Capitolo 12: You and Me

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Mio padre mi riaccompagna a casa dopo una lunga e sfiancante riunione con gli Dei dell'Olimpo, ho impiegato molto tempo per convincerli che la mia idea era l'unico modo per vincere quest'assurda guerra

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Mio padre mi riaccompagna a casa dopo una lunga e sfiancante riunione con gli Dei dell'Olimpo, ho impiegato molto tempo per convincerli che la mia idea era l'unico modo per vincere quest'assurda guerra.
Sono esausta e la rabbia verso Jason è passata, anche perché ho spento la modalità per la guerra e non ce l'ho con lui. In realtà, sono un po' lusingata poiché mi sento molto una di quelle ragazze dei film d'amore, le quali sono corteggiate da due ragazzi che combattono per lei. Ovviamente, nel mio caso, non mi serve una guerra simile per scegliere a chi donare il mio cuore, ma capisco le motivazioni di Jason.
Arrivo a casa e saluto mio padre con un fortissimo abbraccio.
-Ci vediamo domani notte, bambina mia.- mi dice
-Certo papà, dopo che tutti se ne saranno andati tutti ci vedremo- gli rispondo, voltandomi.
Dopo qualche attimo di silenzio, nei quali mi appresto a tornare in casa, pensando che se ne sia andato, mi sento richiamare dalla sua voce:
-È troppo pericoloso, sei, davvero sicura della tua idea? Sei ancora in tempo per tirarti indietro- cerca di convincermi a desistere.
Mi volto, nuovamente, verso di lui e con un grosso sorriso malinconico gli rispondo:
-È l'unica possibilità papà, devo farlo-
Annuisce triste, mi manda un bacio e se ne va.
Rientro, mille pensieri mi si affollano in testa. So benissimo che potrei non sopravvivere, ma è l'unico modo possibile, è mio compito salvare tutti. Dev'essere questo il motivo per cui sono nata così speciale, come mi disse tempo fa mio padre, la più potente dei semidei e mi sono fatta fregare così, bella testa di ostrica che sono!
Mi butto sul divano, maledicendomi e maledicendo quest'orribile situazione.
-Ali, sei qui?- sento gridare al mio orecchio.
Salto dal divano, ritrovandomi sospesa nel vuoto all'altezza del mio ragazzo.
-Brutta testa di cactus, ma ti sembra il modo?- gli chiedo tornando sul divano.
Inizia a ridere e si siede al mio fianco, accarezzandomi i capelli. Ora gli faccio vedere io come si ride. Chiamo a me dell'acqua e la poggio sulla mia mano, che, a sua volta, va a poggiarsi sul suo braccio. Continuando a ridere, mi guarda confuso, ma non gli lascio del tempo per pensarci che faccio partire una scossa che, aiutata dall'acqua diventa più forte, facendo in modo che lui tremi molto e cada, a sua volta, dal divano.
Vedendo la sua faccia sconvolta, questa volta, sono io quella che scoppia a ridere. Vorrei aiutarlo ad alzarsi, ma sono piegata in due dalle risate e non riesco a fare altro che tenermi la pancia. Si risiede al mio fianco e mi fissa.
Dopo un po' riesco a smettere di ridere, mi asciugo le lacrime fuoriuscite per le troppe risate e gli chiedo cosa ci sia da fissarmi in quel modo.
-Sono contento che ridi e che tu scherzi in questa maniera con me dopo oggi e, poi, sei troppo bella quando ridi- mi dice serio.
Arrossisco coprendomi la faccia con le mani, mani che lui, prontamente, toglie via e le stringe nelle sue. Mi tira a sé e mi abbraccia, lasciandomi poggiare il capo sul suo petto.
-Non ce l'ho realmente con te- gli sussurro ascoltando il rumore del suo cuore, la mia melodia preferita.
-Ne sei sicura?- mi chiede preoccupato.
-Sì, davvero- gli dico sicura.
-Allora mi dici dove sei stata quando te ne sei andata? Non eri con quel pagliaccio, giusto?- mi chiede curioso e geloso.
Non riesco a trattenere una risatina e scuoto la testa.
-No, non ero con Adrian- gli rispondo divertita.
-Ah, è così che si chiama il pagliaccio?- continua, ridendo anche lui, però.
Rido con lui, ma la mia risata si spegne poco dopo: se le cose andassero male questo sarebbe l'ultimo momento che passo con il mio ragazzo, non sono pronta a lasciarlo così presto.
-Come mai hai smesso di ridere tesoro mio? Era uno scherzo di poco gusto?- mi chiede tirandomi su il volto per permettermi di guardarlo negli occhi.
-No, no, anzi...-
-Allora dimmi, tra di noi non devono esserci segreti, no?- vuole aiutarmi.
