Le gambe deboli, i sensi ovattati, la testa che gli scoppiava, un dolce sapore in gola.
Artù Pendragon si era finalmente ripreso quel poco che bastava per aprire gli occhi e sedersi. Si guardò, i vestiti stropicciati e la camicia slacciata; i suoi stivali erano stati messi vicino al letto, insieme a della legna. Del gentile giovane uomo nemmeno l'ombra: che l'avesse abbandonato? Si mise gli stivali e si alzò, combattendo contro al mal di testa battente ed i crampi della fame. Una volta ispezionata l'umile e piccola dimora, decise che si sarebbe preparato qualcosa da mangiare e che ne avrebbe preparato una porzione anche al suo salvatore per ringraziarlo. Avvicinatosi al tavolo di legno accanto al camino, notò con stupore che c'era già del cibo pronto che aspettava solo di essere mangiato; un bigliettino grande quanto il palmo della sua mano gli dava il permesso di consumare il pasto. La grafia gli ricordò quella di Gaius, riportandolo dolorosamente alla triste realtà: Gaius era morto, Merlino era scomparso e lui era disperso da qualche parte non troppo distante da Camelot. Come un lampo, la sua mente venne attraversata dall'idea che fosse stato tutto un incubo e che fosse caduto da cavallo durante una tenuta di caccia. "Sarebbe bello, ma risulta impossibile: se così fosse, dove sono i miei cavalieri?" pensò fra se e se, mentre si ingozzava di cibo delizioso. Il suo preferito. Lasciò cadere il piatto con disgusto: chiunque lo avesse tratto in salvo, lo conosceva. Gli servì più di un'altra ispezione per trovare il suo giubbotto lacero e malandato, maldestramente rattoppato- lo infilò ed uscì dalla baracca, sperando di trovare il suo benefattore, ringraziarlo e spiegarli la situazione affinchè tacesse a proposito della sua presenza nel bosco non autorizzata. Nel prato circostante delimitato da un basso recinto di legno, vide solo del legname raggruppato ed un paio di alberi da frutto: del suo benefattore (o del suo cavallo) nemmeno l'ombra. Sbuffò ed era quasi sul punto di arrendersi ed andarsene, quando vide dei cavalli familiari a pochi metri di distanza. Guardò meglio: erano i cavalli dei Cavalieri di Camelot. Cercò di passare inosservato e di tornare alla catapecchia, quando sentì qualcuno gridare il suo nome: "ARTU?" urlarono più voci in contemporanea. Si fermò sull'uscio e si voltò: i sui amici gli stavano correndo inconro. I loro volti stanchi, segnati dal tempo e dalla preoccupazione erano in netto contrasto con i loro sorrisi che emanavano felicità pura, quasi infantile. Scavalcarono il recinto e lo abbraciarono, senza preoccpuarsi delle convenzioni sociali che distanziavano il principe da chiunque non fosse legato a lui tramite il sangue. Senza sapere che fare, rimase in silenzio e per evitare che facessero passare il suo benefattore per qualche sorta di malintenzionato, si allontanò di sua spontanea volontà, senza lasciar loro nemmeno un secondo per porgli domande. Una volta raggiunti i cavalli con lo stemma reale, si voltò e richiamò all'ordine i suoi cavalieri come solo un vero regnante è in grado di fare; la grazia e la fermezza di un futuro Re:
"ALLORA, MUOVETE QUEI SEDERI FLACCIDI, SI' O NO?"Sellò a cavallo, però fu Sir Leon a prenderne le redini; Lancillotto, Galvano, Percival ed Elyan li seguirono, diretti verso Camelot. Il principe cercò di restare lucido per memorizzare il percorso e tornare in quel luogo una volta guarito del tutto per ringraziare il giovane uomo che si era preso cura di lui così bene, ma non ci riuscì, perdendo i sensi poco dopo ed appoggiandosi contro la schiena di Leon.
Il ritorno a casa non fu come se lo aspettava: suo padre non lo rimproverò, sua sorella lo abbracciò stretto e Gwen pianse dalla felicità. Nei giorni successivi, lo misero al corrente di tutto ciò che era successo in quei mesi che era mancato- sì, scoprì anche di essere mancato per tutto l'autunno e quasi tutto l'inverno: era Marzo, infatti, quando Camelot riabbracciò l'amato erede al trono. La città era pronta ai festeggiamenti che accompagnavano l'arrivo della primavera, anche i più miseri affamati sorridevano, mentre chiedevano l'elemosina appoggiati alle mura dela città.
Nelle sue stanze, Artù era l'unico a non essere felice. Come poteva esserlo?
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Run with me.
FanfictionFanfiction basta sulla serie TV britannica "Merlin" ; non farò riferimento a nessun episodio in particolare, ma potrei citare alcuni episodi della prima stagione, per limitare gli spoiler... -i capitoli sono brevi- -GLI AGGIORNAMENTI SONO RADI ⚠️- (...