II

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-Sono 715 cechi-
L'anziano signore difronte a lui allungò una banconota da mille con la mano tremante.
Gli diede il resto, posandolo delicatamente su quella mano così fragile.
Quello lo salutò con un sorriso, prendendo le due buste piene.
Era già arrivata ora di tornare a casa.
Jaromír non l'avrebbe mai detto, ma lavorare in quel supermercato gli piaceva. Molto più che stare chino suo libri di materie che riteneva inutili.
Preferiva stare al pubblico e portare un sorriso in pochi secondi di una giornata alla gente.
Prese la giacca sotto i suoi piedi e fece la chiusura della cassa.
Salutò qualche suo collega e uscì con un passo leggero.
Guardò in su, verso il cielo, che tendeva all'imbrunire.
Sospirò con un sorriso e si avviò verso la strada di casa.
Iniziò a canticchiare un motivetto che aveva in testa da quella mattina, aggiungendo variazioni e parole.
Per lui era così facile comporre melodie e creare testi, ma non ne era quasi mai soddisfatto, o almeno non quanto voleva.
Quando arrivò a casa, trovò Alex e Ivan stravaccati sul divano, che giocavano con la PlayStation.
-Che si fa stasera?- gli chiese Ivan senza distogliere lo sguardo dalla TV.
Le sue dita si muovevano molto velocemente sul Joystick.
-Io suono all'Hesse Restaurant- disse Jaromír prendendo una manciata di patatine dalla busta sul tavolino.
-Sei monotono, amico. Sempre a lavorare di giorno e suonare di sera. Non ti stanchi mai?- ribatté Ivan.
Al che intervenne Alex:- Su, Ivanovic- lo chiamò prendendolo in giro -tu non sai cos'è la passione vera per la musica. È peggio di una ragazza: non esiste nessun'altra cosa-
Jaromír fece spallucce e andò in camera sua per finire di comporre la melodia che continuava a risuonargli in testa.
-Quando hai finito passiamo a prenderti, ti avverto!- gli urlò Alex, che fu seguito da un grugnito di approvazione di Ivan.

Passi - Andando Avanti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora