3. Circolo di vendetta (R)

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"Non vuole vedere sua sorella?"

"Sì, grazie. Mi farebbe piacere"

*                               *                                   *

Una volta uscito dalla mensa, si avvicina la biondina di prima e mi chiede, mentre si attorciglia i capelli all'indice:"Tu e la tua amica siete nuovi, giusto? Non vi ho mai visti", "Sì, siamo nuovi: arrivati questa notte" rispondo abbastanza brusco, decidendo di soprassedere sulla questione "amicizia".
Mi guarda attentamente e sussurra:"Fai attenzione, ti prego, te e quella ragazza.
Posso dirvi solo questo, per il resto non mi crederesti", "Non so cosa tu voglia dire, ma spostati. Ora, se permetti, vorrei andare" me ne vado.
Non avendo niente da fare prima di andare dalla strizzacervelli, decido di andare in camera e, dopo aver percorso il corridoio trovo il dormitorio.
Davanti a me ci sono due corridoi, uno per i dormitori delle donne e l'altro per gli uomini. Entrambi sono fortemente illuminati grazie a delle lampade a neon e davanti ad ogni porta ci sono della telecamere.
Guardo l'appunto scritto a matita: Purtroppo il tuo compagno di stanza è impossibilitato  ad accogloerti al momento e, per una quantità di tempo sarà assente, spero che te la sappia cavare anche senza di lui.
Sbuffo contrariato: in quanto lupo solitario, non sono molto allettato dall'idea di avere un coinquilino, ma mi solleva il pensiero che per un po' non sarà presente. Spero solo che sia silenzioso, che si faccia gli affaraccci suoi e che non mi imponga regole che limitino la mia libertà.
Apro la porta e rimango sorpreso nel vedere che tutti i miei bagagli sono messi sul letto, così, in quattro e quattr'otto, riempio l'armadio e mi stendo sul letto.

Sfiga vuole che, dopo poco che mi sia sdraiato e abbia chiuso gli occhi, mi vibra il telefono: Ciao Ethan, sono Mayra. Caso in cui te lo stessi chiedendo, ho preso in prestito il tuo telefono quando stavi dormendo.

Meglio tenersi stretto il telefono con questa cleptomane manolesta affianco: vorrei evitare di essere derubato una seconda volta.
I

ntollerante al prossimo ed irritabile per natura (sopratutto con delle mocciose cleptomani), le scrivo un simpaticissimo: Non mi sembra di avere chiesto il tuo numero.

La risposta è immediata: Qualcuno si è svegliato con la luna storta😂. La psicologa è nel secondo plesso, assieme all'infermeria. Io ci sono appena stata, ora tocca a te. Un avviso: αll'inizio è una stronza, ma poi migliora.


Guardo l'ennesimo punto sul foglio e mi rendo conto che la mia psicologa è in realtà un uomo, alzo le spalle riflettendo sul fatto che, essendo l'Istituto piuttosto popolato, probabilmente sono in due.
Questo Istituto è diviso in tre costruzioni: il primo, che è quello dove siamo noi, ha annesso l'ufficio della preside e il magazzino dove abbiamo passato la notte; il secondo che ospita l'infermeria e la psicologa e il terzo dove sono presenti su due piani la piscina e la palestra. Quando siamo arrivati ieri sera non ci eravamo resi conto di quanto fosse grande questo luogo.

Senti un po', mocciosa, non so che idea tu ti sua fatta di me, ma stammi alla larga. Non sono minimamente interessato a fare la tua conoscenza.

Replico scocciato. Non ho la minima voglia di avere appresso una ragazzina.

Mhmm... Fammici pensare... Nope.

Perché al mondo esistono persone fastidiose come delle zanzare? Dovrebbero sterminarle tutte, senza alcuna pietà.

L'ufficio dello psicologo non è spoglio come l'ufficio della preside, al contrario: è piuttosto addobbato con immagini bucoliche e di animali selvatici; le pareti sono azzurro pallido, mentre le due sedie davanti alla scrivania hanno una tonalità più accesa e la scrivania è celeste. Questo colore è talmente dominante che, con la luce filtrante dalla finestra, mi sembra di stare sott'acqua.

Assassination IstituteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora