La finale

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Ischia 7 giugno 2036

Franco si è chiuso nel suo studio. Ne osserva con orgoglio l'arredo: il parquet, le sedie dal disegno ottocentesco, foderate di velluto rosso vermiglio che formano un insieme omogeneo con il divano posto davanti il camino. Una massiccia scrivania di mogano troneggia su un enorme tappeto, circondata da un antico mappamondo e un lungo binocolo, costatigli una fortuna presso un collezionista di Parigi. Sembra la cabina di un pirata.

E ad ogni modo è così che lui la chiama.

Seduto alla scrivania, ascolta lo sciabordio delle onde contro la spiaggia di Citara, sulla riviera di ponente di Ischia. Amante del mare e del tramonto sul mare, la sua villa l'ha voluta sulla riviera di Ponente, ad Ischia, per restare sempre vicino alla sua Napoli.

Anche oggi è tornato a guardare quella foto sulla scrivania. Sa che vi è un dettaglio che stona in quella foto, ma non è mai riuscito ad identificarlo. È impercettibile, ma non invisibile, come il sorriso della Gioconda.

Digita un tasto su un telecomando e una mappa del mondo, posta su una parete, si spacca in mezzo, lasciando piano piano apparire uno schermo piatto. È la sera della finale di Champions League, allo Stade de France di Parigi: Napoli - Real Madrid.

Il Napoli che si gioca una finale di Champions League, chi l'avrebbe mai detto qualche anno prima? Dodici anni prima, per essere precisi.

Quando Neo cominciò a giocare nel Napoli.

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