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[CAPITOLO REVISIONATO]

Mentre il conducente, il vecchio signor George, guidava fino a Brooklyn, nei sedili posteriori della sua bella Limousine noi tre davamo luogo ad una mini festicciola in onore del mio ventiduesimo compleanno. Del resto la vita è solo una e gli anni si compiono solo una volta all'anno.

Margaret abbassò il finestrino e urlò selvaggiamente, poi si sedette sul bordo e con i capelli scombussolati dal forte vento alzò le mani in aria come se in quel momento non avesse mai vissuto un momento migliore.

Nel frattempo Cassie si portò la bottiglia alla bocca e ne buttò giù un grosso sorso. Io la incitai battendo le mani e muovendo le spalle seguendo il ritmo delle note che riecheggiavano nell'abitacolo della limousine dall'impianto stereo.

Avevo i pensieri e la vista un po' annebbiata ma finalmente mi stavo divertendo. L'alcool, del resto, risolve ogni problema, da sempre.

Margaret ripiombò di nuovo sul sedile di fianco al mio, poi pigiò un bottone che abbassava la finestrella che ci collegava al conducente.

"George, ferma, ferma qui!" disse lei con uno stridulo, iniziando a scuoterlo prepotentemente da una spalla.

Lui frenò bruscamente e accostò, inoltre notai la smorfia che rivolse fuori dal finestrino, così incuriosita volli guardare anche io.
Mi si presentò un posto totalmente diverso rispetto a dove eravamo abitavamo noi. I palazzi, i negozi e la strada avevano un aspetto rude e malconcio, la luce lunare non riusciva neanche ad illuminare totalmente la via e così la penombra padroneggiava l'atmosfera rendendola ancora più tetra di quel che già fosse.

Ma perché Margaret avrebbe voluto fermarsi in un quartiere del genere? Pensai io.

Lei intanto era già scesa dall'abitacolo e mentre si aggiustava la gonna corta, alzatasi durante il viaggio, ci disse "Dai lumache, scendete!"

Io e Cassie ci guardammo disperate per poi rivolgerci a lei con un cipiglio. Maggie invece afferrò la mia mano e mi trascinò fuori, dove venni pervasa da un brivido lungo il corpo dovuto al freddo della notte, ma anche dal fatto che eravamo decisamente poco vestite rispetto a ciò che le temperature permettevano.
Quella sera avevo optato per un look total black, un vestiario elegante ma comodo.
D'istinto tastai la mia coscia con la mano per controllare se la Wakizashi - che ero solita portarmi sempre dietro – fosse al suo posto e che non l'avessi persa in alcun modo. 

Maggie afferrò la pochette di Cassie, ne uscì il portafoglio senza dirle assolutamente nulla e sotto lo sguardo sorpreso della biondina le sfilò fuori una banconota da venti dollari davanti agli occhi.

"Ei" la spinse Cassie "Quelli sono i miei soldi" disse cercando di acchiappare la banconote.
Maggie però la scansò e brontolò "Oh ma dai, tanto ne sei piena! Che sarà una banconota da venti in meno o in più"

Lei la guardò stranita dato che Margaret a volte sembrava letteralmente fulminata... proprio come le insegne dei negozi lì attorno.

Poi la brunetta si avvicinò al finestrino del conducente e Bussò con le nocche sul finestrino che George abbassò rivolgendoci un mezzo sorriso.
"Senti George, ti dispiacerebbe aspettarci qui fuori per un pò? il tempo di un drink ... e magari anche un po' più in là?"

"Non so.." Lui fece una smorfia ma quando vide Margaret porgli la banconota da venti di fronte agli occhi, ammiccò nella sua direzione "Certamente, Mrs Margaret"

"Magari può farsi un sonnellino nel frattempo..."

Lui scoprì i denti ingialliti dall'età in un sorriso forzato e le rughe sul suo volto aumentarono visibilmente. La vecchiaia, pensai rabbrividendo Ciò che forse non riuscirò mai a vedere.

La Ragazza Ibrido - Il Calice di SangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora