Chapter 3

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Tereza arrivò nella sua nuova casa. Poco distante da quella dove aveva vissuto prima di trasferirsi in Inghilterra, letteralmente accanto all'uomo che voleva distruggere con tutta se stessa. Parcheggiò la moto davanti casa proprio mentre, da una 500x bianca, usciva una donna vistosamente sovrappeso, corti capelli neri e vestita senza seguire la moda dato che la sua larga circonferenza non le dava la possibilità di farlo.

Tereza scese dalla moto osservata dalla donna. Fece un ghigno da dentro il casco e decise di toglierselo.

Questo causò una smorfia di sorpresa e odio nella donna.

Tereza non la guardò. Prese le due borse ai lati della sua Harley e cercò le chiavi di casa.

« TU! » urlò lei.

Tereza fece finta di essersi spaventata a causa dell'urlo, ma niente più riusciva a spaventarla.

Si voltò a guardare la grossa donna con sguardo innocente:«parla con me? » chiese.

« Che diavolo ci fai qui!? » urlò diventando rossa dalla rabbia in volto.

« È casa mia. È un problema? Sono appena arrivata in questo paese, non credevo che fosse un problema. So che l'Italia ha strane usanze... » cercò di imitare l'accento russo.

« Ma di che stai parlando, puttana?» sibilò lei.

« Ok. Non so molto delle usanze italiane, ma so che non mi merito questa offesa, soprattutto da una persona che non conosco. » Tereza cercò di sorridere.

« Non mi conosci? Sono la compagna di Antonio, quello che ti scopavi beatamente.»

Tereza sorrise: « non è la prima oggi a confondermi. Ho conosciuto poco fa, credo, il suo compagno e anche lui, come altri, credeva che fossi... come ha detto che si chiamava quella ragazza? Ah, sì! Deanna. Sinceramente non capisco come facciate a sbagliare. In fondo una è morta e di certo non sono io. » ridacchiò Tereza.

La donna rimase in silenzio fissandola cercando forse di capire quello che la ragazza dagli occhi d'argento aveva appena detto.

« Mi chiamo Tereza.» continuò lei vedendo che l'altra non proferiva parola.

« Hai detto che è morta? » chiese invece la suddetta, ignorando la sua presentazione.

« A quanto pare si è suicidata un anno e mezzo fa. Neanche il suo compagno lo sapeva. È rimasto sotto shock quando gli ho fatto vedere i titoli dei giornali inglesi. Poverino, doveva amarla tanto. Mi dispiace per lei, signora. »

« Per me? E perché? Io sono viva e ho ancora Antonio. » fece la grossa, con fierezza.

« Ma non la ama. E nonostante sappia del tradimento continua a stare con uno come lui. Non è qualcosa di cui andare fieri. È qualcosa di stupido. Se fosse successo a me, lo avrei ammazzato.» Tereza si strinse nelle spalle e salì qualche scalino prima di voltarsi verso l'altra: « a me è stato insegnato che non possediamo le persone. È per questo che fanno quello che vogliono. Se fossero nostre, obbedirebbero o per lo meno ci sarebbero leali. Come i miei cani. Buona serata. »

Aprì la porta di casa, entrò e se la chiuse alle spalle, sorridendo divertita.

Entrata si ritrovò in un corridoio dalle pareti grigie damascate nere, vi era un mobile nero, in stile gotico con uno specchio lavorato, sopra vi era una piccola ciotola rossa dove posò le chiavi. Accanto alla porta vi era l'attaccapanni anch'esso nero, ci posò sopra il casco.

La prima stanza sulla sinistra era un piccolo salottino, pareti grigie e all'interno vi era un sofà a tre posti in stile vittoriano. Nero damascato rosso con eleganti e bronzee decorazioni di foglie sui bordi. Una poltrona in tema accompagnava il sofà che non era di pelle perché fa rumore quando ti siedi. Un peloso tappeto nero copriva il pavimento di parquet scuro. Il mobile della televisione era in chiave moderna. un semplice cassone nero su cui erano impilati in ordine alfabetico tutti i film che più amava. Sulla destra invece vi era uno dei due bagni con la doccia, tutta la stanza era completamente bianca. In contrasto con praticamente il resto della casa. L'ultima stanza del piano era la cucina che dava in un piccolo giardino ben curato e in cui stava un dondolo sempre in stile vittoriano coperto da un gazebo azzurro. Le pareti della cucina erano rosse chiaro e i mobili erano alcuni rossi e altri neri. Tutta la casa era pavimentata a parquet nero.

La strega dagli occhi d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora