Where Have You Been

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"Signorina Walker, ammette di aver sparato volontariamente al signor Philips qui presente?" Chiede il giudice alla giovane ragazza

"Sì, ma..."

"È a conoscenza delle leggi di questo stato che vietano severamente ad un minore di possedere un'arma e di utilizzarla?" Continua imperterrito

"Sì, ma..."

"Secondo la legge di questo stato lei sarà obbligata a stare per cinque mesi in un carcere minorile e verrà tolta dalla custodia di sua madre."

"Ma è ingiusto!" Ribatte lei

"La legge è uguale per tutti."

"Ah si?! E allora perché io me ne sto qui in tribunale e vengo accusata ingiustamente di aver sparato ad un uomo senza un valido motivo quando in realtà uno ne ho?" ribatte lei

"Siamo a conoscenza dei fatti e il signor Philips è un rispettato poliziotto. Tutti noi lo conosciamo." 

"Ma è stata legittima difesa!" Urla lei

"Difesa?! E perché mai? Qui l'unico ad essere ferito è l'agente qui presente mentre lei non riporta nessun danno fisico."

"Ha tentato di picchiare mia madre! Sono solo intervenuta per salvarle la vita da un ubriacone che in questo momento le sta mettendo i piedi in testa solo per non essere accusato. Mamma!"la ragazza si volta verso la madre con le lacrime agli occhi. "Diglielo! Digli che l'ho fatto solo per difenderti!" La madre abbassa la testa e la scuote contrariata. L'amore non ricambiato per quell'uomo le aveva annebbiato il cervello facendole negare l'evidenza.

"È vero signora?" Le chiede il giudice. La donna alza la testa e dopo aver guardato il poliziotto per cui si era invaghita si rivolge al giudice.

"No, è tutto falso. Io ed Emily stavamo litigando per uno dei suoi ennesimi ritardi a casa dopo le sue solite scappatelle con le amiche e dopo un po' ha dato di matto. Non appena il signor Philips si è messo in mezzo per difendermi mia figlia ha perso il lume della ragione, ha estratto la pistola dal giubbotto che lui aveva precedentemente appoggiato sul ripiano della cucina e gli ha sparato." La figlia a quelle parole spalanca la bocca scioccata.

"Sta mentendo! L'avrà sicuramente obbligata lui a dire queste stronzate!" 

"Signorina, il linguaggio! Siamo in un tribunale e non con degli scaricatori di porto!"

"Deve credermi..."

"Non voglio sentire altro. Lei è colpevole del crimine commesso e passerà alla custodia del padre. Non ammetto obiezioni! Portatela via."

 [...]

Tutte le volte lo stesso brutto sogno la risvegliava. Erano passati cinque mesi da quando era stata rinchiusa in quel carcere minorile con l'accusa di tentato omicidio e da allora non aveva smesso di fare quel sogno ricorrente.

Le sbarre della sua cella si aprono facendo passare la sua tanto odiata compagna di cella .

Infondo la loro storia non era neanche molto diversa. L'unica differenza tra loro due è che l'altra ragazza si trovava lì a causa del suo ragazzo che l'aveva incastrata dopo un colpo mal riuscito mentre lei per colpa della madre..

"Walker!" Grida una delle guardie facendomi sobbalzare. Mi alzo indolenzita a causa della scomoda brandina su cui avevo dormito. Mi avvicino alle sbarre che vengono immediatamente aperte per farmi passare. "Alle docce!" Mi lancia dei vestiti e richiude le sbarre della cella.

"E questi?"

"Sua madre ha spedito qui tutto quello che aveva nella sua vecchia casa. Adesso si muova!" Preme il manganello sulla mia schiena e mi spinge lungo il corridoio facendomi quasi cadere. "Non abbiamo tutto il giorno. Suo padre sarà qui fra un'ora per portarla a casa e deve essere almeno presentabile!" Mi urla la guardia guardandomi con odio. 

[...]

POV JOSH

La macchina di mio padre si ferma davanti a quell'orribile edificio dove troppe volte ho rischiato di finire e Sam, mio padre, si accascia sul sedile sospirando.

"Josh, so che per te non sarà facile fare quello che ti sto per dire ma..." Dice con voce implorante guardando fuori dal finestrino "Tua sorella ne ha passate veramente tante in questo periodo. Dobbiamo starle accanto e farle capire che noi per lei ci siamo. Ok?" 

"Ci proverò." Dopo un minuto di silenzio mi volto nuovamente verso mio padre. "Posso farti una domanda?"

"Spara!" Mi metto a ridere "Forse avrei dovuto usare una parola diversa." Ammette divertito.

"Già. Tu pensi che Emily abbia davvero cercato di uccidere quell'uomo?" Lui ci pensa su e poi si volta verso di me.

"No. Emily non farebbe mai una cosa del genere senza un valido motivo e credo che in tribunale abbia detto la verità. Conosco mia figlia e so quando dice la verità o no."

"Allora la mamma..."

"Ha mentito. Ha sempre detto tante bugie, ma questa è la più grossa che si sia mai inventata in tutta la sua intera vita. Spero solo che in tutto ciò non ne abbia risentito troppo tua sorella. È una ragazza d'oro. Non se lo merita e..." Aguzza la vista "Oh, eccola. Vado ad aiutarla. Tu stai in macchina."

Mio padre esce evidentemente nervoso e si incammina verso l'entrata di quel gigantesco carcere. Si avvicina a mia sorella e l'abbraccia mentre lei rimane ferma con le braccia lungo i fianchi senza ricambiare la stretta affettuosa di nostro padre. Lui scioglie l'abbraccio amareggiato, raccoglie alcune scatole da terra e viene verso l'auto seguito da mia sorella.

"Ehi, Em!" La saluto sorridente. Lei mi rivolge uno sguardo privo di emozione e mi fa un cenno col capo per poi sedersi dietro di me e non fiatare per tutto il resto del viaggio.

[...]

"Ecco la tua nuova casa. Non è grandissima né bellissima, ma meglio di niente." Dice mio padre facendola entrare. Lei si guarda intorno spaesata e lascia le valigie in terra. "Ti piace?" Lei annuisce senza staccare gli occhi dalla parete.

"Chi è?" Mi avvicino a lei per guardare meglio il soggetto della foto che stava indicando.

"La fidanzata di papà. È simpatica."

"Ok. Posso andare in camera mia?"osservo papà che non sapeva come comportarsi con lei.

"Certo, ti accompagno." L'aiuto con i bagagli e saliamo al piano di sopra. Apro la porta accanto alla mia camera e la faccio entrare. "Ti abbiamo fatto mandare qui tutti i tuoi mobili così ti sentirai più a casa. Spero non ti dispiaccia."

"No, va bene. Grazie." si siede su letto e si a guarda intorno

"Ti lascio sistemare le tue cose. Per qualsiasi cosa puoi trovarmi nella stanza accanto alla tua. Ti chiamo quando la cena è pronta."

"Non disturbarti. Metto in ordine e poi vado a dormire." dice senza degnarmi di uno sguardo

[...]

"Come ti è sembrata?" mi chiede mio padre

"Una che ne ha passate tante e non si fida di nessuno. Dobbiamo darle tempo."

"È così distaccata, mi fa male vederla così"

Where Have You Been || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora