Inoltrarsi nel territorio nemico

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Jake cercò di farsi strada tra la massa di persone intente a ridere e prese il marmocchio per le spalle, giusto in tempo, perché se l'avessi preso io, prima l'avrei appeso al soffitto, poi gli avrei fatto Dio solo sa  cosa.

"Cosa stai combinando Alfred?"

E se lo portò con sé, non prima di chiedermi infinitamente scusa con la faccia rossa di rabbia.

Scusa un corno.

E adesso chi avrebbe disinfettato  la mia stanza?

Gli altri erano ancora intenti a fissarmi.

"Beh? Che aspettate? Volete una foto?" Dissi minacciosa. 

Uno di loro, forse il più grande, visto che era il più alto, anche più alto di me, disse: "Ciao, sono Edward! "

"Che vuoi Edward?"

Chiesi rimettendo la lampada a posto.

"Credo di dire a nome di tutti che ci dispiace. Chiediamo scusa."

Affermò cercando di non ridere.

Lo fissai minacciosa.

"Allora? Tutto quì?"

"Beh, Alfred è un futuro scienziato. Gli piace fare esperimenti. "

"Quindi si mette a testare in quanto tempo posso appenderlo al muro? " Dissi sarcastica.

Lui fece con se non avesse sentito la mia risposta: "Ognuno in questa casa ha una caratteristica speciale. Io per esempio  sono un giocatore di football." Disse fiero.

Mi sporsi oltre a lui, per vedere se i marmocchi erano ancora sulla porta, per sapere se insultarlo ad alta voce o no.

Forse sarebbe stato meglio di no.

I giocatori di football erano rinominati per la loro illimitata voglia di rompere le scatole.

Poi, visto che non accennavo a socializzare aggiunse: " visto che sarai della famiglia devi conoscerne gli abitanti'"

Le parole 'della' e 'famiglia' mi fecero rabbrividire, ed ebbero lo stesso effetto su di lui.

Quindi mi limitai ad annuire e li mandai tutti fuori.

Visto che appena accennavo a voler riposare, si scatenava il finimondo, decisi di ordinare la mia nuova stanza.

Ripensai ai miei vecchi amici e di come si divertivano in questo pomeriggio.

Di solito, il sabato andavamo tutti e quattro a casa di Leslie e, dopo aver mangiato la pizza, ci guardavamo un film.

Li avevo chiamati almeno due volte ogniuno, per vedere come stavano, ma a quanto sembrava, nessuno di loro era riuscito a ritagliarsi 5 minuti per parlare con me.

Che fossero davvero così impegnati?

Sospirai stancamente.

Prima o poi sarei dovuta uscire per andare a cena, su questo mia madre era stata chiara.

Ma volevo davvero inoltrarmi in quel luogo sporco e pericoloso? Volevo davvero lasciare la mia tana accogliente e quasi sicura?

Dovevo farlo.

Altrimenti avrei scatenato la bestia feroce che era in mamma, e preferivo di gran lunga fare da bersaglio per il lancio delle polpette, che  venire presa per codarda da un paio di mocciosi.

L'enorme corridoio sembrava deserto.

Molto bene.

Uscii furtivamente dalla stanza guardandomi in giro.

Nessuno in vista.

Mi diressi verso il salotto, dal quale mi giunse un profumino niente male.

Sicuramente non era stata mamma a cucinare, su questo ero più che certa.

Che Jake sapesse cucinare?

Poco probabile.

La stanza era piena di marmocchi che giravano intorno al tavolo famelici.

Quando feci il mio ingresso mi guadagnai sei occhiate furiose dai maschi.

Alzai le spalle in segno d'indifferenza.

"Amy, cara!" Mi disse Jake euforico.

Sembrava veramente felice di vedermi a cena. Forse anche sorpreso.

"Jake" risposi al saluto.

"Avanti! Non essere timida, vieni!" Disse indicandomi l'enorme tavolo al centro della stanza.

Mi diressi svogliatamente verso una sedia e mi cu sedetti.

Gli altri fecero altrettanto, ma qualcuno mi spintonò da destra.

"Ehi. Questo è il mio posto!" Esclamò un marmocchio con le unghie colorate col pennarello blu scuro.

Mi alzai e mi spostai sulla sedia vicina, ma quello con gli occhiali...com'era già che si chiamava? Matthew? Matt? No, Matty. Sì. Era Matty, mi fece alzare.

"Ragazzi! Portate una sedia a Judy. Non siate maleducati'" urlò Jake da quella che doveva essere la cucina.

Chissà dov'era Mamma.

" Jake, ti ho detto che preferisco Amy." Dissi irritata mentre nello stesso tempo il giocatore di football si alzava.

" Sì papà. Gliela porto io la sedia a Judy."

Disse soffermandosi sul mio secondo, anzi, terzo nome.

Finsi indifferenza.

"Bravo Eddie." Urlò suo padre di rimando.

Edward si fece paonazzo. "Ma papà...ti ho detto di..."

"Ora basta. Ragazzi è pronta la cena." Disse Jake entrando in salotto.

Mi feci posto tra Tyler ed Edward.

"Grazie, Eddie." Gli dissi sogghignando.

Lui si avvicinò pericolosamente al mio viso.

"Non. Chiamarmi. Mai. Più. Così." Disse sibilando. Incuteva un certo timore.

"E tu non chiamarmi Judy."

Ci fissammo in cagnesco per un'infinità di secondi. Poi lui piegò le labbra in un sorriso mozzafiato e con la consapevolezza di essere sexy, negli occhi.

" Beh, ma non mi hai ancora detto il tuo nome." Disse come se niente fosse.

"Rose Amalia Judith Morgan."

A Bungler Girl In A Mad HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora