CAPITOLO 6 - I DONI DELLA MORTE-

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"Buongiorno." Il professore era nell' aula con la sua valigetta nella mano destra, e un caffè caldo in quella sinistra.
Si siede sulla sedia, dietro la sua amta cattedra che ormai è li chissa da quanti anni.
Il professore è un uomo giovane. Il classico prof che desidera chiunque ragazza. Pettorali, tartaruga, bicipiti biondi e occhi azzurri. Quandi entra cala il silenzio più totale.

"Vorrei parlare di leggende." Il prof. Sing
Si alza dalla sedia, per poi sedersi sulla cattedra. Incrocia le braccia muscolose al petto. La sua camicia bianca lascia intravedere alcuni tatuaggi.

"Che leggende, prof?" Amy chiede per poi sopsirare. Sembra che tutte siano incantate. Come dire no, non lo trovi di certo un prof di 26 anni in tutte le scuole.

"Mai sentito parlare di Doni della morte?" Alzo un sopraciglio guardando tutti nella classe. Si alza un leggero borbottio.

"Quello presente in Harry Potter?" Azzardo a chiedere. Alľ inizio la classe scoppia a ridere, prendendomi per pazza.

"Brava-si alza dalla cattedra, e viene verso di me- Come si chiama?" Posa le mani sul mio banco. Tutti ci guardano, o meglio tutte mi guardano con sguardo assasino, non faccio caso.

"Lexy Payne." Deglutisco il bile formatosi in gola.
Sing sorride, sia a lontana. Si appogia, ora, al bordo della cattedra.

"Non è stat solo menzionata in Harry Potter. Ma si dice anche che sia vera.
Vi erano tre fratelli, che viaggiavano. Un giorni si trovarono davanti al Ruscello Della Morte. Crearono con le loro bacchette un ponte.
Quando fecero il loro pirmo passo sul ponte, spunto la morte. Era infuriata, di averla diciamo "sconfitta"- prese un lungo respiro, tutta la casse lo stava guardando e ascoltato in silenzio- Ma lei era furba, si finse orgogliosa, della loro impresa.
Decise di creare doni per loro, che poi avrebbero crato la loro morte.
Il pirmo fratello gli benne data un bacchetta di sambuco.
Al secondo una gemma della ressurezzione.
Al terzo il mantello dell' invisibilità.
I fratelli si separarono, il primo venne ucciso nel sonno. È qualcuno rubò la bacchetta.
La morte prese il primo fratello.
Il secondo tornato a casa, rievoco lo spirito della sua amata. Ma lei non si sentiva parte di questo mondo. E ritornò nel regno dei morti. E lui là segui."

La classe era nel silenzio. Il prof ci stava scrutando con attenzione.

"E il terzo?" Un ragazzo chiese, rompendo il silenzio.

"Il terzo. Si nascose per anni. Fino alla sua vecchiaia, cedette il mantello a suo figlio. E quando era giunta la sua ora. Salito la morte come una cara amica." La campenella suonò. Lasciando che ľ atmosfera si rompesse.

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La lezione che ha tenuto oggi il professore, è stata molto strana. Perche uni come lui avrebbe dovuto raccontare quella leggenda?
È la magia non esiste. È solo fantasia.

"Eccoli!" Amy mi prende per un gomito, cercando di farmi quasi cadere il mio vassoio.

"Buongiorno!" Tutti i ragazzi sono al tavolo. Amy va a sedersi vicini a Zoe. Io vado da Liam.
Gli poso un bacio sulla guancia, e lui mi sorride. Ricambiando.

"Avete sentito la notizia bomba?" Zayn alla mia destra richiama tutti, inizia a mangiare una patatina, la intinge nel ketchup. E la porta dentro la sua bocca.

"I Jason Ghik è stato sorpreso a limonarsi." Mangia altre patatine. Guardando nella direzione di Jason seduto ai tavoli adiacenti.

"Non ce nulla di male. Tutti si limonano!" Liam lo difende, com tinuando a mangiare il suo pezzo di pizza.

"Con un maschio." Continua Zayn. Finendo le sue patatine fritte.

Tutti sembrano scandalizzati.
Io non ci trovo nulla di male. Perché non non dovremmo accetarli? Non sono malati! Amani solo quelli del loro stesso sesso. Non vedo perché comportarsi diversamente.
Come con gli uomini o le donne di colore. Loro sono diversi si nel colore della pelle. Ma sono umani come noi. Come i Gay.

"E allora?" Inizio a mangiare la mia insalata. Zayn al mio fianco, alza le mani in segno di diffessa.

Guardo Zoe difronte a me. Che mi fa segno di guardare dietro. Corrigo le sopraciglia per poi girarmi. Vedo Daniel che si sta dirigendo verso il nostro tavolo. E un sorriso spontaneo mi cresce sulle labbra.

"Zoe. Piccola." Daniel posa un bacio sulla guancia a Zoe. Poi viene verso di me. E mu fa alzare e mi abbraccia. Noto che Harry guarda la scena e mi lancia uno aguardi assasino. Faccio finra di niente e mi stringo a lui, le mie braccia sono intorno al suo collo. Lui tiene le mani sui miei piccoli fianchi.

"A che ora dobbiamo andare?" Daniel sembra non volermi lasciare. Gli bacio il collo, sento le sue dita farmi il solletico sui fianchi.

"Alle 4.00 pm possiamo partire. Arriveremmo lì alle 6.00 e poi dovremmo sistemarci." Luois risponde a Daniel con tono calmo, ma allo stesso tempo sembra arrabiato, quasi geloso.

"Ok avremmo tutto il tempo -Daniel si allontana un po, per guardarmi in viso- Hai gia mangiato?" Prende il mio zaino per terra, mettendolo in spalla.

"Ho solo mangiato una forchettata. Di insalata. Quindi no."

"Perfetto. Ci vediamo a casa Zoe." Daniel saluta la sorella. E mi conduce verso ľ uscita dalla mensa.

"Perche ti sei comportato cosi?" La mia voce lascia la mia bocca. Mi alloccio la cintura e lo guardo.

Lo guardo mentre mette in motto la macchina, per uscire dai cancelli del college.
Lo guardo mentre il suo petto si gonfia e si sgonfia.
Lo guardo mentre cambia marcia.
Lo guardo in ogni suo movimento. Ed ogni volta i miei occhi non riescono a staccarsi.

"Volevo chiedere quando saremo andati in canpeggio." Guarda dritto davanti a se, non posa la sua mano sulla mia coscia. Come fa sempre.
Non fa battutine idiote. È strano.

Decido di lasciar perdere i miei pernsieri. Volto lo sguardo verso il finestrino.

Stasera si partirà per il campeggio. Dovremmo essere misti nelle tende. Di solito siamo sempre pari. Ma ora no, ora vi è Daniel.
Qualcuno starà in tenda da solo o in tre.

"Mi dava fastidio che Harry ti guardava in quel modo." Daniel apre al porta di ingresso, aspettando che entri.

Daniel, Niall e Zoe condividono ľ appartamento, sono molto diversi.
Niall è il magione, mangia sempre ed ogni cosa. Ma ha un fisico da far invidia a chiunque.
Zoe è casinista, dove passa lei si manifesta il caos. La sua stanza è il fisordine più totale.
Daniel, invece, è tutto il contrario. Mangia poco, ed è molto perfettino.
Ama ľ ordine come me.

Appena entriamo nel soggiorno, Daniel si mette le amni nei suoi ricci. Esasperato.
Non capendo la sua reazione, mi guardo intorno. Notando cartoni di pizza a terra, botiglie vuote si Coca Cola, pacchi di sigarette, bracciali e poi alcuni smalti.

"Oddio! Io quei due li ammazzo!" Daniel si toglie il suo giubotto, per poi tigliermi il mio.
Inzio a prendere alcuni smalti. Riconoscerei ovunque gli smalti di Ally e Abby.
Sono sempre della stessa marca: Kiko.

"Non sono da soli. Credo che ľ altra sera siano usciti, e si sono ritrovati qui. Gli smalti sono delle gemelle. E i cartoni di pizza sono molti." Inidico gli ogetti sul pavimento.

Daniel e io, iniziamo a mettere in ordine. Daniel si lamenta per il loro disordine. E di come i suoi genitori potevano risprmiarsi di fare un terzo figlio.

"Hanno fatto Alexander e me. Potevano risparmiarsi Zoe? Non potevano prendere un preservativo? Una volta su 3!" Brontolla ormai da mezz' ora.

Scoppio a ridere, butandomi sul divano. Ormai pulito, insieme al pavimento.
Daniel si sdraglia sopra di me, mettendosi a cavalcioni.
Inizia ad accarezzarmi i fianchi, poi sale. Sfiora i miei seni. Con il pollice sfiora il mio labbro inferiore, socchiudoble labbra. Lui si abbassa su di me. E sento il suo fiato sul collo. Inizia a baciarmelo, mi morde il lobo, sospiro.

Si alza, mi prende in braccio. Incrocio le gambe al suo bacino, spingendole verso il cavallo dei suoi pantaloni. Stuzzicandolo, lui sospira, sul mio orecchio. Le sue mani sono posate sui miei glutei.
Minporta nella sua camera. Mi posa sul letto con delicatezza, si allontana per chiudere la porta a chiave.

Viene verso di me, e si riapropria delle mie labbra.
Perche ormai io dipendo da lui.



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