capitolo 6

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La musica flebile risuona tra di noi, mentre il buio e l'oscurità avvolgono la città. L'orologio del mio telefono segna le dieci e trenta, siamo in ritardo. Alla fine Jack è venuto a prendermi chiedendo l'indirizzo di casa a Nathan. E ora siamo qui in un silenzio rilassante che ci godiamo i suoni del mondo, ascoltando, a basso volume, la radio che trasmette qualche vecchia canzone.
Finalmente riusciamo ad arrivare anche se con quaranta minuti di ritardo. Il locale è poco luminoso e sembra vecchio, gli unici colori che si vedono sono il verde scuro e l'intonaco che cade a pezzi, sbiadito e che lascia intravedere il legno. Ci avviciniamo al bancone di legno e agli sgabelli di pelle forati. Il bar è comunque pieno e si sentono risa ovunque. La barista bionda si avvicina a noi e fa un cenno d'amicizia a Jack che le sorride. Lo guardo incuriosito e lui mi fa segno che me lo spiegherà dopo. Ordiamo due birre, evidentemente si conoscono perché nessuno chiede i documenti, nonostante si veda che siamo sedicenni. Sul palco poco spazioso, e che scricchiola ad ogni passo che il cantante fa. Si esibisce la band di cui mi aveva parlato Jack. Hanno tutti più o meno vent'anni e cantano e suonano canzoni vecchie di chissà quali band. Dai i loro movimenti sicuri ed energici si vede che sono molto in sintonia e la gente seduta ai tavolini davanti al palco non fa altro che urlare o ridere per i movimenti strani o le espressioni divertite del gruppo. "Come fai a conoscere questo posto?" Chiedo a Jack meravigliata guardandomi attorno. "Anche se non è il posto più popolare di New York non vuol dire che non ci si diverta." La canzone finisce ed un polverone di applausi si alza dalla folla con urli, schiamazzi e persone che consigliano al cantante di ritirarsi dalla carriera. Scendono dal palco e si dirigono verso di noi grondanti di sudore e sorridenti. "Jack sei venuto all'ora e chi hai portato....wow una ragazza!" Esclama urlando il batterista.
"Si lei è Sophie, un'amica." dice battendo il cinque a tutti. Sorridente li saluto e, dopo le presentazioni, scopro che si chiamano Scott, il cantante, Aroon, il batterista e Morley il chitarrista.
"Come vi conoscete?" chiedo sperando di capire come mai Jack conosca tutti qui. "Erano amici di mio fratello,e ora sono amici miei. Ci vedevamo sopratutto quando lui veniva qui nel bar di sua madre" racconta indicando Morley "e portava anche me, e così siamo ancora amici." Annuisco alla spiegazione, non sapevo che Jack avesse un fratello,avrei preferito saperlo. Ma lo conosco da così poco che non so quasi niente su di lui. La barista bionda ritorna e bacia Scott con affanno dicendogli che sono stati bravissimi, poi offre l birre agli altri due. "È la sua fidanzata e la migliore amica di Morley. Serve in questo bar da quando era al liceo e non ha mai smesso." Altre due ragazze, una mora e ricciola mentre l'altra bionda e con due occhi azzurri nitidi si avvicinano a noi e si siedono sulle gambe dei componenti della band, di Aroon e del batterista. La ragazza mora ha una carnagione olivastra e degli occhi scuri quasi neri e i capelli arrivati le si fermano alle spalle dove è vestita con una maglietta e dei jeans rosa a vita alta. L'altra ragazza è chiara di carnagione e sembra così fragile, ha dei lunghi e dritti capelli che le arrivano alla schiena dove un vestito blu le contorno i fianchi, tanto perfetti che sembra una bambolina. "Loro sono Jane ed Emma." dice indicandole. Entrambe mi rivolgono un sorriso e baciano i loro fidanzati. "Quindi Sophie raccontaci un po' di te." Propone Morley felice.
"Non ho molto da dire su di me..."
"A lei piace leggere e scrivere." parla per me Jack, ricevendo da parte mia uno sguardo stralunato, mentre lui continua a guardarmi sorridente." Davvero hai mai scritto qualcosa?" chiede stavolta Jane, la bambolina. "No, non scrivo per nessuno, più per me stessa." dico sperando che non mi facciano più domande su di me, non so brava con le risposte. Annuisce e mi sorride per poi prendere la birra e alzarla "Un brindisi per Sophie, sperando c he qualche volta ci farà leggere qualcosa di suo." Tutti alzano la birra, me compresa per poi brindare.

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