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Mi trovo in una casa che va a fuoco, sento urla dappertutto. Davanti a me c'è una porta, lo apro e non c'è nulla, solo il buio più assoluto. Mi porgo in avanti e qualcuno mi spinge e cado. Non urlo, chiudo gli occhi e lascio che il buio mi avvolga...

Mi sveglio di scatto e sgrano gli occhi. Era solo un incubo, lo stesso incubo che faccio ormai da sedici anni. L'incubo risale alla notte in cui sono morti i miei genitori, quella notte mi sono salvata solo io; la persona che mi aveva salvato era un ragazzo, ma non mi ricordo chi fosse, quella notte era il giorno del mio compleanno... il mio primo compleanno che doveva essere una festa magnifica con regali e i parenti, ma che si è concluso in una tragedia. Non posso dirlo a nessuno: e così che sopravvivi nascondendo le tue paure nel più profondo del tuo cuore. Io l'ho fatto e sinceramente non me ne pento, il mondo là fuori è un mondo crudele, dove devi saper muoverti con astuzia e intelligenza e devi imparare a conoscerlo se non lo fai puoi considerarti morta.

Scendo dal letto e mi dirigo in bagno. Mi lavo i denti e mi metto sotto la doccia. L'acqua tiepida scorre lungo tutto il mio corpo, anche se siamo a novembre, ma io preferisco sempre l'acqua tiepida. Esco dal box doccia, mi asciugo e comincio a vestirmi. Ho solo uno stile con pantaloni da militare, canottiera, camicia, che non sia rosa, e delle All Star. Esco da camera mia e scendo per andare in palestra, non vado a fare colazione. Non ho fame. Arrivo davanti alla palestra e apri la porta. A destra c'è il ring e tutta l'attrezzatura da box, mentre a le armi da taglio. Entro e prendo la mia katana, la stessa katana con cui ho battuto Ra's Al Ghul.

Ra's al Ghul è il potente capo della Lega degli assassini il cui scopo è di distruggere il male e la corruzione con una macchinosa azione di sterminio e genocidio su zone focali di tutto il pianeta, riedificando l'umanità sulle ceneri di quella vecchia.
Ra's Al Ghul è il nostro capo.

Il giorno in cui l'ho battuto è stato uno dei migliori. Era un giorno di primavera avevo quindici anni, era una di quelle poche volte che il maestro decideva di allenare personalmente i suoi allievi. Tra loro c'era anche Nyssa, sua figlia, era molto timida e ha sempre avuto molta paura di lui.

Metà di noi si stava allenando sul ring e metà con le spade ed io ero alle prese con la katana. Anche se a quell'età non riuscivo a gestirla molto bene. Ad un tratto è entrato il maestro, era la prima volta che lo vedevo di persona, fino a quel momento ne avevo solo sentito parlare. L'attenzione di tutti era rivolta verso di lui, che ci guardò uno a uno per poi dire:

"Giovani allievi, voi siete il futuro di questa setta e per questo ho deciso di allenare personalmente uno di voi."

Cioè, cosa?! Sul serio?

Non stavo più nella pelle.

E se fossi stata scelta? E fu così.

Vidi il maestro avvicinarsi, mentre i miei compagni gli facevano strada. Si fermò davanti a me e disse

"Tu preparati ti allenerai con me. E' gli altri si siedano"

E tutti obbedirono. Non sapevo come comportarmi, quindi annuii e presi la mia katana.

"Buona fortuna" mi disse Nyssa, era così dolce, specialmente i suoi occhi.

"Grazie" risposi.

Mi misi in posizione mentre osservavo il maestro, era un uomo sulla quarantina con occhi scuri e i capelli neri come la pece. Tutti avevano paura di lui, ma non io. Non so il perché, ma sapevo che anche in lui c'era un lato tenero, anzi ci doveva per forza essere. Ho sempre avuto un'abitudine fin da piccola, cercavo il lato positivo di ogni cosa che fosse persona o animale.

Ci mettemmo in posizione al centro del quadrato a metà palestra. Ancora non riuscivo a credere che avesse scelto me. Tesi la mia katana in avanti e sentii dire:

"Ti avviso non ci andrò piano con la katana pensando che tu sia una ragazzina, capito?"

Annui senza dire nulla.

Cominciò il combattimento. Il maestro era bravo, schivava tutti i miei colpi. La sua mano sembrava in perfetta armonia con la katana, che mi sfiorò il fianco destro lasciando, così, uno squarcio nella maglietta. A quel punto mi buttai anch'io, cominciai a colpirlo senza sosta e poi, ad un certo punto, la katana gli volò via dalle mani. Non potevo credere ai miei occhi, ero stata proprio io. Un consiglio, non abbassare mai la guardia. Ve lo dico per esperienza. All'inizio pensavo che il combattimento fosse finito qua. In un fratto di secondo venni sbattuta contro il muro, era stato il maestro che mi disse solo una cosa:

"Non abbassare mai la guardia ragazzina, potrebbe costarti la vita".

Lo vidi camminare lontano da me, allora mi alzai, presi la mia katana e corsi verso di lui, feci un salto mortale in avanti per atterrare proprio davanti a lui. Gli puntai la katana contro, in segno di sfida, e lui fece un cenno a uno dei suoi uomini che gli passò una. E ricominciai a colpirlo e, ad un certo punto, la sua katana volò di nuovo, ma sta volta non abbassai la guardia e gli puntai la katana contro.

L'avevo battuto.

"Brava ragazzina. Dimmi, come ti chiami?" disse alzandosi in piedi.

"Si chiama Alexandra padre, ma noi la chiamiamo Alex" disse Nyssa spuntando da dietro uno dei nostri compagni.

"Da oggi in poi tu e Nyssa vi allenerete con me. E voi tornate al lavoro adesso" disse rivolgendosi agli altri.

E da quel momento ci siamo sempre allenati insieme. Anche Noah, il figlio del maestro, si è sempre allenato con noi, ma lui mi ha sempre odiato. Ma chi se ne frega.

Risvegliarmi dai miei pensieri e la voce di Nyssa

"Alex eccoti sei qui!" mi giro e la ritrovo con le mani sui fianchi. E' una ragazza veramente molto carina.

Ha capelli e occhi neri come suo padre.

"Si, sono qui" rispondo con un sorriso a trentadue denti.

"Andiamo devi fare colazione con noi, sai che sennò mio padre s'incazza un botto" mi afferra per un braccio e mi trascina via.







Ciao a tutti, ecco a voi il primo capitolo. La storia prima l'ho cancellata e la sto riscrivendo,ma con la scuola ho solo il sabato e la domenica quindi dovrete aspettare. E niente. Baci. Lasciate un commento.

The battle ~l'inizio~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora