Capitolo 5

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Con sguardo perso osservo le occhiaia sotto i miei occhi e poi tutto il mio viso. Nonostante abbia 115 anni, ne dimostro a mala pena 20. Passo uno sguardo sul resto del corpo. A volte mi faccio schifo da sola e capisco perché lui mi ha rifiutata. Ma mi riprendo subito, consapevole che non posso permettermi una simile debolezza. Ho un branco sulle spalle e il destino di duemila persone. È passata una settimana dalla riunione e oggi ricade l'annuale in vestizione. È una specie di festa per i bambini e lo era anche per me. Mi sistemo la tuta leggera e prendo una grande felpa per coprirmi le spalle, anche se non ne ho bisogno. Mi dirigo con passo veloce all'arena mezz'ora prima che inizi la cerimonia e, entrando dall'ingresso secondario, mi dirigo verso gli spogliatoi. Maschero il mio odore e il mio viso mentre apro la porta e mi dirigo con sguardo basso in un angolino. Nessuno fa caso a me, ma io ho le orecchie aperte. Sento due lupi che si scontrano .

<Guarda dove cazzo vai, novellino> dice il primo.

<Mi dispiace> risponde il secondo.

<Non mi interessano le tue scuse, ma ci puoi giurare che non la passerai liscia> ribatte. Non mi piace per niente il tono che ha usato.
<Quando diventerò beta, ti renderò la vita un inferno> e per dargli un assaggio, carica un pugno diretto verso l'occhio,  ma viene fermato in tempo da Mike, un lupo veloce e giusto. L'avevo adocchiato già da tempo e ora so chi è adatto a quel ruolo tanto richiesto.

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