Non posso dirglielo, non posso lasciargli questo peso e cercherebbe ogni modo per farmi desistere o, ancora peggio, prenderebbe il mio posto per impedirmelo. Per fortuna, sono riuscita a non inumidirmi gli occhi, quindi non può capire cosa mi passa per la testa.
-In realtà, stavo pensando a una cosa- mento con un tono lascivo.
-A cosa tesoro mio?- mi chiede interessato.
-Mi chiedevo a che punto eravamo arrivati prima della riunione, sai, proprio non me lo ricordo- gli rispondo maliziosa.
Non sono sicura di essere pronta per questo passo, ma voglio esserlo perché voglio dargli una prova del mio amore per lui se proprio non dovessi farcela. Farò di tutto per sopravvivere, ma non si sa mai e voglio godermi questi momenti.
Jj non se lo fa ripetere due volte, si fionda voracemente sulla mia bocca, sdraiandosi sopra di me. Lo stacco malvolentieri da me, ma non voglio che se torna la mia migliore amica con il suo ragazzo ci vedano in questi atteggiamenti, così lo alzo e mi alzo a mia volta. Il suo sguardo confuso viene soppresso da uno malizioso quando capisce le mie intenzioni e le capisce solo perché gli ho preso il colletto della sua maglietta arancione del tramonto e la tiro con me verso la mia camera.
Entriamo in camera e mi lancia sul letto, quasi letteralmente.
Si sdraia su di me e, in un attimo, riesce a farmi riempire di brividi di piacere e mi fa sospirare. Inizia a spogliarmi, lanciando i miei vestiti in giro per la camera, cosa che seguo anch'io, lanciando i suoi in posti a me sconosciuti, in un batter d'occhio, ci troviamo in mutande.
Lui si ferma e mi guarda negli occhi dopo aver infilato le dita ai bordi delle mie mutande.
-Ne sei sicura?- mi chiede premurosamente.
Sono troppo ripiena di emozioni per rispondere e, così, mi limito ad annuire, ma questa rassicurazione pare non bastargli, così si stacca, leggermente, dal mio corpo, mi guarda, in modo ancora più profondo, negli occhi e continua a parlare:
-Se non sei sicura o hai dei dubbi non sei costretta, ricordatelo-
Lo guardo a mia volta e capisco di essere pronta, non potrei aspettare e non c'è nessun altro con cui vorrei condividere questo momento, senza contare il fatto che potrei non avere più un momento del genere da vivere.
-Mi fai tutte queste domande perché non sei sicuro tu, caro ragazzo-sole?- gli chiedo alzando un sopracciglio e mordendomi il labbro inferiore.
Sento un "te lo faccio vedere io come non sono sicuro", ma, poi, il suo pollice si avvicina alla mia bocca, facendo in modo che il mio labbro non sia più intrappolato tra i miei denti e mi dice:
-Lascia che sia io a morderti queste belle labbra-
Si stacca, si toglie le mutande, facendo in modo che io mi copra la faccia con le mani, ma lasciandomi un piccolo buco per poter spiare, lo vedo prendere una bustina argentata, ma chiudo il buco tra le dita quando noto che ha notato che lo stavo spiando e, poco dopo, torna su di me, togliendomi le mani dal volto.
Inizia a baciarmi e a mordermi le labbra e senza attendere unisce i nostri i corpi, facendomi scendere una lacrima dal dolore, dolore che sparisce poco dopo.
Appena il dolore sparisce, il mi corpo, la mia anima e il mio cuore volano in un universo dov'è presente solo lui, l'amore della mia vita, Jason.
E così passano il pomeriggio restante e la sera, facendoci saltare, anche la cena.
A sera inoltrata, un leggero bussare ci risveglia dall'amore e dal torpore in cui ci eravamo immersi e lui si rizza in piedi. Si riveste in un batter d'occhio e mi dice che lui sarà uno di quelli che andranno in Texas, viene da me, mi dà un bacio, bacio che, da parte mia, ha molto un sapore d'addio e se ne va verso la porta.
Una volta arrivato alla porta, si volta verso di me, mi guarda intensamente, come a voler imprimere ogni mio dettaglio nella sua mente, cosa che sto facendo anch'io e, salutandomi con la mano, se ne va.
Ora, quelli che non vanno in Texas, verranno qui per decidere come muoverci e poi si partirà. Loro partiranno, io aspetterò un Dio che mi porterà, per la seconda volta in un giorno, sull'Olimpo a portare a termine la mia idea.
Che gli Dei mi assistano!
Per tutte le balene! Mi devo vestire!

The Her Saga #2 - The GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora