Di male in peggio

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Finalmente parcheggiammo nel vialetto della mia nuova casa. Già a pronunciarlo mi venivano i brividi.

Avevo passato sei ore schiacciata tra una valigia e l'altra, perché sorpresa: avevamo un bagagliaio minuscolo. Mia madre non  aveva minimamente pensato al fatto che Jake avesse un'auto grande come tutto un pullman, no. Ma tanto ero io quella nei sedili posteriori.

Scesi dall'auto, ma mi pietrificai sul posto.

"Oh mio dio. Madre, è questa la casa in cui andremo ad abitare per un tempo indefinito?" Lei mi fece un sorriso dolce guardando verso l'enorme villa bianca che si ergeva maestosa davanti a noi.

"Sono felice che ti piaccia." Disse la voce baritonale di Jake.

Feci un salto di due metri andando a sbattere contro l'auto.

Ma da dove diavolo era sbucato? Era così irritante con quel sorriso.

Mamma, forse per smorzare la tensione disse: " beh, io l'avevo detto  che avresti avuto una stanza enorme."

La guardai di sottecchi.

" Io con te non ci parlo, madre." Anche se, a pensarci bene, prima ero stata io a parlarle.

Mi rivolsi a Jake: "ma quindi è tutta per noi tre? " riferendomi al palazzo che mi stava davanti.

Aveva tre piani, un giardino enorme e...una rete da calcio nel giardino?

"Ma...Jake...io...non so giocare a football. Mamma ti ha detti che sono negata nello sport."

Lui era chiaramente in difficoltà. Chiese aiuto a mia madre con lo sguardo.

Okay. Quì c'era puzza di bruciato.

Ero sicura al cento per cento con il mio cervello da nerd che stavano confabulando qualcosa di estremamente importante, della quale io ne ero completamente all'oscuro.

"Allora?" Feci con tono accusatorio. " che cosa mi state nascondendo?"

Mia madre stava arrossendo. Mi conosceva a tal punto da sapere  che il mio tono di voce non avrebbe certo portato a una conversazione pacifica.

"In realtà è una sorpresa" disse Jake.

"Oh mio dio, no. Madre, non dirmi che stai aspettando tanti piccoli Jake. "Dissi inorridita.

Lei diventò furente. "Amy...come..." disse ancora più rossa quando Jake cominciò invece a ridere di gusto.

"Beh" e mi fece il gesto di entrare in salotto.

"In realtà sono già stati sfornati."

Rimasi allibita. Cosa? Ma....cosa?

Davanti a me c'era il sedere nudo di un marmocchio.

"Kevin! Ma che modi sono questi? Non ti vergogni? Vai subito a mettere qualcosa addosso. Abbiamo ospiti."

Il bambino se ne accorse appena, ma andò a nascondersi dietro il divano. Gli si vedeva a malapena la testa riccioluta.

"No che non mi vergogno. Sono un uomo virile io."

Ma con uno sguardo serio del padre, si mise un cuscino a coprire le parti intime e corse su per le scale.

In quel momento mia madre cominciò a ridere.

Non la sentivo ridere così da tempo ormai.

Forse fu proprio questo a riscuotermi da quello stato di black-out mentale che avevo.

"Un b-bambino?" Mormorai.

"Non è fantastico? Avrai qualcuno con cui giocare" mi disse mia madre con quel sorriso da: sii-gentile-o-ti-taglio-le-gambe.

"Magnifico" mormorai simulando un sorriso.

Già mi immaginavo un falò fatto da tutti i miei libri in giardino.

In quel momento però un Kevin coi capelli lisci e a scodella si buttò giù per le scale, seguito da un altro Kevin con gli occhiali.

"Ci vedo doppio?" Dissi pallida.

"In realtà...quelli sono Zac e Matty. Ragazzi! Per favore!" Disse Jake arrabbiato.

Loro cominciarono a picchiarsi.

Il vero Kevin, vestito, si aggiunse alla mischia urlando:" guerraaaa!!!!!"

Okay.

Avevo bisogno di respirare.

Avevo seriamente bisogno di respirare.

E di un'aspirina.

Nel trambusto che si era creato da quei piccoli diavoletti pestiferi, si era aggiunto anche Jake, intento a separarli.

Infatti, dopo che ne prese due per l'orecchio e il terzo scappò su per le scale, le acque si calmarono.

Beh, non del tutto, perché 'occhiali' cominciò a strillare.

"Ma pelchè non hai pleso anche Zack pel l' olecchio?"

E alle sue proteste si aggiunse un Kevin alterato.

"Si papà. Hai detto che non fai la differenza tra di noi."

Ma poi, da abile padre,  Jake riuscì a calmarli e a mandarli su.

Nei minuti successivi mi sentii chiedere se avevo bisogno di qualcosa, ma non so  come risposi che volevo andare in camera e non so come mi ritrovai per le scale.

Tutti questi eventi erano troppo traumatici da digerire.

Una casa con tre marmocchi.

Mi vennero di nuovo i brividi.



Cercai di ricordarmi la posizione della stanza, perché questo corridoio era pieno di porte tutte uguali.

Non volevo correre il rischio di imbattermi in quei mostriciattoli.

La sfortuna però oggi era dalla mia parte.

Anzi, era la sfiga a essere dalla mia parte.

Si sentì un grido di guerra,poi:"intrusoooo!" E :"Papàaaa ci sono i ladriiiii" da kevin e quello che identificai come Zack.

Erano tutti uguali.

Una moltitudine di teste cominciò a sbucare da ogni porta su quel corridoio.

Ero paralizzata.

Avevo ben sei paia di occhi puntati su di me.

Ma che cosa avevo fatto di male nella mia vita per avere questo orribile spettacolo davanti ai miei occhi?

Poi si sentì un: " pronti? Viaaa!!!" Ma non capii a cosa si riferissero.

Non prima di essere ricoperta di palline di carta.

Dalla testa ai piedi.



Angolo autrice

Eh già. Amy sembra davvero perseguitata dalla sfortuna. Prima deve andare via dalla sua città. Poi scopre che dovrà convivere con un bimbo "virile", poi con tre, e adesso con ben sei persone! Riuscirà a non diventare una pazza isterica? Chissà che cosa avranno in serbo per lei, quei mostriciattoli 😬.
Venite a scoprirlo nel prossimo episodio!😂

A Bungler Girl In A Mad HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora