6. La verità

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«Non capiresti.» tentò di convincerla.
«Senti, fai una scelta. O il tuo segreto, o me.»
Non rispose.
Adrien messo all'angolo dalla determinata Marinette.
Ah, quella ragazza.
Lo faceva impazzire.
«Non puoi darmi un ultimatum però!» piagnucolò.
«Uff» sbuffò Marinette. «Vattene allora.»
Okay, perfetto, si era arrabbiata.
Ma quant'era testarda?
Esattamente quanto era bella.
Tantissimo.
«Te lo dico, okay?»
«Si! Ho vinto io! Si!»
«Promettimi che non ti scandalizzerai e non lo dirai a nessuno.» la mise in guardia Adrien.
«Prometto.»
«Da quando sono piccolo... beh, è un po' difficile da spiegare, ma quand'ero piccolo subii un maleficio. Questo maleficio mi condanna ad essere intrappolato nell'oblio ai miei 15 anni, ammenochè io non trovi la mia anima gemella.»
«La tua anima gemella? Quindi se la trovi non avrai nessun pericolo?»
«Dovrebbe essere così.»
D'improvviso, proprio di fonte a loro, una voluta di fumo nero apparì dal nulla, propagandosi in altezza.
La ragazza seduta di fianco a lui rimase immobile, impedita dallo spavento di muoversi.
«Buanasera, caro il mio Adrien. Quali erano i patti? Ah giusto, non dovevi parlarne con una ragazza che sarebbe potuta essere la tua possibile anima gemella, ma l'hai fatto. Anch'io non rispetterò una regola, mi dispiace.» dichiarò una voce imponente ma indistinta in quelle volute di fumo, che scomparsero con una malevola risata.

«Cosa vuol dire?» gli chiese Marinette «Cosa vuol dire che non manterrà i patti?»
«Non ne ho idea.»
Marinette si sedette a gambe incrociate dando le spalle ad Adrien, e cominciando a piangere tra singhiozzi silenziosi.
«Hei. Starò bene.» cercò di consolarla il ragazzo seduto dietro di lei.
«Come puoi dirlo?» urlò Marinette tra il pianto.
«Perché piangi?»
«Perché non dovrei? Il ragazzo che forse mi piace è stato maledetto e potrei non rivederlo più!» sbottò Marinette tra le lacrime e non rendendosi conto di ciò che aveva detto.
«Hai... hai detto il ragazzo che forse ti piace?»
Marinette sbarrò gli occhi, rendendosi conto di ciò che aveva confessato pochi secondi prima.
«Io... non...» sbuffò, ricominciando a piangere.
Adrien la fece voltare, prendendole il volto tra le mani «Anche a me piaci. E comunque non avrei mai immaginato che tu piangessi per me.»
«Perché no?»
«Perché sin dal primo momento ti sei rivelata come una tipa tosta, ma in fondo lo so che sei dolce come una caramella.»
«Perché ti piaccio?»
«Perché sei una principessa.»
«Io non sono una principessa.» disse Marinette mentre con la mano si asciugava le lacrime, mettendo un finto broncio.
«Già, sei la mia principessa.»
I loro volti stavano eliminando la distanza, quando il cellulare del biondo squillò, costringendoli a retrarsi.
«Pronto, papà?» disse Adrien rispondendo al cellulare e accostandolo all'orecchio «Sisi, torno subito, a tra poco.»
«Devi andare.» affermò Marinette mezza triste e abbassando lo sguardo.
«A domani, principessa.» la salutò il biondo lasciandole un bacio sulla guancia e facendola arrossire vistosamente.

Entrò nell'abitazione buia che lasciava intravedere le scale nella penombra dell'ingresso.
Si diresse verso la stanza, mezzo spaventato e mezzo eccitato.
Aveva baciato sulla guancia Marinette, la ragazza che amava e che gli aveva confessato il suo piacere per lui.
E poi l'oblio, che aveva fatto la sua entrata con una minaccia che non aveva compreso.
Si addormentò, tra i pensieri felici e quelli lugubri che avevano riempito la sua serata.

