Cup of Tea

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Baldr's POV

Questa mattina

Secondo giorno di scuola, secondo giorno d'inferno. A quanto pare la mia fortuna deve essere finita quando... quando... forse non l'ho mai avuta.

Voglio solo uscire da questo posto, tornare nella mia stanza al dormitorio studentesco e chiudermici dentro per sempre. Che vita deprimente!

Cammino velocemente fino alla porta d'ingresso, con lo zaino su una spalla e lo sguardo basso. Non voglio guardare nessuno e non voglio che nessuno mi guardi negli occhi.

Apro la porta spingendola e mi lascio abbagliare dalla luce del sole del tramonto per un momento, guardando poi le sfumature arancio che investono ogni cosa.

E' quasi rilassante e piacevole, peccato per il rientro a scuola, ma almeno uscire e trovare questa atmosfera fa quasi dimenticare tutto.

Mi avvio verso casa, cercando di pensare a cosa potrei fare per far passare la serata e cosa farmi per cena, ma la sfortuna ha deciso davvero di inseguirmi.

- Hei, Morningstar. -

Alzo la testa e mi trovo davanti due ragazzi della mia classe, con sorrisi di sfida.

In classe stanno seduti in ultimo banco, due file dietro di me e non mi avevano ancora mai rivolto la parola.

- S-scusate, devo.... devo andare.... -

Mi tagliano la strada e altri due mi raggiungono alle spalle.

- Che fretta c'è? Tanto nessuno ti aspetta, no? -

Dietro di me è una ragazza a parlare, ma non riconosco la voce e non mi voglio girare.

- Ho delle cose da fare.... -

Cerco di prendere coraggio, abbasso di nuovo lo sguardo e muovo un passo per attraversare la strada.

- Non così in fretta. -

Mi strattonano per lo zaino e cado a terra. Perfetto, ci mancava solo essere preso di mira dai bulli della scuola e la cosa peggiore è che sembra la ragazza sia il capo.

Cosa le avrò mai fatto?

- Devi capire subito chi comanda in questa scuola. -

E' proprio lei a tirarmi il primo calcio nello stomaco, ma tra minigonna stretta e scarpe con tacchi da equilibrista ci mette poca forza e lo incassi senza troppo dolore.

- E soprattutto devi smettere di fare gli occhi dolci al professor Dreven. -

Cosa!?! Io gli occhi dolci a quello!?!

Un secondo di silenzio e arriva un secondo calcio, stavolta alle gambe da parte di uno dei ragazzi e stavolta fa male. Mi sfugge un gemito di dolore e mi raggomitolo sperando di non riceverne altri.

- Via.... via.... andiamocene.... -

Sento i loro passi allontanarsi veloci, stanno correndo via, forse qualcuno li ha interrotti e.....

- Stai bene? -

Il cuore mi arriva in gola, ormai quella voce la riconoscerei ovunque senza neppure guardarlo. La causa dei miei problemi e di quanto appena successo.

Cain Levi Draven.

*********

Presente

Finalmente comincia ad essere tutto più chiaro, ricordo la giornata a scuola, ricordo il pranzo in giardino più lontano possibile da tutti e la sensazione di essere sempre con gli occhi di qualcuno puntati addosso, ricordo i ragazzi fuori da scuola che mi stavano picchiando e che sono fuggiti appena lui si è avvicinato.

Innocent SinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora