Capitolo 8

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Come ogni adolescente che si rispetti ci sono dei giorni in cui pensi che tutto possa andare per il peggio e te ne rendi conto fin dal momento in cui ti svegli e inizi un nuovo giorno. Non c'è un vero motivo valido, te lo senti dentro e basta. Ti svegli con una strana sensazione addosso e non ne capisci il reale motivo fino a che non te lo spiattellano in faccia.

Oggi credo proprio che sia uno di questi, non so perché, ma ho la brutta impressione che qualcosa non andrà a dovere.

Mi sono alzata di prima mattina credendo che per almeno una volta nella vita non fosse successo niente che avrebbe scombussolato i miei piani o rovinato la mia strana sensazione di pace e invece mi devo ricredere. Non appena ho messo piede in cucina mio padre e Josh si sono ammutoliti immediatamente e da lì è calato il silenzio. La tenzione si taglia con un dito e sono più che sicura di non aver fatto niente di sbagliato questa volta, perciò non riesco proprio a capire questo loro silenzio improvviso.

Vado verso la credenza sotto il loro sguardo attento, prendo un bicchiere pulito, apro il frigorifero e lo riempio con del succo di pera fresco. Mi appoggio ad uno dei ripiani e fisso il muro davanti a me cercando un pretesto per intavolare una discussione, ma mio padre mi precede.

“Emily, dobbiamo parlarti.” Dice lui con tono stanco e provato. Mi indica la sedia vuota difronte a lui e a mio fratello e si appoggia allo schienale della sua sedia in attesa di una mia mossa. Appoggio il bicchiere vuoto sul lavandino e mi siedo davanti a lui come mi ha espressamente chiesto.

“Ho fatto qualcosa che non va?” chiedo pacatamente scrutando le loro espressioni.

“No, tu non c’entri niente questa volta.”

“Allora non capisco perché quest’aria da funerale.” Sospira e punta gli occhi nei miei. I suoi occhi rossi e stanchi mi mettono immediatamente in allerta.

“Ok, adesso mi sto seriamente preoccupando.” Appoggio la schiena sullo schienale di legno della sedia e incrocio le braccia al petto.

“Non so proprio da dove iniziare.” Guarda mio fratello come in cerca di aiuto e lui prende la parola al posto suo.

“Le cose stanno così. La mamma è stata ricoverata ieri sera all’ospedale, ma non è grave come sembra.” Tenta di rassicurarmi addolcendo il tono.

“Ok…” sospiro e mi passo una mano fra i capelli. “È stato lui non è vero?” tutti e due annuiscono e mi osservano preoccupati in attesa di un mio possibile scatto d’ira che pperò non si presenta.

“Il punto non è questo. Devi tornare a Londra per un paio di giorni. Il giudice vuole rivedere le tue accuse e in più devi anche prendere le tue ultime cose dalla casa. Mamma te le doveva spedire in settimana, ma dopo gli ultimi avvenimenti non ha potuto fare niente.”

“Credono che io sia colpevole anche questa volta?” mio padre sbarra gli occhi

“No! Assolutamente no." continua lui "Sei sempre stata nei paraggi di casa quindi non sei assolutamente una sospettata, devono solo rivedere delle cose sul tuo caso. Credo che il giudice si sia accorto troppo tardi che il colpevole in questa circostanza non sei tu, ma qualcun altro.”

“Non capisco dove volete arrivare. Lui è stato arrestato?” scuotono contemporaneamente la testa.

“Nessuno riesce a trovarlo. Ha lasciato solo un biglietto nel quale dice che…”

“Che?” mio padre sospira

“Che è tutta colpa tua e ti verrà a ricercare. A quanto pare crede che se tu non ti fossi intromessa la prima volta che hanno litigato adesso non si sarebbe cacciato in questo casino.” 

Where Have You Been || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora