"Oddio Sam! È terribile! Cosa possiamo fare ?", esclamò Rosie dopo che Sam le ebbe spiegato ciò che aveva udito da Gandalf.
"Lo so tesoro, lo so", rispose Sam pensieroso. "Non ne ho la più pallida idea, e penso che neanche Gandalf ce l'abbia".
"Dobbiamo avvertire tutti!", aggiunse lei agitata.
"Sì Rosie, dovremmo, ma secondo te ci crederebbero ?", rispose Sam accennando un sorriso, che avrebbe dovuto smorzare l'ansia del momento, ma che non fu per niente convincente, perché Rosie si incupì ancora di più e sbuffò preoccupata.
"Amore", disse Sam prendendola per le spalle, voltandola verso di sé e chinandosi. "Ti prometto che farò tutto il possibile perché non accada nulla di male, credimi!".
"Ti ho mai deluso?", si affrettò ad aggiungere, perché Rosie sembrava sul punto di piangere.
"N-no", rispose lei singhiozzante. Una lacrima si stacco dall'angolo di uno dei suo grandi occhi, scivolò veloce sul viso liscio e roseo, e cadde sulla spalla di Sam.
"Ehy, su su tranquilla", sussurrò Sam accarezzandole la guancia bagnata.
"Dai fammi un sorriso... brava, così".
In quel momento Gandalf entrò in corridoio e si avviò senza proferire parola verso la porta.
"Gandalf, dove vai?", lo raggiunse la voce di Sam, lo stregone si voltò, lo sguardo color ghiaccio colmo di apprensione.
"Me ne vado, mio caro Samvise. Forse c'è una vaga speranza che gli interessi solo io".
Sam era sconsolato, stava per non rivedere più uno dei suoi più cari amici ?
"Beh, allora, buona fortuna!", dichiarò con sguardo serio, anche se era sicuro di non riuscire a nascondere totalmente la sconsolazione crescente dentro il suo stomaco.
"Prendetevi cura a vicenda voi due", disse lo stregone sorridendo. "E prendetevi cura anche dei bambini, miraccomando".
Sam e Rosie annuirono.
"Bene, vi saluto, mi auguro che questo non sia un addio", continuò Gandalf aprendo la porticina. "E se non lo sarà, ci rivredemo prima o poi Samvise".
Con quest'ultima frase Gandalf si chinò, varcò la minuscola soglia e sparì allo sguardo dei due hobbit.I giorni seguenti passarono stranamente tranquilli, Sam era inquieto, si domandava quando sarebbe successo qualcosa, ammesso che dovesse succedere.
Passava le giornate a guardarsi in giro circospetto, e saltava sulla difensiva a ogni rumore o movimento improvviso, che esso fosse causato dal frullar d'ali di un merlo, o dai rami delle siepi tagliati dalle cesoie di qualche giardiniere al lavoro.
Cattive voci stavano già girando in paese sul suo strano comportamento, e gli altri hobbit iniziavano a stargli alla larga, e parlavano con lui con molta cautela, decisi a non risvegliare in lui le conseguenze sicuramente dannose, secondo loro, del suo improvviso assurdo comportamento.
-Nulla di grave-, pensò Sam, se lo aspettava dai suoi concittadini, gli hobbit erano diffidenti per natura.
-Mi ci toccherà fare l'abitudine- si disse fra sé e sé, mentre il suo vicino di casa lo spiava sospettoso da sopra la siepe che divideva i due giardini.Passarono altri lunghi e ansiogeni giorni, e Sam iniziò a pensare che non sarebbe successo nulla, anche se continuava a pensare a Gandalf, a quello che gli aveva detto durante la sua visita.
"Spero non sia in pericolo", disse un giorno a Rosie.
"Vedrai che se la caverà, come ha sempre fatto", gli rispose lei con un sorriso volto a sollevare i lineamenti preoccupati del volto di Sam.
"In ogni caso non so cosa possiamo fare per evitare di fare la fine di Frodo", rispose Sam seccato, più a se stesso che a sua moglie. In quel momento la sua mente vagò tra le immagini di un hobbit castano, rapito da ignari esseri dalle sagome bianche non ben definite, mentre cercava di fuggire assieme a Gandalf, che osservava impotente il suo rapimento mentre il suo destriero sfrecciava via dagli inseguitori.
"Chissà dov'è adesso?", mormorò.
"Chi tesoro?", lo raggiunse la voce di Rosie.
"Oh, scusa amore, stavo pensando", rispose Sam impacciato.
"A chi?".
"A Frodo, mi manca, spero non gli succeda nulla di grave", disse Sam a testa bassa trattenendo le lacrime, ma quando alzò lo sguardo e vide il volto di Rosie non ce la fece, le lacrime sgorgarono incontrollate sul suo volto, che divenne rosso.
"Perché Rosie, perché ?"
"Stavamo così bene, non succedeva nulla da anni, ero convinto che le nostre vite non sarebbero più state in pericolo, e ora...".
Rosie lo abbracciò e lo strinse forte.
"Ricordati quello che mi hai detto qualche giorno fa, stai tranquillo, non permetteremo che accada nulla a nessuno, è una promessa", lo consolò lei.
Si osservarono un secondo e poi si baciarono.
"Non so come farei senza di te", disse Sam, il volto ancora rossiccio dopo le lacrime.
"Papà! Mamma!", accorsero all'improvviso i due bambini.
"Eravamo con gli altri bambini, poi sono arrivati quei cattivoni di Ernie e la sua banda...".
"Vi hanno fatto del male ?", si affrettò a chiedere Rosie.
"No mamma, tranquilla", rispose uno dei due.
"Però hanno detto di essere stati di nuovo al confine di Hobbiville, hanno detto di aver visto un viandante che scappava a cavallo, sembrava terrorizzato hanno detto", si affrettò ad aggiungere l'altra.
"Che cosa lo aveva terrorizzato? Ve lo hanno detto?", chiese Sam preoccupato.
"Hanno detto che il viandante ha farfugliato qualcosa su degli strani individui in armatura bianca...", stavano rispondendo in coro i due, ma Sam non aspettò di sentire la fine della risposta, si alzò di scatto e si diresse verso l'uscita della casa.
"Preparate subito i bagagli, dobbiamo andarcene il più presto possibile, prendete solo lo stretto necessario", aggiunse velocemente.
"Ma Sam, dove vai?", chiese Rosie preoccupata.
"Ad avvertire chi sarà disposto a credermi", disse sbrigativo Sam e uscì dal cancelletto d'ingresso.
"Dove va papà? Perché dobbiamo andarcene?", chiese confuso uno dei due bambini.
"Va a parlare con gli altri grandi del villaggio, pare che stia arrivando gente cattiva qui", rispose Rosie sincera, ma senza spiegare precisamente la situazione, non voleva spaventare i bambini.Sam corse veloce giù per il sentiero che conduceva alla piazza grande del villaggio, come al solito affollata al pomeriggio tardo.
Evidentemente la notizia si era diffusa in fretta, perché tutti discutevano animatamente, e Sam colse frasi come "Ma chi saranno?" "Dite che sono aggressivi?" "Cosa possiamo fare?".
Quando Sam arrivò correndo vicino alla folla tutti si voltarono con aria tesa.
"Sam, hai sentito il racconto dei ragazzi? Cosa starà succedendo ai confini della Contea?", chiese una signora grassoccia con le gote arrossate per l'agitazione.
"Sì ho sentito", tagliò corto Sam. "Sentite tutti, dobbiamo fuggire, e in fretta!", aggiunse con tono imperativo.
"Cosa sta dicendo ?", farfugliarono parecchie voci.
"Perché dovremmo andarcene Sam? Non mi sembra il caso", chiese nuovamente la signora grassoccia con le guancie traballanti.
"Perché quegli esseri che sono stati avvistati ai confini sono qui per catturare alcuni di noi, e per far del male agli altri!", sbraitò Sam, irritato da quella reazione.
"È quel vecchio pazzo che ti ha inculcato queste assurdità nella testa!", protestò qualcuno. "È vero, non mi è mai piaciuto quel tizio!", convenne qualcun'altro. "Perché dovremmo darti retta?", aggiunsero in molti. "Sempre a pensare male!", vociò qualcuno dal fondo della folla.
"Bene! Non volete ascoltarmi! Non ascoltatemi!", tuonò Sam. "Sempre a crogiolarvi nella vostra ignoranza! Nella vostra convinzione che nulla possa andare storto! Che nulla possa danneggiare voi e il vostro villaggetto!".
"Credete che io mi diverta, che io provi piacere a darvi queste notizie? Che Gandalf provi piacere a darmi queste notizie? No che non proviamo piacere! Lo facciamo perché questa è la verità! Che vi piaccia o no! Il mondo non è tutto rose e fiori! La gente muore, viene rapita! Tutti i giorni!", proseguì Sam seccato.
"Ma se non volete credermi non credetemi! Io me ne vado, e quando tornerò, quando tutto sarà passato, mi direte che avevo ragione! Che siete stati tutti degli sciocchi! E allora inizierete a prenderci sul serio, sia a me che a Gandalf", concluse Sam irritato.
"Tu sei pazzo, l'ho sempre detto!" "Non andiamo da nessuna parte! Sei tu che non capisci niente!".
Queste parole raggiunsero Sam mentre si allontanava a passi pesanti dalla piazza, risalendo la strada sterrata.
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The Chronicles of the Sagas - Le Cronache delle Saghe
FanficTutti noi pensiamo che quelle che leggiamo e che guardiamo siano solo storie di finzione, inventate, per essere più chiari... beh, questo potrebbe non essere del tutto corretto... ma ora, il sottile specchio che divide il nostro mondo dagli altri po...