Arrivata fuori scuola, cercava con lo sguardo Adrien.
Alya era già in classe con Nino, tra quei due era nato qualcosa.
Certo, non si direbbe che erano già fidanzati ma comunque stavano cercando di allacciare un legame intimo.
«Buongiorno, principessa.» fece una voce alla sue spalle facendola sobbalzare.
«Adrien...» disse riprendendo fiato dallo spavento «Ti stavo cercando.»
«Sempre alla mia ricerca, vedo.»
«Ah ah, era solo per venire a ricordarti quanto tu fossi insopportabile.»
«Sempre felice di ricevere i tuoi più bei complimenti, mora.»
«Da quando siamo passati da principessa a mora?»
«Sei la mia principessa mora.»
«Sarà. Comunque...» cominciò Marinette, guardandosi attorno e avvicinandosi al suo orecchio «L'oblio?»
«Cos'altro vuoi sapere?»
«Beh... vorrei essere un po' più informata a riguardo. Ti dispiace se ci incontriamo oggi pomeriggio e mi racconti un po'?»
«Vedo che qualcuno non riesce a starmi lontana...»
«Divertente, biondo. Alle quattro?»
«Alle quattro.»
«Perfetto. E ora, pronta per il test di chimica?»
«Test? Cosa? A sorpresa? Nei primi giorni di scuola? Non ho studiato! Sono negata in chimica!»
«Beh, se ti sederai vicino a me, potrei aiutarti...»
«Lo faresti?»
«Si, a patto che...»
«A patto che?»
«Tu mi dia un bacio.»
«U-un bacio?»
«Si. Un bel bacio. Un luuuungo bacio.»
Marinette sbuffò. «Vabene.»
«Non si accettano ripensamenti, principessa.»
«Dubiti delle mie decisioni?»
«Mai detto questo.»
«Sarà meglio.»
«Solo per dirtelo... io non ho aperto il libro di chimica.»

«Abbiamo sicuramente preso un insufficienza.» sbuffò la ragazza seduta sulla sedia di fronte la sua.
«Non è detto.»
«Non è detto? Nessuno dei due ha studiato. E speri di non prendere un'insufficienza?»
«La speranza è l'ultima a morire, mora!»
«E tu il primo, biondo.»
«Cattiva la ragazza. Comunque... Cosa vuoi sapere sull'oblio?»
«Un po' di dettagli.»
«Tipo?»
«Tipo quando hai avuto precisamente questa maledizione.»
«Al mio settimo compleanno. Mia zia Louise, la sorella di mio padre, non fu invitata alla festa poiché tutti la ritenevano strana e diversa negli ultimi anni. Quella stessa notte, fece il suo ingresso nella mia stanza una creatura indistinta e vestita di nero, che appunto mi maledì. Io penso sia stata mia zia, ma è solo un ipotesi.»
«Potrebbe essere.»
«Comunque...»
«Comunque cosa?»
«Me lo dai lo stesso, quel bacio?»
«Nei tuoi sogni.»
«Magari potessi sognare...»
«Che vuoi dire?»
«Ogni notte non faccio che sognare l'oblio e la sua imponente voce che mi minaccia, sempre.» spiegò il ragazzo abbassando lo sguardo.
«Allora invece di sognarlo, fa che sia realtà.»
«Vuol dire che mi bacerai?»
Senza rispondergli, la ragazza mora seduta di fronte e lui gli sedette su una gamba e avvicinò il suo volto al suo eliminando ogni distanza, guardando alternativamente le labbra e le iridi verdi.
Si decise a baciarlo.
Ma una scarica elettrica attraversò i loro corpi, facendoli gemere dal dolore.
Ed ecco, volute di fumo cominciarono a sbucare dal nulla.

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SUSPENCE!
Okay, ora mi odierete per questo finale che sicuramente vi starà facendo impazzire dalla voglia di sapere il continuo inaspettato.
Vi terrò sulle spine? Solo un po'!💦
Il prossimo aggiornamento dopodomani, e se riuscirò lo posterò il prima possibile, promesso!
Lasciate una stellina☆!

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