L'amore può sconvolgere e devastare, ma può anche travolgere e far star bene. Tanto è più profondo il sentimento e tanto più possono essere forti le emozioni correlate.
Quando tornammo a casa quella sera ero stranamente felice.
Appena varcammo la soglia un dolce ritratto si presentò ai nostri occhi.
I genitori di Daria, erano seduti sul divano, a guardare la tv. La madre era accoccolata addosso al padre con la testa poggiata sul suo petto e lui la accarezzava dolcemente.
Quei gesti candidi e un amore dolce, forte come il primo giorno, mi diede nuova speranza.
Quell'amore, non sciupato dal tempo e dagli impegni, reggeva nonostante le intemperie di una vita complicata, che sapeva mettere a dura prova anche i rapporti più solidi.Daria, contenta di incontrarli, corse ad abbracciarli e loro dispensarono baci e coccole a quella che sarebbe stata per sempre la loro piccola.
Rimasi impietrita con gli occhi fissi come a trattenere quell'immagine pregna d'affetto e la bocca serrata per non proferir parola, che avesse potuto rovinare quel magico momento. Ferma in un angolo, assaporavo e inspiravo quell'amore grande che, quando veniva manifestato così, era meglio di ogni dono.Chiusi gli occhi e pensai alla mia famiglia e per un attimo invidiai Daria, anche se sapevo di sbagliare.
I miei genitori mi volevano bene, ma non sapevano manifestarlo. Erano persone fredde, che avevano fatto del lavoro la loro vita. Il problema in questi casi è che la vita scorre e non fai neanche in tempo ad accorgertene che ti sei perso i momenti più belli.«Daria non ci presenti la tua amica?»
Una voce delicata mi ridestò dai miei pensieri. Abbassai la testa per nascondere l'imbarazzo a cui non sapevo sottrarmi.
Daria, prendendomi per mano, mi trascinò al cospetto dei suoi genitori che mi scrutavano, in attesa che lei parlasse.
«Mamma lei è Giulia, la ragazza di cui vi ho tanto parlato» mi presentò Daria orgogliosa.
«Che piacere» esclamò la madre, con una voce calda e intensa.Due braccia mi cinsero e mi diedero quel conforto che avevo tanto desiderato.
«Rendi felice la mia Daria. Grazie» mi sussurrò dolcemente.
Parole dense di vera gratitudine e tenerezza le sue, che mi accarezzarono l'animo.Non lo sapevo ancora, ma da quel giorno quel posto sarebbe stato la mia seconda casa.
Ci sedemmo sul divano e, nonostante fosse tardi, cominciammo a guardare un film tutti insieme e fu piacevole assistere ai loro simpatici siparietti che sfociavano sempre in grosse risate. Il padre era più taciturno, ma aveva grossi occhi neri, da cui traspariva tutto il suo affetto. Era un uomo alto e slanciato con folti capelli scuri e carnagione olivastra, molto simile a Daria nei tratti del viso.
La madre aveva una pelle chiarissima e lunghi capelli biondi, che incorniciavano un viso tondo aggraziato. Piccoli occhi allungati castani e grosse labbra rosse completavano quel viso così dolce e delicato.D'un tratto una voce squillante risuonò nel silenzio.
Una dolce ragazzina, parecchio simile alla madre di Daria, fece il suo ingresso.
«Serena, mancavi solo tu.»
«Ed eccomi qua. Che mi sono persa?» disse lasciandosi cadere sul divano, nel posto accanto alla mamma, che prontamente la strinse a sè e le stampò un bacio sulla nuca.La sorella minore di Daria era una forza della natura, esuberante e abbastanza logorroica, con la sua voce cristallina che non potevi non ascoltare.
Finito il film vidi il viso di Daria rabbuiarsi e non ne compresi il motivo.
Quando fummo al calduccio nei nostri letti le chiesi preoccupata:
«Daria tutto bene?»Titubò un poco e poi rispose sincera: «Hai mai voluto che un attimo durasse in eterno?»
«I tuoi genitori ti vogliono un gran bene e, nonostante fosse tardi, hanno trovato il tempo per stare con te.»
«Solo un caso.» Una risposta secca la sua che mi sorprese parecchio.
«Ma è successo perché lo desideravano e si vedeva!» ribattei infastidita che lei non fosse fiera della sua famiglia e dell'affetto che era tangibile per quanto fosse intenso.
«Mah. Di Vittorio, comunque, ancora nessuna risposta.»Aveva voluto cambiare discorso e la lasciai stare, ma speravo capisse da sola.
«Non ti preoccupare. Al massimo domani lo chiami tu e ti fai spiegare.»
«Hai ragione. Posso farti una domanda?»
Sempre delicata nei modi Daria, a un mio accenno riprese.
«A cosa hai pensato quando hai visto i miei genitori?»Con lo sguardo volto verso il cielo a rimirare le stelle fluorescenti, adese al soffitto, che sembravano dare un senso d'infinito a quella stanza, cercai di trovare le parole adatte.
«A come erano belli insieme.»
Il suo volto tradì un voler sapere ben altro.
«E poi?»Sentii i suoi occhi scoprire il dolore, celato nel mio animo, e cercare di porvi sollievo stringendomi forte la mano. Avertii il suo affetto e questo mi aiutò a lasciarmi andare.
«In effetti c'è qualcosa che volevo dirti.»
Con un nuovo respiro più profondo cercai d'infondere coraggio alla mia voce e dare un senso a quella scoperta che ancora bruciava.
«Quando mio padre era in ospedale ho scoperto che lui aveva un'altra donna e da allora non so come dirlo a mia madre.»Parole confuse le mie che cercavano di dare un senso a un dolore lancinante.
«Cosa? E non hai detto nulla?»
La sua voce incerta tradì una rivelazione inaspettata.
«Ti sono successe troppe cose in quel periodo e mi dispiace non esserti stata vicina come meritavi.»
Con un gesto istintivo appoggiai un dito sulle sue labbra, per impedirle di proferire ancora parola.
«Non dirlo neanche per scherzo. Tu sei stata la mia roccia. Soltanto non ero pronta a sentire pronunciare dalla mia bocca tali parole. Era come se più evitassi di dirlo e più mi convincessi che era solo una mia fantasia.»
Il suo viso si mostrò smarrito, ma la mano stringeva la mia e donò quella forza che aiutava ad accettarla questa indesiderata verità.«Quando vi ho visti ho invidiato la complicità e il mostrare i sentimenti, cosa che è assai difficile per me.»
«Tesoro mio, ma ci son io» disse fissandomi.
Sentii un gran calore, grazie alle sue braccia che mi avvolsero e donarono tutto l'affetto di cui avevo bisogno.Una notte, pregna d'affetto, dove il buio delle tenebre era squarciato dalla luce delle piccole stelle fluorescenti, mi donò la serenità di cui avevo bisogno.
*****
E rieccomi. Vi è mancata la piccola Giulia? Cosa? Matteo? Chissà.
Kiss kiss
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In un solo sguardo
RomansaGiulia cerca ancora di rimettere a posto i cocci del suo cuore ferito, quand'ecco due occhi magnetici pronti a sconvolgere tutto. Lei prova in tutti i modi a rifiutare questo sentimento che la spaventa in un momento sbagliato, ma non ci riesce. Ed...