biondi dei nipoti.
"Però, devo parlare con voi di una questione."
Jemie sciolse l'abbraccio osservando lo zio sedersi davanti a loro.
Thomas si portò le mani incrociate al petto appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Siete stati voi?"
La voce un sussurro gentile che solo loro potevano sentire.
"A fare cosa zio?" La voce incerta di Al fece oscurare lo sguardo dello zio.
"Alarik, non mentirmi, chi di voi a fatto arrabbiare a quel modo Scourge?"
Lo sguardo fermo del più grande fece abbassare quello della ragazza, incapace a continuare a guardarlo.
"Il Leader ci aveva chiesto di avvertire il nuovo arrivato che sarebbe mancato per alcuni giorni, prima che potessi accettare Al ha detto che ci avrebbe pensato lei."
Gli occhi neri di Jemie non si abbassarono, restarono fissi su quelli dello Zio, non aveva fatto niente di male, non aveva alcun motivo per sentirsi in colpa.
"Jem!" Gli occhi dorati della ragazza di sbarrarono sorpresi.
Con calma, Jemie, si voltò verso la sorella, una sola emozione impressa in quelle iridi scure fece chiudere, impaurita, gli occhi all'Omega.
Rabbia, la rabbia vi era impressa quasi fosse parte dell'iride del fratello, dopo tutto quello che era successo lei continuava ad essere ossessionata da quella cosa, aveva di già fatto abbastanza, che questa volta fosse punita prima che potesse compiere un altro atto scellerato come con July.

(ಠ_ಠ)

"My little butterfly, you're perfect to me, but have you a personal flower? "
Un leggero sorriso gli colorò il viso, una mano che delicatamente toccava la pancia ancora piatta.
Nell'altra quel piccolo libro, si ricordava ancora quando sua madre glielo regalò.
"Grau, ricorda sempre che un Omega ben educato deve sapere l'inglese." Le sue parole che ancora gli rimbombavano nella testa, ma non era tanto il fatto di riavere quel libro tra le mani a renderlo felice -anche perché il suo era a casa dei suit genitori sulla sua scrivania, mentre questo lo aveva trovato tra i libri di Scourge- quanto il fatto che, -ancora non ci credeva- era vero, lui e Scourge avrebbero formato una famiglia.

Una goccia d'acqua bagnò la pagina con il disegno della farfalla colorata, da dove... da dove proveniva quel dolore sordo che gli squarciava il petto? Cosa lo stava facendo sentire così male?
Strinse la mano sulla stoffa della maglietta, il libro scivolò per terra e lui si raggomitolò su sé stesso.
Perché se era felice soffriva così tanto? Perché? Ora che era felice perché stava male?
Non sapeva più cosa pensare o cosa provare, c'era qualcosa che gli mancava, come se avesse perso una parte di sé da troppo tempo.
Gli sembrava di essere tornato bambino, gli sembrava che qualcuno lo stesse pigliando in giro, propio come quando era piccolo, il dolore era uguale, ma in quel momento non aveva il dolce profumo di rose di sua madre a consolarlo, in quel momento non c'erano le sue braccia fini ad abbracciarlo nella sua stretta salda, non c'erano i suoi lunghi capelli grigi che gli accarezzavano il volto.
Realizzò in una frazione di secondo, mentre una mano gentile gli accarezzava il capo ed un sorriso dolce lo rassicurava.
Voleva sua madre, aveva un estremo bisogno di sua madre, sopratutto in quel momento, in quella nuova fase della sua vita.


Angolo Autrice
Allora piccoli
Neko-chan! Come state? È da tanto che non ci si vede eh! Ma, finalmente, sono riuscita a finire questo chappy! Spero vi sia piaciuto e allora al prossimo capitolo!

(1408 parole)

I'm A Demon, Do You Know It Angel? [Warrior Cats]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora