17 | so much secrets

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"Amore, amore.. Justin svegliati!" urlai, erano le dodici. Nemmeno la morte poteva riuscire a separare lui e il sonno. "Che c'è?" mugugnò, alzai gli occhi al cielo. "Sono le dodici, dobbiamo pranzare, alle due verranno a sistemare la camera del bambino."
"Oh cazzo" si alzò velocemente, facendomi ridere "Vado a farmi una doccia" disse, tirando fuori dell'armadio una t-shirt e dei jeans. Mi baciò velocemente la guancia per darmi il buongiorno e corse verso il bagno. Ah, il solito.
Preparai dei toast, apparecchiando la tavola con una forchetta, un coltello, marmellata, miele e nutella. Presi un tovagliolo e glielo lasciai accanto al pianto, in caso si sporcasse. Riempii un bicchiere di succo all'ananas, Pattie mi aveva detto che lo adorava.
Lo sentii bussare violentemente alla porta, così andai verso il bagno. "Che succede?" urlai. Aprì la porta, era a petto nudo ed aveva solo un asciugamano avvolto alla vita.
"Ho dimenticato i boxer" disse, capii e andai a prenderli. Aveva un cassetto intero pieno di boxer della Calvin Klein, oh madonna.
Glieli porsi e lui sorrise come per ringraziarmi. Il campanello suonò così corsi verso la porta.
La aprii, trovandomi davanti la persona che meno mi sarei aspettata di vedere: mio fratello Chris.
"Che ci fai qui?" sbottai, ero leggermente arrabbiata. Dopo aver abbandonato me e mia madre, non aveva il diritto di presentarsi nella mia casa.
"So che sei incinta e che hai un ragazzo, ho il diritto di conoscere sia lui che il bambino" si giustificò.
"Il bambino potrai vederlo fra otto mesi, sicuro di non abbandonarmi prima di quel giorno?" lo stuzzicai, facendo riferimento all'ultima volta che ci eravamo visti.
"Il tuo ragazzo lo posso vedere anche ora. È qui?" chiese. Scossi la testa.
"Ariana! Chi è?" lo sentii urlare, cazzo, doveva stare zitto. "Non è qui? Se c'è una cosa che non ti riesce mai è mentire" entrò in casa.
"Esci! Cazzo, vattene!" lo spinsi verso l'uscita, ma era inutile, era così grosso e forte.
"Chi è lui?" udii una voce alle mie spalle. "Mio fratello, lo è legalmente, non lo è per me" continuai. Justin aveva capito tutto.
"Ehm.. sono Justin, il suo ragazzo" gli porse la mano, lo guardai male, come per chiedere che cazzo stava facendo.
"Chris, suo fratello. Possiamo parlare?" chiese. "No, abbiamo da fare. Devono venire dei lavoratori a montare la stanza del nostro bambino, quindi vattene" risposi fredda.
"Posso almeno chiederti se è maschio o femmina?" domandò. "Non si sa, ciao" gli chiusi la porta in faccia.
"Perché sei così dura con lui?"
"Te ne parlo stasera, ora fa colazione" dissi. "Cosa c'è in frigo?" chiese, con la sua nonchalance. "Ti ho preparato io la colazione, sbrigati."

[...]

Finalmente la stanza era finita. L'emozione che provavo mentre i lavoratori montavano la stanza, era infinitamente fantastica.
Presi Justin per mano, ovviamente eravamo soli ormai, avevamo pagato e finito tutto. Salimmo nella stanza del nostro bambino, lui prese coraggio ed aprì la porta.
Aprii gli occhi, sentendo le lacrime pronte a farsi vive. Guardai Justin, mi sorrise; era magnifica. Tutto si abbinava perfettamente, e in più avevamo preso un armadio ed un comodino con uno specchio del medesimo colore.
Avrei tanto voluto avere una stanza simile da neonata. "Manca il tocco finale" sussurrai, lui capì. Prese una cornice bianca, con soltanto un tessuto a righe violette e bianche al centro; si utilizzava per attaccare foto o post-it. Io lo volevo usare per metterci le nostre polaroid, che avremmo aggiunto nel corso del tempo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06, 2017 ⏰

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