Capitolo 2

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Il mio telefono vibrò nella mia tasca, un messaggio da parte di Sarah, la mia migliore amica, avevamo subito legato all'asilo con molta facilità. Eravamo due pesti e chiunque volesse impossessarsi dei nostri giochi doveva vedersela con noi, anche adesso al liceo eravamo molto unite e ci aiutavano per qualsiasi cosa. Lei aveva, come me, i capelli lunghi e marroni e due occhi scuri, invidiavo i suoi occhi perchè anche con un solo sguardo riuscivano a trasmetterti emozioni diverse, mentre i miei erano freddi, impassibili ad ogni cosa. Lessi il messaggio
A Sophia da Sarah:
"Anne ci deve parlare ha detto di fare in fretta, dove sei?"
"Sto arrivando. Di cosa?"
"Non lo so speriamo non sia come la scorsa volta."
Risi al pensiero, Anne qualsiasi cosa le capitasse doveva condividerla con noi, anche quelli più imbarazzanti e strani. Anne era una delle più popolari a scuola, era bionda e aveva degli occhi blu che accalappiavano qualunque ragazzo, cosa che lei sfruttata molto. Arrivai davanti a scuola e salutai i miei fratelli per poi dirigermi verso il mio gruppo di amiche, eravamo circa cinque: io, Sarah, Anne, Mairie e Bella. Mairie e Bella erano gemelle, ma non erano uguali nemmeno di aspetto la prima era mora con gli occhi grigi mentre la più piccola, di pochi secondi, aveva i capelli lunghi rossi e aveva gli occhi di un colore indefinito, le sue lentiggini che si espandevano sulle sue guance erano sempre presenti e nonostante agli occhi di tutti risultava piccola e indifesa aveva un caratteraccio che faceva paura persino a me. Salutai le ragazze e ci sedemmo su una panchina del giardino. "Anne di cosa ci dovevi parlare? Spero sia qualcosa di interessante di ciò che hai trovato a casa di tua nonna." disse con aria annoiata Bella che provocò le risate di tutte noi e uno sguardo arrabbiato di Anne che iniziò a parlare "Non parlerò più di mia nonna, ma di persone molto più interessanti...vedete quei ragazzi laggiù....sono del quarto e quinto anno, alcuni. Io li conosco tutti. Quest'estate mio padre mi ha portato in California e loro erano i miei vicini di casa!" Osservammo tutte il gruppetto di ragazzi che rideva e scherzava; erano più grandi di noi ed alcuni erano veramente alti. Ci osservammo e Mairie sussurrò "A me fanno paura..." Anne la guardò torva e riprese a parlare "Ragazze mica vi mangiano, anzi, adesso ci vado a parlare. State a guardare." si alzò dalla panchina e si incamminò verso di loro mentre noi ci scambiammo qualche parola sul fatto che non fosse una buona idea. Arrivò da loro e incominciò a parlare, ma eravamo troppo lontane per sentire "Capite quello che sta dicendo?" domandò Sarah che si sforzava di leggere il labiale. "Dimmi che non lo sta per fare...dimmi di no..." imprecava Bella. Nell'esatto momento in cui finì la frase Anne ci indicò e noi imbarazzante ci girammo tutte dall'altra parte. "Che figura ci ha fatto fare! Io giuro che non le rivolgo più la parola, io non voglio conoscere quei tipi!"continuava a lamentarsi Bella. Anne arrivò da noi correndo sui tacchi e con un sorriso esclamò "Mangeremo con loro a pranzo! Oddio sono così felice e poi sono così belli. Sono stra simpatici e secondo me vi troverete tutte il ragazzo e tutto grazie a me!" Continuò a fantasticare su quanto fossero belli fino a quando non le dissi di smetterla e lei col broncio smise. Salutai le altre e con Sarah al mio fianco entrai a scuola, cercai il mio armadietto e misi dentro i libri poi ci catapultammo in bagno a raccontarci della nostra estate. "Ho conosciuto un ragazzo qui a New York abita nella periferia, si chiama Ethan e ha un fratellino piccolo, credo abbia l'età di Chloe, ma non ne sono sicura. Era bellissimo occhi scuri e capelli marroni poi aveva un bellissimo fisico...." " Contieni gli ormoni ragazza!" ridacchiai io mentre lei scoppiò a ridere. La campanella suonò e fummo costrette ad andare in classe: io religione lei geografia. L'aula era colma di persone che non ascoltavano la professoressa che nemmeno lei aveva voglia di spiegare infatti si mise a guardare un documentario sul medioevo e i cristiani che solo i ragazzi in prima fila guardavano, gli altri giocavano con palline di carta, si scambiavano bigliettini e alcuni svolgevano compiti per le ore successive. L'ora finì in fretta come le altre. Ci incontrammo tutte in mensa e, contro voglia, ci sedemmo nel tavolo dei ragazzi più grandi. Io finii tra Bella e Anne che era di fronte a un ragazzo da gli occhi neri e i capelli rossicci. Tutti rimanemmo in silenzio ad osservarci, ma nessuno aveva il coraggio di parlare, l'imbarazzo si stava facendo strada in ognuna di noi quando un ragazzo chiese "Ma voi chi siete?" Anne lo guardò con un sorrisetto malizioso mentre Bella al mio fianco sussurrò "Di bene in meglio..." ridacchiai silenziosamente. Anne incominciò a presentarsi e presentarci quando venne interrotta da Bella "Possiamo presentarci anche da sole Anne, grazie." La ragazza le fece la linguaccia e riprese a parlare. I ragazzi si presentarono tutti. Erano i soliti tipici ragazzi americani a cui piacevano le feste movimentate, le serate piene di alcool e le ragazze perfette e popolari. Incominciai a parlare con Bella su quanto fossero schifosi i piatti che servivano a mensa; lei e io ci conoscevamo dalle medie, ricordo che in quel momento era molto sola per il suo caratteraccio ed esclusa da tutte le ragazze, solo io e Sarah riuscimmo a starle vicino per questo siamo molto legate. "Credo che il purè di patate sia l'unica cosa decente...ed è veramente pessimo" affermai provocando una sua risata "È buono quando non te lo ritrovi completamente ghiacciato e pieno di cose verdi di chissà cosa!" ridemmo all'unisono per poi venire interrotte da una voce maschile. "Il migliore piatto della scuola sono sicuramente le crocchette di pollo, anzi, sono le migliori!" parlò il ragazzo dagli occhi scuri e i capelli tendenti al castano chiaro, ci osservava sorridente mostrando il suo sorriso perfetto anche se noi eravamo rimaste immobili. "Io sono Nathan comunque, e voi siete?" chiese sempre con una voce calda come se si aspettasse che ci saremmo sciolte ai suoi piedi. "Io sono Sophia e lei è Bella....comunque le crocchette che tanto adori provengono da animali di non si sa quale specie, quindi attento." gli rivolsi un sorriso falso mentre la ragazza accanto a me lo studiava attentamente. Nathan mi rivolse un altro sorriso per poi ritornare a parlare con Mairie sul fatto che non ci fossero professori normali a scuola. "Secondo me la più normale è quella di letteratura, spiega molto bene." affermai e Nathan si girò verso di me scattante "Segui il corso di letteratura?" chiese con aria interrogativa "Si, lo adoro. Anche se la professoressa mi ha costretto a iscrivermi al corso di teatro per al meglio i 'grandi classici'." ridacchiò per poi dire che costringeva tutti anche contro la loro volontà. Dopo pranzo riportai il mio vassoio sui tavoli principali della mensa fino a che Nathan non mi affiancò e domandò "Potresti darmi il tuo numero così ci teniamo in contatto e qualche volta potremmo incontrarci per parlare dei 'grandi classici'." annuii alla sua affermazione e ci scambiammo i numeri di telefono. Raggiunsi il gruppo che si scambiava pareri sui ragazzi appena conosciuti. "Ehi Sophie vedo che ti sei trattenuta con Nathan magari nascerà un nuovo amore!" alzai gli occhi al cielo e risi "Non nascerà proprio un bel niente ci siamo solo scambiati i numeri." vidi i sorrisi di tutte ciò voleva dire che erano tutte riuscite ad avere la meglio su un ragazzo. Tutti tranne Bella, lei era rimasta ad ascoltare le mie conversazioni senza dire una parola, ma era fatta così, molto diffidente verso tutti e se lei decideva che potevi entrare nella sua cerchia di amici, ci entravi, se no per lei eri uno sconosciuto. La campanella suonò e finalmente usciamo da scuola dopo altre due lezioni. All'uscita mi aspettavano Nick e Lucas che chiaccheravano. Li guardai e per un momento mi mancò il legame che non avevo stabilito in questi anni con loro, forse era colpa mia per la mia non presenza o forse perché ero una ragazza e loro non avrebbero mai confidato a me segreti da maschi. Li raggiunsi e ci incamminammo tutti e quanti verso casa.

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