Chapter 8

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Erano passate alcune ore da quando l'avevano torturata. Tereza si era svegliata dolorante e infreddolita.

Il ghiaccio si era sciolto ma il suo corpo era ancora intorpidito. Appena recuperata la forza necessaria iniziò a fare il conto delle perdite. Sputò un po' di saliva in eccesso che aveva in bocca e mosse piano tutte le estremità. Le dita delle mani si mossero senza problemi, quelle dei piedi lo fecero più lentamente. La testa le doleva tremendamente e il collo scricchiolò quando lo mosse. La schiena era insensibile. Sperò che la pelle non fosse bruciata, non sarebbe stato piacevole guarire. I fianchi facevano un male cane, probabilmente si erano divertiti a darle pugni nello stomaco mentre era svenuta. Contò qualche costola rotta, nessuna ferita grave, niente emorragie interne. Gli organi ancora completamente intatti.

Gliel'avrebbero pagata cara, pensò mentre muoveva i polsi per capire come fare a liberarsi. Le cinghie erano strette molto bene, avrebbe dovuto rompere l'osso per uscire. E lei che sperava di salvarlo, almeno per questa volta. Controllò le gambe indolenzite e si accorse di poterle muovere con più libertà di quanto credeva. Non erano più legate. Questo era un errore da dilettanti. Forse riusciva a salvare il polso, dopo tutto.

Sospirò profondamente e chiuse gli occhi cercando di percepire dei suoni oltre quella stanza.

Così fu. Fuori dalla porta le due guardie armate parlavano tra di loro.

-Quindi domani arriva Candid Patriot. Ho il terrore al solo pensiero.- disse il primo.

-Io sono più preoccupato di quello che c'è in questa stanza. C'è un motivo se la chiamano strega dagli occhi d'argento.- esclamò di rimando il secondo.

-Certo! Ha gli occhi color del mercurio. Ecco perché. L'hai sentita come urlava la tua strega, no?- ridacchiava l'altro.

-Ha fatto cose terribili. Ha compiuto massacri con la stessa facilità di uno starnuto. È l'arma segreta dell'organizzazione. Dovrà pur significare qualcosa, non credi?-

-Adesso a me sembra solo una ragazzina con un sacco di arie! È innocua.-

-Lo spero. Domani sarà morta e potrò tirare un sospiro di sollievo.-

-Fifone. Nel frattempo godiamoci l'ennesima tortura che ne dici? Tra poco dovrebbero arrivare. Spero solo che sia sveglia.- rise sguaiatamente il primo uomo.

-maledizione.- sussurrò Tereza. Ancora non si era ripresa completamente. Sperava di avere la forza necessaria per ammazzarli tutti e riuscire a scappare. Doveva farcela. Ne andava della sua vendetta.

Passarono altre ore prima che qualcuno entrasse nella sua stanza-prigione.

Tornò Andrei. Questa volta da solo. Aveva un piccolo aggeggio in mano. Tereza non riusciva a distinguerlo bene. Era fatto di metallo. Quello riusciva a vederlo.

-Ti sei divertita?- chiese subito sedendosi davanti a lei.

-Poteva andare meglio.- rispose Tereza cercando di non mostrare quanto fosse debilitata in realtà.

-Questo potrebbe piacerti.- esclamò mostrandogli cosa aveva in mano.

Tereza represse il desiderio di scappare e di mostrare paura.

Se il freddo e le scosse elettriche erano quanto meno sopportabili, quello era praticamente disumano.

Avrebbe sofferto, lo sapeva. Le sarebbero rimaste cicatrici per mesi, forse per sempre.

E lei che sperava di uscirne esteticamente in buone condizioni. Insomma, ci lavorava con quel corpo.

E avere cicatrici di bruciature l'avrebbe resa meno attraente per i clienti del Night Club. Meno mance significava che doveva lavorare di più per Eurus.

La strega dagli occhi d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora