Capitolo 4

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Mi svegliai quella mattina solo quattro ore dopo essere andata a letto, ma stranamente tranquilla e paradossalmente riposata. Mio figlio dormiva tranquillo nel mio letto. Gli sistemai dei cuscini intorno, per evitare che potesse girarsi di colpo e cadere, e scesi di sotto dove trovai Eleonora intenta a preparare la macchinetta del caffè.

" Buongiorno Sa, già sveglia?"

"Si, perché? Sai che mi sveglio sempre presto la mattina."
"Si, lo so bene. Ma io quando faccio le quattro di solito dormo qualche ora in più..."

Sapeva che ero stata sveglia fino a tardi?! Avevo cercato di essere più silenziosa possibile.

" E tu come lo sai?"

" Giuro che non stavo origliando, ma ieri sera ti sentivo ridere e quindi mi sono incuriosita... ho sbirciato e ti ho vista parlare in video chat con qualcuno..."

Abbassai lo sguardo imbarazzata, ma lei mi si avvicinò e mi accarezzo.

"Non devi imbarazzarti, è una splendida cosa! Lui chi è?"

" Volevo dirtelo, ma è successo tutto così in fretta che non avrei saputo come spiegarlo... e comunque non è niente, non stiamo insieme e tra noi non è successo assolutamente niente. L'ho semplicemente incontrato ieri mattina al bar, quando sono scesa a prendere le brioches..."
Lei mi sorrise contenta. Le brillavano gli occhi.
"Tesoro, se questo ragazzo è il motivo del tuo buonumore, della tua allegria e della tua gioia, non lasciartelo scappare."

" Mi ha chiesto di rivederci al bar questa mattina..."

" Beh?! Che ci fai ancora qui? Vai a vestirti e corri lì. Con Alex ci stiamo io e Lolo."
" Lo sai come sono riguardo Alex, mi ero ripromessa che non mi sarei mai fatta distrarre dal mio lavoro a tempo pieno di mamma... ora è tutto così strano."
"Tesoro, sei stata presente ogni giorno e ogni secondo del primo anno di Alex, e continuerai ad essere presente! Ma sei una bellissima mamma di ventuno anni, hai bisogno anche di vivere la tua vita. Non ti sto chiedendo di abbandonare tuo figlio. Ti sto chiedendo di ritagliarti degli spazi per te. Magari con questo ragazzo..."

Sorrisi ma non risposi. Sapevo che aveva ragione, ma non ero capace di pensare a me...

Presi il caffè in silenzio e dopo più di mezz'ora andai a posare la tazza nel lavandino. Mi ci appoggiai e buttando un occhio all'orologio mi resi conto che erano le nove passate. Sbuffai.

"A che ora dovevate vedervi?"
"Alle nove..."

Lei mi fissò negli occhi, ma non disse niente. Non mi aveva mai forzata a fare nulla, ma sapevo che se avesse potuto mi avrebbe urlato contro che stavo facendo una stronzata. Stranamente ne ero già abbastanza consapevole. Sbuffai ancora e poi presi il cellulare. Trovai dei messaggi ma non li lessi, non avevo tempo. Cercai un nome e chiamai.

"Ehi ciao, ti sto aspettando... dove sei?"

"Ehi ciao, si scusami è che ho avuto un piccolo imprevisto...", la mia amica continuava a guardarmi con aria di rimprovero, "...è troppo se ti chiedo di darmi altri quindici minuti? Mi sistemo e arrivo."

Vidi la mia amica cambiare espressione e sorrisi aspettando la risposta di lui.

"Ma figurati, anzi! Ti aspetto."

"Grazie, a dopo."

Chiusi la chiamata e, dato un bacio veloce alla mia migliore amica, corsi a cambiarmi.

Uscita di casa notai che la giornata era meno soleggiata del giorno precedente e meno calda, fui tentata di portare con me l'ombrello ma visto che il bar era in fondo alla strada non mi sembrava il caso, quindi evitai.

Crossbreed || Stephan El Shaarawy ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora