2. Turn Back Time

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Forse è meglio se torniamo indietro.

9 MAGGIO 2017

"Ammettilo, ti sono mancata tantissimo!" esclamò con un enorme sorriso smagliante, mentre estraeva svogliatamente i suoi vestiti dalla valigia rosa.

"Puoi urlarlo al mondo!" scoppiammo a ridere rumorosamente, e Miranda mi strinse in un ennesimo forte abbraccio. Era partita per il Canada per far visita ai suoi nonni, era stata via circa due settimane e con se era partita anche tutta la mia allegria. La mia migliore amica era conosciuta da tutti proprio per il suo spirito allegro e frizzante. Mi sentivo davvero fortunata ad averla come amica. Davvero.

"Stasera rivedrò Cole, e tu dovrai darmi dei consigli." Alzai gli occhi al cielo. Cole Watson, il fidanzato della mia migliore amica, nonché persona che più odio al mondo.

Beh iniziò tutto più o meno all'asilo, stavo giocando tranquillamente con una macchinina rossa (sì, collezionavo giochi maschili) fin quando non arrivò lui, che con uno sguardo malefico mi rubò il giocattolo e dopodiché lo calpestò ripetute volte, riducendolo in tanti piccoli pezzi. Piansi per due giorni. O tre.
Le maestre mi fecero restare cinque giorni a casa, dicendo a mia madre che mi ritrovavo in uno stato di frustrazione e avrei potuto dare un cattivo esempio ai miei compagni. Non sto esagerando! È la pura verità.
Con gli anni la situazione non è di certo migliorata, io e Cole abbiamo continuato a punzecchiarci, lanciandoci frecciatine e a farci dispetti a vicenda.
Come quella volta nel laboratorio di scienze, stavamo facendo degli esperimenti sugli animali morti e, sorpresa, gli feci trovare una rana viva e vegeta! La professoressa, sapendo della sua fobia per le rane, quasi piangeva dalla mortificazione, sentendosi in colpa e chiedendosi come fosse successa una cosa del genere.
Questa specie di gara finì quando lui e la mia migliore amica si fidanzarono ufficialmente. Un senso di delusione, però, si fece largo in me, come aveva osato Miranda ad innamorarsi di un tipo così? A distanza di un mese e mezzo il mistero ancora non è stato risolto.

Era l'ennesimo vestito a stampe floreali che provava, chiedendomi ogni volta di darle il mio giudizio. Ogni volta le dicevo che era semplicemente bellissima (nonché la verità) ma lei, non soddisfatta, ne provava altri dieci accompagnati da diversi tacchi abbinati con la borsetta.

"Miranda, se provi un altro vestito, giuro che ti uccido!" La mia poteva sembrare realmente una minaccia, ma lei non fece altro che scoppiare in una risata.

"Okay, hai ragione. Indosserò questo." Indicò il vestito che si adagiava perfettamente sulle sue curve, arrivava a malapena al ginocchio, ed era di un rosso fuoco quasi ipnotizzante. Bellissima.

"Non nego che sei incantevole!" Mi complimentai e le lasciai una pacca sul sedere. "Però adesso devo ritornare a casa, a mia madre servirà sicuramente una mano in cucina, dato che ne ha solo una." Mi riferii al fatto che mia madre aveva la mano sinistra ingessata, e io e la mia amica scoppiamo in una fragorosa risata.

Scesi al piano di sotto, e dopo aver salutato i signori Hale, mi diressi fuori dall'abitazione.
Nemmeno tre minuti dopo che incontrai Cole, sulla sua vecchia bici che aveva dalle scuole medie. Aumentai il passo, non volevo rischiare di insultarlo, non avrebbe fatto piacere alla mia amica. Ma lui non pensò la stessa cosa.
Frenò bruscamente ad un centimetro dai miei piedi e mi fece un occhiolino malizioso.

"Guarda un po', ho avuto la fortuna di incontrare Alma Drake!"

"Vai a quel paese Watson." Gli regalai un sorriso finto.

"Sempre gentilissima" ammiccò "A proposito, come sto?" Indicò la sua camicia bianca con le cuciture nere. Niente male.

"Orrendo." Feci finta di vomitare.

"Cazzo, vado subito a cambiarmi." Sussultò, e fece per fare marcia indietro, ma lo fermai.

"Hey stavo scherzando... stai bene."

"Giuri?" I suoi occhi traspiravano insicurezza.

"Giuro." Ridacchiai nervosamente. In realtà Cole era un bel ragazzo. Molto bello.

"Bene." Mi sorrise sinceramente "Adesso, fammi largo ragazzina, vado a prendere la mia fanciulla!"

"Cosa?! Andate al ristorante con la bicicletta?" Chiesi sbalordita.

"Certo che sì, non è la prima volta. Lo sai benissimo."

"Si ma... i vostri vestiti si rovineranno." In realtà non me ne importava più di tanto, stavo soltanto facendo perdere del tempo a Cole perché... beh forse perché sapevo che Miranda ancora non fosse pronta.

"Io e Miranda non ci fermiamo a questi ostacoli della vita!" Esclamò fiero. Sorrisi.

Mi spostai dalla bicicletta, e gli feci segno di poter passare, lui in tutta risposta mi mandò un bacio volante e iniziò a pedalare il più veloce possibile.

22 GIUGNO 2017

"Anche se con il minimo dei voti, sei stata promossa." Disse mia madre, mentre spargeva la crema sulla sua mano sinistra. Aveva tolto da poche settimane il gesso, ma ancora non poteva muoverla bene.

"Evviva." Dissi con fino entusiasmo, alzando gli occhi al cielo.

Mia madre tossì nervosamente. "Stamattina ho sentito la porta sbattere. Cosa stavi facendo alle due di mattina?"

"Cazzo, non sto tentando di uccidermi se è quello che stai pensando!" Sbraitai, odiavo quando si preoccupava così tanto.

"Non intendevo quello, Alma, tu sei sotto la mia responsabilità!" La sua voce vacillava, a momenti sarebbe caduta in un pianto isterico.

"Non per molto, dato che tra poco sarò maggiorenne." Mi giustificai, alzandomi di scatto e andando in camera mia.

Da quando era successo quello, non riuscivo più a parlare con nessuno, mia madre piangeva ogni volta che mi ribellavo su qualcosa, mia sorella Melanie mi preparava tutte le mattine la colazione, ed erano settimane ormai che puliva la mia camera da letto al posto mio. Mi trattavano come un vaso di cristallo pronto a cadere da un momento all'altro. Un po' mi sentivo così, ma non volevo che le persone me lo ricordassero in ogni momento della giornata. Ero capace di pulire la mia camera da sola, ero capace anche di badare a me stessa.

Mi sentivo solo vuota.

The truth about Miranda Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora