Capitolo 9

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Anche la giornata seguente era quasi finita e la ragazza, dopo aver trascorso diverse ora a casa di Gaia per terminare la ricerca, stava aspettando il pullman, come al solito in ritardo. Non aveva fatto altro che pensare a Dario e al loro "scontro" del giorno precedente. Voleva rivederlo al più presto, ne sentiva il bisogno. Una folata di vento le mosse i capelli, facendola stringere nella felpa, la sua felpa. Il giorno prima aveva dimenticato di ridargliela e ormai aveva perso del tutto il suo profumo. Diede uno sguardo al cielo, grosse nubi scure stavano coprendo tutta la visuale, minacciando pioggia.
"Se si mette a piovere sono nella merda."
Proprio mentre stava sbuffando per l'ennesima volta, una moto si fermò davanti a lei, parcheggiando sul ciglio della strada. Il proprietario scese dal mezzo, togliendosi il casco. Era lui. Dario.
-Ehi ciao. Che ci fai qui?- chiese.
-Ero da un'amica. Tu invece, come mai da queste parti?- arrossì la ragazza. Nessuno dei due sembrava voler accennare a ciò che era successo il giorno prima.
-Ero a studiare in biblioteca.-
La fissò per un attimo. Era bellissima. -Ti piace proprio la mia felpa eh.- continuò.
La ragazza arrossì, in effetti era da quasi un mese che gliel'aveva prestata.
-Sì, è comoda e tiene caldo. Stasere te la lavo e poi chiederò a Nelson di ridartela, va bene?-
-No tranquilla. Visto che ti piace così tanto te la regalo.-
-No davvero, *etciù* non ce n'è *etciù* bisogno.- 
La ragazza iniziò a starnutire.
-Ma tu ti stai raffreddando, da quant'è che aspetti?-
-È da venti minuti che sono qui... non ce la faccio più.- sbuffò lei.

Lui non potè fare a meno di sorridere, era così tenera con quell'espressione. E poi le sue labbra, quando le arricciava per sbuffare o le mordeva perché nervosa lo faceva impazzire.
-Allora prendi questo e salta su, ti dò un passaggio.- disse dopo un attimo, porgendole il suo casco. La ragazza lo guardò per un secondo e poi lo afferrò, incerta. Non era mai andata in moto, cosa avrebbe dovuto fare?
-Sei sicuro? Nels abita dall'altra parte della città. Non voglio farti perdere tempo.-
-Se si tratta di dare un passaggio a una bella ragazza non è mai una perdita di tempo.- le rispose facendo l'occhiolino.
Lei esitò ancora.
-Cosa c'è? Non sei mai salita su una moto?- indovinò lui.
-Ehm, esatto...-
-Non preoccuparti, non succede nulla. Tieniti salda alle curve e fidati di me. Vedrai che andrà tutto bene.-
Finalmente convinta salì, ancora indecisa se aggrapparsi a lui o ai lati del sedile. Il rombo del motore le fece prendere in fretta una decisione: abbastanza agitata afferrò la giacca del ragazzo.
-Devi attaccarti meglio se non vuoi cadere. Stai tranquilla, mica ti mangio.- disse lui con un sorriso sghembo.
"Sto davvero facendo la figura dell'imbranata, cazzo!" pensò mentre faceva come le era stato detto.
Appena avvolse le sue braccia al corpo del ragazzo iniziò a sentire una stretta allo stomaco, ma era quasi piacevole.
-Per arrivare a casa di Nelson ci vogliono circa venti minuti. Tieniti stretta.- l'avvisò lui.
Partirono. Dopo le prime curve piuttosto movimentate era riuscita ad abituarsi alla moto e aveva iniziato ad osservare Dario.
Profumava di fumo misto a menta, era un odore freddo ma avvolgente, che infondeva sicurezza. I suoi capelli, più corti ai lati, sembravano morbidissimi e il ciuffo era scompigliato dall'aria. Il casco che le aveva prestato, il suo casco, aveva lo stesso profumo della felpa. Le sue spalle erano forti e larghe, ma di questo se ne era resa conto già il giorno prima, quando aveva cercato di spingerlo.
Prima che se ne accorgesse erano già arrivati sotto casa di Nelson. Il ragazzo spense il motore e si passò una mano tra i capelli, ravvivandosi il ciuffo. La ragazza cercò di togliersi il casco, ma senza riuscirci.
-Ehm Dario, come si slaccia questo coso?-
-Cosa c'è, non riesci?- chiese avvicinandosi a lei e osservando la cinghia. -Deve essersi incastrata, lascia fare a me.-
Mentre abbassava la testa per osservare meglio il suo sguardo incrociò quello della ragazza, a cui mancò nuovamente il respiro. Aveva degli occhi bellissimi, languidi. Ne era sempre stata attratta, fin dal primo momento in cui li aveva notati. Ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei le girava la testa; sentiva di potersi perdere in quegli occhi ed era una sensazione che non aveva mai provato.
Finalmente il ragazzo riuscì a sbloccare il cinturino e lei potè togliere il casco, appoggiandolo sulla sella della moto. Nessuno dei due si era reso conto della vicinanza dei loro volti. Fu un secondo. Le labbra del ragazzo si posarono delicatamente sulle sue e con una mano le cinse la vita. Dopo un attimo di esitazione anche lei ricambiò quel bacio, lasciandosi trasportare. Ora entrambe le mani del ragazzo le tenevano i fianchi e lei stava affondando le dita tra i suoi capelli. Aveva pensato bene, erano davvero morbidi. Dopo diversi secondi si staccarono, entrambi senza fiato.
Nessuno dei due sapeva cosa dire. Fu la riccia, dopo un attimo di silenzio, a prendere parola.
-Ehm, io ora devo salire. Grazie del passaggio.- parlò facendo per entrare in casa.
-Certo, ci vediamo piccola.- sorrise lui.

Appena chiuse la porta alle sue spalle si accasciò sul divano, ancora scossa.
"Cosa cazzo è appena successo? Ci siamo baciati! E mi ha chiamata piccola!"  Era confusa, ma nonostante non capisse nulla di ciò che era appena successo, si sentiva felice.

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