UNA SORPRESA INASPETTATA
Un mese.
Ventotto giorni, per l'esattezza.
Ventotto maledettissimi giorni di agonia.
E' da ventotto giorni che attendo il suo risveglio.
E' da ventotto giorni che le mie speranze mi crollano davanti agli occhi.
Non pensavo che il tempo potesse trascorrere così lento.
Sono tornato a casa mia circa tre o quattro volte, rifiutandomi categoricamente di abbandonare Giovanni.
E poi casa mia, camera mia, sanno ancora troppo di lui.
La prima volta che ho aperto la porta della mia stanza, mi è venuto il batticuore. E' lì che l'ho abbandonato. E' in quel letto che l'ho lasciato, sussurrando di amarlo.
E' in quelle coperte che ci siamo amati dopo tanto tempo.
Non sono riuscito a reggere, scappando via da quell'inferno che era diventata la mia stessa camera.
Con me ci sono sempre i suoi genitori, pronti ad aiutarmi, nonostante il loro enorme dolore. Sono persone meravigliose che non ho mai apprezzato abbastanza. Un altro errore da aggiungere alla lista.
E' strano pensare che tutti abbiano a che fare con Giovanni. L'ultima persona al mondo con cui avrei voluto sbagliare.
In questi orribili ventotto giorni, Giovanni ha dato qualche segno di vita.
Dopo quella meravigliosa lacrima che mi ha riempito il cuore di gioia, ha anche sorriso. Un sorriso calmo, lieto. Come se, il riuscire a fare quel gesto, lo avesse reso orgoglioso.
E che bel sorriso che mi ha regalato!
E' stato in quell'esatto momento che ho capito che lui è qui, con me. Mi sente, mi capisce, ma non può fare nulla.
Perché quel piccolo simbolo d'amore è apparso proprio mentre io gli parlavo di quanto adorassi i suoi sorrisi casuali. Quei sorrisi che nascevano spontanei, senza una vera ragione, sul suo volto e che mi illuminavano la giornata. Quei sorrisi che, a volte, si trasformavano in una sonora risata che mi rendeva felice.
Ecco, proprio mentre gli ricordavo questo suo dettaglio che tanto amo, lui mi ha risposto. Esattamente con ciò di cui gli stavo parlando.
Mi sono sentito forte in quell'attimo. Consapevole che, con le mie parole, con la mia vicinanza, sarei riuscito a riportarlo a me.
L'ho ringraziato, spiegandogli che il suo sforzo non era stato vano. Avevo capito. Sapevo che lui mi sentiva. Gli ho promesso che avrei sfruttato questa scoperta.
E l'ho fatto.
Da quel giorno, esattamente ventun giorni fa, ho aumentato il numero di racconti quotidiani. Riporto alla mente tutti i ricordi più belli che possediamo e gliene parlo, descrivendo quanto bene e quanto felice mi sentissi quando lui era accanto a me.
Le parole ormai escono da sole. Non c'è più bisogno di controllarle. Non sento più la necessità di filtrarle.
Fuoriescono dal mio cuore e si riversano direttamente nel suo.
Sono collegati. Io so che lo sono perché i miei battiti seguono quelli del monitor che li controlla. Se accelerano, accelerano anche i miei.
Se quella maledetta linea verde inizia ad appiattirsi, anche il mio cuore rallenta paurosamente, attanagliato dal vivo terrore che quel terribile bip indichi la fine della vita del mio ragazzo. Che quell'orribile bip segni la fine della mia vita.
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Ci eravamo detti addio// Camperkiller
Fanfiction-Credo che...dovremmo...cioè...finirla qua...non ha più senso continuare...- Le sue parole sono come una pugnalata allo stomaco. Nonostante tutti i miei errori, mai avrei pensato di arrivare a questo punto. Nonostante tutte le mie cazzate, ho semp...