Capitolo 36

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"Chiamiamo la scientifica, mi sa che hanno dimenticato di controllare qualcosa," osservò Lauren e guardò la sua collega con un piccolo sorriso soddisfatto sulle labbra.

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Anche Dinah era arrivata insieme alla scientifica, chiamata subito dopo aver trovato la botola misteriosa. Come Camila aveva immaginato, non era una serratura comune e banale quella che avevano trovato. Ma non esisteva nessuna combinazione che Dinah non sapeva scoprire e risolvere. "Come potete vedere non ci sono condizionatori in questo corridoio, ma, se osservate bene, c'è un telecomando appeso al muro," disse la ragazza, indicando poi alle Detective l'oggetto. Le due ragazze lo avevano notato prima, ma come tutti quanto avevano pensato che fosse un banalissimo telecomando. Dinah no. "Questo dispositivo," continuò, indicando ora la porta dello scomparto nascosto. "È lo stesso che si utilizza sulle porte blindate con serratura a energia elettrica motorizzata. La botola è governata da un sistema elettronico automatico di entrare o uscire dalla propria abitazione senza utilizzo della chiave tradizionale,"

Camila ruotò gli occhi e sospirò piano. Sapeva che la collega si esaltava sempre troppo quando portava a termine un buon lavoro. "Dinah, taglia corto,"

"Questo sistema di sicurezza consente un controllo attivo degli accessi di casa, grazie ad un microchip che invia un segnale alla porta. Questo è dotato di un codice unico e non clonabile," continuò la ragazza, ignorando il consiglio di Camila.

"Significa... che... " borbottò Lauren, cercando di ipotizzare qualche cosa, ma dato che aveva capito la metà delle cose dette alzò leggermente le spalle, sperando che qualcuno concludesse la frase al posto suo.

"Gordon Lloyd è perfettamente a conoscenza del fatto che siamo in casa sua e che abbiamo aperto questa stanza," rispose Dinah.

Le Detective non riuscirono a capire se dovessero sentirsi sollevate o spaventate da quella notizia, nel dubbio annuirono, segnalando così alla collega di aver capito. "Quindi saprà anche che non abbiamo paura di lui e che presto lo sbatteremo in carcere, giusto?" esclamò Camila.

Ad interrompere la conversazione però fu un Agente della scientifica che richiamò l'attenzione delle tre. "Detective, potete entrare adesso,"

"Io faccio un giro delle stanze per vedere se ci sono altri congegni simili o qualcosa di interessante per me," disse Dinah velocemente, dando una piccola pacca sulla spalla di Lauren per poi sparire al piano di sotto.

Camila e Lauren scesero lentamente le scale ripide che si trovavano subito dopo aver aperto la botola e che portavano alla stanza nascosta. Non c'erano finestre e le pareti puzzavano terribilmente di muffa e bagnato. Sembrava la cella di isolamento di una prigione. L'unica fonte di luce arrivava dalla lampadina appesa al soffitto in modo terribilmente precario. La camera aveva le pareti in cemento e vi erano delle chiazze marroni eccessivamente grandi, date probabilmente dallo scarico del bagno che rigettava in quel punto. Camila si portò una mano sulle labbra nel mentre che raggiungeva il centro della stanza, di per sé piccola. L'odore aumentava man mano che i secondi scorrevano.

"Non mi stupirei se avesse ucciso qualcuno qui," borbottò Lauren, riferendosi alla puzza.

Attaccato al muro davanti a loro c'era un tavolo. In realtà, tralasciando la scala, una sedia e la lampadina appesa al soffitto, quello era l'unico mobile presente nella stanza. La cosa importante era ciò che si trovava sopra il tavolo.

Esattamente ciò che stavano cercando.

Degli oggetti stavano sopra di esso, catalogati secondo un ordine cronologico. Partendo da sinistra verso destra, vi era il portafoglio di Lucy, una foto della ragazza insieme al fidanzato Dylan e un'altra che raffigurava l'auto di Hill. Di fianco poi c'era la patente di Bruce Parker insieme al suo porto d'armi. Ancora, uno scatto che ritraeva Rosalyn Blake e Cammie Gonzales nel mentre che ritornavano a casa, seguito da una stampa che immortalava la macchina di proprietà di Bruce, dove era stata uccisa Lucy. Lauren ipotizzò che il killer l'avesse scattata subito dopo averla abbandonata sul ciglio della strada. Il tavolo era tappezzato di istantanee che ritraevano tutte le loro vittime, nessuna esclusa. Quelle che riguardavano Antony Zimmerman erano state prese direttamente dalla telecamera di sicurezza. Vicino poi vi erano i tesserini identificativi dei due gemelli Harry e Becka Dawson che utilizzavano a lavoro alla Villa Vizcaya. Un peluche a forma di orsetto stava sopra un vecchio giornale che ritraeva in prima pagina Elijah Burns e la notizia della sua promozione a Amministratore delegato della Hooker Furniture Corporation. Camila suppose che il pupazzo probabilmente fosse il regalo che l'uomo aveva comprato per le figlie una volta arrivato a Miami. Della loro ultima vittima, Dorothy Torres, c'era soltanto il portafoglio e un volantino accartocciato del Museo degli americani.

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