4. Mayra

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4. The con il cappellaio matto (pt. 1)

"Loren, Loren. Riesci a riconoscermi?"

"Va via, mostro! Va via. Infesti i miei sogni, non infestare anche la mia realtà!"

*                                        *                                        *

"Mayra, c'è qualcosa che ti preoccupa? Ti vedo piuttosto scossa" mi dice la mia nuova amica, "Sì, sto bene, tranquilla. Mi devo solo abituare a questo posto, tutto qui" Mento.
Ho incontrato questa ragazza poco dopo essere tornata dai lavori forzati: volevo farmi una doccia per eliminare il sudore, quando mi sono accorta che non avevo lo shampoo. Allora lei me lo ha prestato e da lì ci siamo messe a parlare, dimenticandomi del mio scopo originale.
Elizabeth è una ragazza molto dolce, gentile, sempre pronta ad aiutare il prossimo, ma è troppo ingenua e ho paura che la gente se ne approfitti.
"Piuttosto, tu cosa stai facend..." chiedo mentre mi giro nella sua direzione.
In silenzio, sta fissando un punto indefinito davanti a sè, sta ferma e in silenzio, respira a malapena, ma i muscoli della sua faccia sono contratti dalla paura e dallo sgomento. Mi precipito verso di lei e la scuoto con vigore:"Elizabeth, ehy, Elizabeth! Stai bene?" Ma da parte sua non ottengo nessuna risposta.
Sto per chiamare aiuto quando ritorna in sè. Ora i suoi occhi, al posto della vuotezza di prima, sono attraversati da un autentico stato si panico, il suo esile corpicino è scosso dai tremori ed è sul punto di mettersi a piangere.
Di colpo mi abbraccia mentre è scossa dai singhiozzi:"Orribili... cose orribili" sono le uniche cose che riesco a capire. Per la prima volta nella mia vita, mi trovo nella scomoda situazione di dover consolare qualcuno ma di essere totalmente incapace nel farlo. Così le batto una mano sulla spalla destra mentre faccio del mio meglio per rassicurarla:"Ehm... sì. Tranquilla. Va tutto bene", "Tu non capisci. Io... ho visto... questo posto che diventava un lavo di sangue" singhiozza inzuppandomi la maglia di moccio, lacrime e mascara.
"Sì. Tranquilla. Non è reale" dico come un disco rotto, "Tra poco c'è la festa, sai già cosa metterti?" Cerco maldestramente di cambiare discorso; "Mhmm" e tira su con il naso, "rimango vestita così". E io annuisco distrattamente mentre cerco qualcosa per cambiarmi.

Anche io non mi sarei cambiata se qualcuno non mi avesse smoccicato sopra.

Così apro l'armadio e prendo la prima maglia disponibile e me la indosso.
"Cominciamo ad andare? Mancano appena cinque minuti all'inizio della festa" propongo ed Elizabeth annuisce ancora assente.
"Lizzy, da quanto tempo sei qui dentro?" Chiedo, "Da circa tre anni, avevo dodici anni quando mi hanno messo qui. Diciamo che io e mio fratello conosciamo praticamente tutti quanti in questo livello" risponde.
"Tuo fratello? Chi è?" Domando incuriosita, "Quello a cui hai fatto un occhio nero oggi" risponde tranquillamente, "Ops, non lo sapevo" abbasso la testa per nascondere l'imbarazzo visibile sulle mie gote.
"Tranquilla, non l'ha preso sul personale. Anzi, ha detto che hai un buon gancio destro" mi rassicura lei, "E digli che la cosa è ampliamente ricambiata" dico mentre mi tocco il labbro inferiore tumefatto.
Appena tornata dai lavori forzati ho sentito un sapore metallico in bocca e mi sono accorta che mi stava sanguinando il labbro.

Accidenti a lui, lo sento ancora pulsare. Forse lui non l'ha preso sul personale, ma io sì.

"Come mai sei nel livello azzurro?" chiede, "E te?" domando senza sbilanciarmi troppo. Non vado fiera di quello che ho fatto e se potessi tornare indietro nel tempo non ucciderei quell'uomo; anche se venire in questo posto mi ha fornito l'opportunità di scappare dalla mia famiglia.
Elizabeth comincia titubante:"Ecco... ho ucciso una persona", "Questo lo so: se non avessi ucciso nessuno non saresti qui. Quello che voglio dire è che non sembri una di quelle persone che..." comincio a dire, ma lei mi interrompe:"Scusami, ma preferisco non parlarne" e annuisco comprensiva.
"Io invece ero una ladra, anzi... sono una ladra: non credo che essere in questo posto possa cancellare ciò che sono stata fino ieri" racconto per spezzare il silenzio pesante che è calato, "Qualche giorno prima che mi prelevassero da casa mia ho ucciso un uomo. Ero in casa sua quando per sbaglio ho appiccato un incendio, l'allarme anti incendio non è scattato e presto tutta la casa è diventata un rogo. Io sono riuscita a scappare, ma mi sono procurata un'ustione sulla schiena, quell'uomo non ce l'ha fatta"
Abbasso lo sguardo colpevole, sentendo le lacrime agli occhi.
Entriamo nella sala e noto che oltre a noi ci sono altre tre persone.
La stanza è molto più ampia della nostra, ha le pareti bianche ricoperte da una specie di cuscino, non ha finestre -la luce viene da una lampada a led sul soffitto-, ma qui e la sono disposti delle sedie e dei tavoli e poco più in là c'è un frigo.

"Che strana questa stanza, sembra che ci abbia vissuto..." comincio a parlare, ma la ragazza al mio fianco mi anticipa:"...Un matto? È proprio così. Non conosco bene i dettagli, ma sembra che cinquant'anni fa ci fosse rinchiusa una piuttosto problematica. Si dice che un giorno questa persona si sia suicidata in circostanze misteriose e che il suo fantasma vaghi ancora tra queste mura".
"Ma non aveva una camicia di forza?" domando, "Non lo so. Sono fatti accaduti ormai mezzo secolo fa, anche se ci ripenso ho ancora paura" risponde.
La porta si apre ed entrano i primi invitati: il fratello di Liz che fa perennemente coppia con il pelato di oggi, altre cinque persone che non conosco.
"State parlando del Bloody phantom?" sbuca una ragazza alle nostre spalle.
Ha gli occhi azzurri circondati da uno spesso strato di nero, una ciocca di capelli lisci viola le copre un occhio, agli orecchi ha dei dilatatori e un rossetto nero, perfettamente in tinta con i vestiti borchiati che indossa.
Qualche tempo fa lessi da qualche parte che le persone che si vestivano in questo modo sono chiamati emo, oppure anche "figli del diavolo" secondo mia nonna.
"Conosco bene quella leggenda. A quanto pare ogni avvenimento strano che accada è imputato al fantasma" continua, "Avvenimenti misteriosi?" domando curiosa, annuisce:"Sì. Ogni tanto avvengono delle sparizioni improvvise e a chi si pensa? Al fantasma! Avvengono dei misteriosi incidenti? È stato sicuramente un fantasma". "Spero che il fantasma non mi faccia niente di male" sussurra la bionda, "Perchè si chiama proprio Bloody Phantom?" domando, "Un anno dopo la sua morte, nello stesso giorno, delle persone cominciarono a sanguinare dalle orecchie, dal naso, dalla bocca e dagli occhi. Ancora oggi non si ha la più pallida idea di cosa sia successo e molte persone sostengono che sia opera del fantasma" spiega.
"Ti prego, ti prego, basta! Questa notte faccio gli incubi!" esclama Elizabeth con voce insolitamente acuta mentre si tappa le orecchie. Io e la ragazza ridacchiamo silenziosamente.
Personalmente non credo nei fantasmi e nelle creature paranormali, anche se la storia del sangue che usciva dagli occhi mi ha inquietato e non poco.
Trascorriamo ancora circa mezz'ora a parlare e quando la ragazza, che si è presentata come Jessica, se ne va, Lizzy mi chiede:"Per caso ti è successo qualcosa oggi pomeriggio? Fino a qualche minuto fa eri piuttosto preoccupata" mi chiede, "Diciamo che... ho avuto un brutto incontro oggi pomeriggio" dico mentre sento ancora l'angoscia che ho provato quando ho incontrato Joker.
"E tu? Cosa ti è accaduto prima? Ero veramente preoccupata" domando, "A volte ho delle visioni. Non so cosa le scateni o quando vengano, ma quando lo fanno, mi lasciano sempre sconvolta e scioccata" risponde guardandosi le punte dei piedi; "E cosa hai..." comincio a chiedere, ma una voce mi interrompe alle spalle:"Chi è che sta importunando la mia sorellina?". Mi giro con sguardo astioso e le braccia incrociate al petto:"L'incapace che si è fatto pestare da una donna" e lui ribatte:"La stronza di oggi" e ci guardiamo in cagnesco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 31, 2018 ⏰

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