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Ciao a tutti. Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto per il capitolo, l'ho finito proprio adesso. Comunque spero che vi piaccia, e dovrete aspettare un bel po per avere un nuovo capitolo, non l'ho ancora scritto, e non so quando ne avrò il tempo. Vedete la scuola impegna tanto. Beh e niente spero che vi piaccia. Baci.   

Arriviamo davanti alla sala da pranzo, dove ci sono Noah e il Maestro ad aspettarci. Entriamo e saluto tutti "Buongiorno"

"Buongiorno Alex. Ora spiegami perché devo sempre mandare Nyssa a cercarti, sai che la colazione è il pasto più importante della giornata! E che se non fai colazione, non hai le forze necessarie per affrontare la giornata" il Maestro mi fa questa predica ogni santa mattina.

"Ma lei è Alex, padre, può fare tutto" interviene Nyssa con un sorriso.

"Se lo dici tu", dice ridendo il Maestro.

"Se, come no! Lei! Pft" la voce di Noah, la voce che m'infastidisce di più al mondo. Lo odio.

"Noah smettila per una buona volta, ok? L'unico che non è capace di fare qualcosa sei tu" ribatte Nyssa.

Le prendo la mano per dirle di restare calma, perché è ciò che vuole. Ha sempre cercato di provocare sia me sia lei e di solito io mi controllo, ma Nyssa no.

"Va bene io non saprò fare nulla, ma almeno sono un figlio legittimo".

Tra tutte le frasi che poteva dire, questa è la peggiore. Brandisco il mio pugnale e glielo punto contro. Ha paura, glielo posso leggere in faccia. Guardo Nyssa che ha lo sguardo perso nel vuoto e poi mi giro a guardare il Maestro, che nel frattempo si era alzato in piedi.

"Alex metti giù quel pugnale e porta via Nyssa a lui ci penso io, e dopo fatti trovare in camera mia dobbiamo discutere su alcune cose" la voce del Maestro è calma, non posso disubbidire ai suoi ordini e quindi metto via il pugnale.

"Noah stavolta c'era il Maestro a salvarti, ma la prossima volta ti massacro."

"Alex ti ho detto di portare via Nyssa"

Guardo il Maestro e prendo la mano di Nyssa, lei me la stringe con una forza tale da farmi male, e ci dirigiamo verso la porta. Prima di uscire do un'ultima occhiata a Noah, la prossima volta che dice ancora una cosa del genere lo uccido.

***

Dopo qualche minuto raggiungiamo la mia camera, apro la porta e dopo aver fatto entrare Nyssa la chiudo.

La faccio sedere sul letto e mi siedo vicino a lei, e aspetto senza dire nulla la conosco ha bisogno di tempo.

"Perché deve sempre fare così! Che ho fatto di male? Non è colpa mia! Forse dovrei farla finita n-"

"No" dico scendendo dal letto per poi sedermi davanti alle sue ginocchia "Tu non hai colpe. Sai che lui e fatto così! Ignoralo e poi sappiamo entrambe che tuo padre vuole bene soltanto a te".

"Alex tu come fai? Come fai a non volerlo uccidere quando dice qualcosa di male sui tuoi genitori? Come fai?" ha le lacrime agli occhi, posso capire come si sente.

"Vedi Nyssa... So che lui non ha mai conosciuto i miei genitori e dice tutte quelle cose perché e geloso. Ma non mi interessa, perché loro sono stati i miei genitori e quel poco tempo che ho avuto da trascorrere con loro è stato sufficiente. E anche tu Nyssa ignoralo. E' solo geloso dell'amore che tuo padre ha verso di te" ogni volta che pronuncio la parola, genitori, sento una fitta al cuore.

"Ma non ci riesco" dice guardandomi negli occhi, come in cerca di qualcosa.

"E invece devi mostrarti forte davanti a lui e tutti gli altri. Così Noah capirà che tu in realtà sei molto forte e che non deve permettersi di insultarti. Okay ?" le prendo la mano e le sorrido.

"D'accordo. Grazie Alex per esserci sempre."

Le asciugo le lacrime:

"Di niente. E ora andiamo, dobbiamo arrivare a New York in tempo per la cerimonia, tu vai io ti raggiungo più tardi"

"Okay"

Dopo questo usciamo da camera mia e la accompagno nella sua stanza, per poi dirigermi verso la stanza del Maestro.

***

Arrivo davanti alla porta della stanza del Maestro e busso alla porta. Non ho bisogno di aspettare: da dietro la porta sento un "Avanti". Entro nella stanza chiudendo la porta alle mie spalle.

Il Maestro è seduto dietro la scrivania e sta sfogliando uno di quei file che usa di solito la polizia, mentre mi avvicino, riesco a guardare una foto. La foto ritrae un uomo di mezz'età con degli occhi azzurri e capelli biondi, indossa uno smoking nero con cravatta nera e ha una valigetta in mano, probabilmente la foto è stata scattata mentre quell'uomo si stava dirigendo al lavoro.

"Allora Alex" dice schiarendosi la gola "Prima che tu venga alla cerimonia dove io nominerò il mio successore, devi uccidere quest'uomo".

"Sì, ma che cos'ha fatto?"

"Ha ucciso uno dei nostri uomini. E sta attenta, quando dovrai ucciderlo fallo con cautela non deve sapere chi sei veramente"

"Perché? E' un Lican o licantropo?"

"Lican, sta attenta. Non voglio che ti faccia del male potresti essere tu a salire al mio posto quando morirò" dice con un ghigno

"No grazie, non ho mai avuto interesse nel diventare un capo".

"E perché no? Saresti brava. E poi sei l'unica qui degna di questo ruolo. Uccidi senza pietà e porti al termine in qualsiasi modo la tua missione e non solo... sei l'unica che ha lo scudo. Una cosa rarissima"

"Lo so Maestro, ma mi dispiace io non voglio il suo posto."

"Va bene, come vuoi. Dopo che l'avrai ucciso raggiungi Nyssa nel suo appartamento e voglio che tu metta il bellissimo vestito che ti ha comprato."

"Lei ha visto com'è quel vestito."

Domando con una smorfia. Io odio i vestiti, quando lo capiranno?

"No, ma so che Nyssa ne avrà scelto uno adatto a te. Ah e un'altra cosa, alla cerimonia non sono ammesse armi, ma conoscendoti so che ti porterai dietro qualcosa." Me lo dice inarcando il sopracciglio.

Purtroppo mi conosce, non vado da nessuna parte senza il mio pugnale.

"D'accordo. Adesso posso andare?"

"Sì e prendi questo, c'è tutto quello che devi sapere su quest'uomo" dice passandomi il file.

Lo saluto, esco dalla stanza e mi dirigo sul tetto per prendere l'elicottero con cui andrò a New York.

Nyssa's p.o.v.

Mentre preparo i vestiti per la cerimonia, ripenso alla conversazione di prima avuta con Alex. Lei riesce sempre a trovare una soluzione a tutto, e riesce sempre a farmi sorridere. Mi ha sempre difeso da Noah, fin da bambine. Però non capisco mai una cosa. Come fa Alex a essere così forte? Come fa a nascondere le sue paure e le insicurezze? Se fossi stata io al posto suo, sarei crollata tempo fa. Ma lei. Lei no, perché lei è la persona più forte che io conosca.

Smetto di pensare a tutto ciò e ritorno alla realtà. Prendo la valigia e mi dirigo sul tetto, dove mi sta aspettando Alex.

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