Capitolo 17: Duele el corazon

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Ho attraversato il lago, camminandoci sopra, con una seriosa calma

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Ho attraversato il lago, camminandoci sopra, con una seriosa calma.
Come si dice, questa è la calma che precede la tempesta.
Busso al portone, voglio annunciarmi e dargli il tempo di capire in cosa si è cacciato.
La porta si apre e due guardie sono di fronte a me.
Una, immediatamente, corre verso le scale, probabilmente a informare il loro capo, mentre l'altra mi si para davanti per non farmi passare.
Al momento sto alle loro regole, non posso permettermi di perdere i miei amici per uno scatto d'ira.
Sono in modalità guerriera, niente e nessuno mi potranno fermare.
La guardia di prima torna e mi dice di seguirla. La seguo, in silenzio.
Mi porta in una stanza vuota, dove oltre a me e una porta più avanti non è presente nessuno.
Mi chiude dentro e l'altra porta si apre.
Quella figura mi è famigliare.
Giulio.
-Finalmente mia amata! Pensavo non arrivassi più!- mi dice tutto estasiato.
Reprimo una smorfia di disgusto e non rispondo.
-Oh! Vuoi vedere i tuoi amici?- mi chiede come se non lo sapesse.
-Vieni, vieni! Ti accompagneremo da loro- mi dice con uno strano tono.
Mi apre la porta ed esce prima di me, oltre la porta trovo ad attendermi, oltre a lui, Adrian.
-Adrian?- chiedo sorpresa.
In risposta ricevo solo un cenno con il capo e un ghigno malvagio sulle sue labbra.
Rischio di non trattenermi più.
Potrei esplodere da un momento all'altro.
Uno mi cammina davanti, Giulio dietro.
-Ti stai godendo il panorama?- gli chiedo, improvvisamente consapevole di indossare un paio di jeans che mi fanno un lato b favoloso, parole del mio ragazzo, non mie.
Una risata si leva dalle mie spalle e la prendo come un'affermazione.
Mi sono già persa in questo marasma di corridoi e scale tutti uguali.
Finalmente ci fermiamo davanti a una porta azzurra.
-Entra pure tesoro mio, vi lasciamo un po' di privacy- mi dice Giulio accomodante.
Qui c'è qualcosa sotto, sento puzza di bruciato.
Apro la porta ed entro.
Ciò che mi trovo davanti riesce a inorridirmi pure in modalità da guerra, il che ce ne vuole.
I miei amici semidei si sono parati tutti davanti a Chiara, l'unica che non ha nessun graffio sul corpo.
Gli altri, a cominciare dal mio bellissimo ragazzo, hanno segni di bruciature, frustate e vestiti strappati ovunque.
Tutto questo mi riporta agli incubi che avevo l'anno scorso, incubi mandatomi da Era, quindi Giulio non può conoscerli.
Tutti loro hanno quei segni per colpa mia.
Mi spengo e crollo a terra, colpendo le ginocchia con il pavimento duro e freddo.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Nessuno di loro mi saluta, nessuno è contento di vedermi.
-Che vi è successo?- riesco a chiedere.
Il silenzio si protrae per un tempo che mi pare infinito, poi, finalmente, la mia migliore amica si decide a rispondermi.
-Per colpa tua e della tua prolungata assenza, il tuo malefico ex, ogni ora di ogni giorno veniva qui, prendeva uno di loro e lo torturava fin quando non si stancava. Ogni ora per ogni giorno. Ogni ora per due settimane-
Queste parole mi rompono dentro.
Non so cosa replicare, non so come muovermi, o cosa fare.
Li guardo spaesata, come se li vedessi tutti per la prima volta.
-Dov'eri fino a oggi? Cosa hai fatto in queste due settimane? Perché sei sparita di punto in bianco?- la voce del mio amato è dura, cattiva, pungente.
Ogni sua accusa dentro ognuna di quelle domande mi pugnala il cuore, a fondo.
Vorrei dirgli il perché della mia scomparsa, vorrei dirgli dove sono stata fino a pochi minuti fa, vorrei dirgli che cos'ho fatto, ma non lo ricordo.
-Non lo so, non mi ricordo nulla di queste due settimane.- balbetto tra i singhiozzi che non riesco più a trattenere.
-Come puoi non ricordare nulla? Non ci mentire!- questa volta la sua voce è un grido. Un grido disperato.
Mi accascio ancora di più, portandomi le mani sugli occhi, in un vano tentativo di fermare le calde lacrime che hanno iniziato a scendere sulle mie guance, in maniera copiosa.
Una volta che sono riuscita a calmarle, alzo lo sguardo e punto i miei occhi nei suoi.
-L'ultima cosa di questo mondo che ricordo sei tu che mi saluti per la tua imminente partenza per il Texas- gli dico tra un grosso respiro e l'altro per cercare di calmarmi.
-Non ti ricordi di essere partita per questo posto con il gruppo che era rimasto qui con te?- mi chiede, preoccupata, la mia migliore amica.
Scuoto, violentemente, la testa, mentre le lacrime tornando a bagnarmi il viso.
Chiudo gli occhi, non posso sopportare di vedere il suo sguardo duro su di me, il suo sguardo implacabile e che preannuncia una tempesta, come quello che riservò a Giulio quando lui mi salvò l'anno passato.
Poco dopo, un calore familiare mi avvolge e dei lunghi capelli mi accarezzano le spalle nude.
-Non ti ricordi proprio nulla dopo il saluto di Jason?-
Lei mi crede, lei è qui e mi sostiene, come sempre. Ho ritrovato mia sorella.
-Ricordo, solamente, tanto buio, tanto freddo. Ricordo che l'Oscurità non avrebbe mai dovuto vincere e che non riuscivo a controllare il corpo. Ricordo i miei occhi chiusi davanti a quest'Oscurità che premeva di vincere su di me.- prendo un respiro profondo e continuo il mio lungo discorso.
-Quando mi sono svegliata ero a casa, con mio papà. È stato lui che mi ha raccontato di cosa vi fosse successo e che sono stata priva di sensi per tutto questo tempo. Mi ha detto, anche, che quando ricorderò capirò tutto e potrò usare non so che cosa. È stato sempre lui e trasportarmi qui- finisco di raccontare abbracciando il più forte possibile la mia migliore amica.

Pian piano sento avvolgermi da molto calore, mi stacco leggermente dal corpo femminile che mi donava conforto e vedo che sono quasi tutti attorno a noi, in un grosso abbraccio di gruppo.
Quasi tutti perché il ragazzo che amo è rimasto lì, in disparte. Lontano da me.

Lo fisso.
Non riesco a muovermi e non riesco a chiudere gli occhi.
Lo fisso.
Voglio vederlo e riempirmi della sua figura.
Lo fisso.
Dopo tutto quel tempo passato nel buio, vedere lui è la luce che mi ridà vita e gioia.
Lo fisso.
Giulio pagherà per tutto questo.
Lo fisso.
Ogni segno sul suo bellissimo corpo saranno vendicati.
Lo fisso.
Sciolgo l'abbraccio e mi alzo.

Busso alla porta gridando di non fare il codardo e di venire qui.
La porta si apre.

Una nebbia si espande intorno a me, lasciandomi illesa, mentre vedo gli altri crollare come birilli colpiti da uno strike.
Sento il mio ragazzo mormorare "Oh santo Apollo! Non di nuovo!" poi nessun rumore proviene da qui dentro, fatta eccezione per i loro respiri regolari.

_A/N_

Sappiate che ho già provveduto a trovarmi un posto sicuro dove nascondermi :)
Quando c'è Giulio in mezzo è normale che ci siano guai in paradiso, quindi mettete giù le lance.

Ora vi lascio perchè se parlo un po' di più potrei lasciarvi piccoli spoiler e incitarvi a trovare il mio posticino sicuro (Porco porcospino! Non avrei dovuto dirlo!)
Bye bye!

The Her Saga #2 - The GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora