Cap 2

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"Era l'alba quando montai sul mio cavallo e mi avviai verso Sud, il mio equipaggiamento comprendeva un cambio di vestiti, qualche provvista, delle coperte, una pietra focaia, dieci esche per il fuoco e 50 monete d'oro, oltre al necessario per scrivere ciò che vedevo durate il viaggio come avevate richiesto.

Impiegai quattro giorni per raggiungere i confini del regno e, da lì, altri due per giungere nella prima città straniera. Giunsi a Ends poco prima del tramonto e mi recai nella prima locanda che incontrai per passare la notte. Entrai al "Boccale pieno" e pagai una stanza, con cena e colazione e la stalla per Aritas. Mentre consumavo la cena, si avvicinò a me un halfling dai capelli scuri che indossava una possente armatura e portava una spada sul fianco sinistro e una faretra a tracolla, non vi era però traccia del suo arco. Mentre si avvicinava i suoi abili occhi continuavano a roteare per controllare i dintorni, come se si aspettasse di essere attaccato da un momento all'altro, si sedette accanto a me e iniziò a parlarmi sottovoce in un orecchio; "Ho capito dalla tua spada che sei un guerriero e io ne sto giusto cercando uno per la mia compagnia, unisciti a noi." Terminai di masticare il boccone che stavo mangiando e gli risposi: "Perché mai dovrei unirmi a te piccolo halfling?" "Perché dal tuo comportamento mi pari un uomo d'onore e noi dobbiamo svolgere una missione onorevole" "E quale sarebbe codesta missione?" "Gli abitanti del villaggio di Rarris hanno chiesto il nostro aiuto per scacciare una banda di goblin che li saccheggia continuamente. Se decidi di partire con noi ci troverai qui fuori subito dopo la colazione." Detto questo il piccolo halfling si allontanò e scomparve dalla mia vista, terminai la cena e mi coricai.

Il mattino seguente mi recai a far colazione e, subito dopo, uscii sperando di incontrare la compagnia che mi aspettava, così fu. Erano davanti a me cinque cavalieri: l'halfling della sera prima, un elfo, un nano, un uomo e una donna.

Finalmente mi si presentarono, il primo fu l'halfling: " Io sono Boram figlio di Hakon, e sono molto felice della tua decisione." " Io sono Aeglos del Grande Bosco" si presentò l'elfo. " Non esiste una pronuncia del mio nome nella tua lingua, ma puoi chiamarmi Dusin." Era questo il nome del nano. "Il mio nome è Gano e provengo dalle terre del Sud" "E io sono l'incantatrice Biancofiore." Infine mi presentai io. Senza proferire altre parole iniziammo la nostra cavalcata verso Rarris, procedevamo lentamente seguendo le strada principali. Mentre procedevamo osservavo i miei nuovi compagni. Aeglos era un elfo e, come tutti quelli della sua razza, aveva un'età indecifrabile, il volto diafano era circondato da lunghi capelli biondi e aveva occhi che esprimevano una grande tristezza che risale a mole ere precedenti, portava vesti dei colori del bosco, aveva con sé un lungo arco elfico, una faretra piena di frecce e un piccolo pugnale di ottima fattura legato alla cintura; montava un possente cavallo bianco senza bardature. Dusin era un classico nano, lunghi capelli e lunga barba castani, due occhietti che brillavano appena vedeva qualcosa di valore. Portava un elmo che terminava con due corna di capra, era armato di un'ascia e si difendeva con uno scudo di legno senza effigi, indossava una cotta di ferro di fattura nanica e cavalcava un piccolo pony marrone. Era Gano un alto uomo dalla pelle leggermente abbronzata, portava una barba castana molto lunga per le misure degli uomini e teneva il capo rasato, portava vestiti di cuoio marrone ed era armato di una lunga spada sul fianco destro e uno scudo sulla schiena con l'effige di una corona d'argento, cavalcava un grande cavallo dal manto grigio chiaro. Infine vi era Biancofiore, era bellissima donna dai lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle minute spalle, vestiva con semplicità portando una veste color porpora, aveva con sé un lungo bastone bianco e una tracolla contenente libri ed ingredienti per incantesimi e rituali, cavalcava un cavallo dal manto nero come la notte. Procedevamo con Boran e Dusin in avanguardia seguiti da Aeglos e Gano e chiudevamo il gruppo io e Biancofiore.

Ci accampammo due ore dopo il tramonto tra gli alberi adiacenti alla strada, cenammo in silenzio e ci coricammo dividendoci turni di guardia a coppie come durante la cavalcata. Fui svegliato dopo sei ore da Gano per il mio turno di guardia insieme a Biancofiore. Speravo di poterle rivolgere alcune domande durante le tre ore da passare insieme, ma alla mia prima domanda si chiuse in un profondo silenzio. Sopraggiunse l'alba e svegliammo i nostri compagni per riprendere il viaggio. Il secondo giorno di viaggio fu ancor più silenzioso del primo, non una parola, non un verso usciva dalle labbra dei miei compagni e io non avevo il coraggio per interrompere il silenzio. Al termine del giorno giungemmo su una collina dalla quale si poteva vedere Rarris; più che un villaggio sembrava ormai una città nella quale, anche al crepuscolo, si potevano riconoscere vari templi di varie religioni differenti, inoltre non vi erano mura a circondare le case, cosa che mi apparve assai strana, ma mi astenni dal rendere partecipi i miei compagni delle mie idee. Decidemmo di accamparci appena fuori dalla strada e di entrare a Rarris il mattino seguente. Quella sera mi spettò il primo turno di guardia con Gano, questa volta fu lui a pormi delle domande ed io a rispondere, volle sapere il significato del simbolo che portavo sullo scudo che lui non aveva mai veduto e perché mi fui allontanato dalla mia città, gli spiegai il significato dei simboli e dissi che ero in missione per conto della mia regina per raccogliere informazioni su cosa stesse accadendo nel mondo. Quando terminai il mio racconto era ormai tardi e svegliammo Dusin e Biancofiore per il loro turno di guardia e ci coricammo.

All'alba fui svegliato con una lancia puntata al collo... 

UN LUNGO VIAGGIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora