Il livido

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Ischia, 7 giugno 2036

La televisione mostra lo Stade de France, un'enorme macchia celeste canta in coro O Sarracino, la canzone che i tifosi da sempre hanno dedicato a Neo.

Poi le immagini sfumano e si vede un'intervista ad una celebre docente di Neurologia ad Harvard, la dottoressa Wallingford, sulla cinquantina, ancora molto attraente.

"Dottoressa Wallingford, Neo è un fenomeno planetario che affascina miliardi di persone, lei è da anni che lo studia, cosa potrebbe dirci?"

"Neo rimane ancora un mistero, ma vi sono delle cose che ci appaiono più chiare."

"Quali, per esempio?"

"Beh, per capirci, bisogna prima fare una premessa sulle varie forme d'intelligenza."

"Ci sono diversi modi per essere intelligenti?"

"Ma certamente!"

"Ci dica, la prego, non resisto, sa... quando si parla di Neo... diventiamo tutti morbosamente curiosi!" Piccola risata.

"Vede l'Uomo è una creatura estremamente raffinata. Siamo dotati d'intelligenza, ma questa intelligenza, in realtà, si presenta sotto molteplici forme. Abbiamo l'intelligenza logico-matematica, che ci permette di risolvere problemi complessi, di dare una gerarchia alle cause e agli effetti. È la forma d'intelligenza che più generalmente ci viene in mente quando pensiamo appunto all'intelligenza. Quando io chiedo alla gente di dirmi il nome di una persona intelligente, in genere le persone rispondono Einstein. Ma lei lo sa che Einstein non riuscì mai a passare l'esame per la patente?"

"No! Quindi io sarei meglio di Einstein?"

Piccola risata della dottoressa.

"Da quel punto di vista, sì! Infatti, vi è un'altra forma d'intelligenza, l'intelligenza spaziale, che ci permette di visualizzare un oggetto nello spazio. È come un simulatore 3D che abbiamo nella nostra testa, più abbondiamo di questa intelligenza, più potente è il simulatore! Gli scultori, per esempio, hanno questa forma d'intelligenza in abbondanza. In piccole quantità ne usiamo tutti i giorni, quando parcheggiamo la macchina!"

Fa una pausa per bere.

"Ma la nostra mente non finisce mica qui di regalarci sorprese, abbiamo pure l'intelligenza intrapersonale, ovvero la capacità di guardare dentro di noi, di saperci autovalutare, di capire le nostre forze e le nostre debolezze. E l'intelligenza interpersonale, la capacità di capire gli altri, le loro intenzioni, emozioni, quella che noi chiamiamo spesso l'empatia. Un'altra forma d'intelligenza è quella corporea-chinestesica..."

"Chine... chine...?"

"Chinestesica, è una parola complicata, ma in poche parole è l'intelligenza che ci dà la capacità di saperci muovere nello spazio in modo coordinato o artistico."

"Quella degli sportivi!"

"Esatto, ma anche dei ballerini. Seguono, non in ordine gerarchico s'intende, tutte queste forme d'intelligenza sono su uno stesso piano d'importanza da un punto neuronale, anche se magari la società da un peso diverso, in base alle epoche..."

"Perché ci sono state epoche in cui era più importante una forma d'intelligenza piuttosto che un'altra?"

"Ma certamente! Nel Medioevo era molto più utile avere un'intelligenza superiore di tipo corporeo-chinestesico, destreggiarsi con il corpo in battaglia, era un chiaro vantaggio in un'epoca in cui le guerre erano frequenti e gli onori si guadagnavano sul campo di battaglia, piuttosto che un'intelligenza di tipo logico-matematica! Ma ci stiamo allontanando, le altre intelligenze, dicevo, sono quella linguistica, avvocati, scrittori, e infine quella musicale, la capacità di visualizzare mentalmente la musica o di saper suonare uno strumento."

Neo (racconto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora