The truth about Miranda

5. Party

13 MAGGIO 2017

"Prendiamo una bibita?" Chiesi a Cole, che si stava dirigendo a grosse falcate verso la cucina.

"Nah, voglio qualcosa di più forte." Mormorò, accarezzandosi il mento mentre i suoi occhi scorrevano sulle numerose bottiglie di vodka e liquori di vari gusti.
Non era solito a bere, ero sicura che non avrebbe retto nemmeno due bicchieri, ma glielo lasciai fare.
Afferrò dal collo una bottiglia di vodka liscia, e con essa riempì il bicchiere di carta rosso.

"Mi fai compagnia?" Mi chiese, riempiendo un altro bicchiere. A differenza dei miei amici di scuola, droga ed alcool non facevano per me. Mi era capitato in passato di provare qualche super alcolico o semplicemente della birra, ma finii quasi sempre col sputare il tutto.
Ma annuii lo stesso, sfilandogli il bicchiere dalle mani.

"Solo noi due Alma." Mi sorrise, un sorriso che mi trasmise una strana scossa elettrica. "Come i vecchi tempi."
Non trascorrevo del tempo sola con Cole da tanto ormai, praticamente da quando conobbi Miranda due anni prima, che divenne da subito la mia migliore amica. E anche se il mio rapporto con il ragazzo non era uno dei migliori, gli volevo veramente un gran bene, era un odi et amo. Eravamo cresciuti insieme e passare del tempo con lui -anche se la maggior parte delle volte litigavamo, anche in modo pesante- mi faceva stare bene.

"Allora l'hai letto il messaggio!" Esclamò una voce a me familiare, e quando mi girai riconobbi subito gli occhi grandi e celesti di Alexander. Ridacchiai e ci stringemmo in un caloroso abbraccio di ben venuto. Anche se ci vedevamo poco, perché frequentava la scuola privata, era sempre una festa a riunirci.

"Hey Cole, che onore averti qui." Disse, dandogli una pacca sulla schiena. "Fermi tutti... Miranda non c'è?" i suoi occhi si spalancarono dallo stupore, lui era sempre solito a vederla con noi alle sue feste.

"No." Cole affermò con tono secco e freddo, e subito dopo deglutì la vodka che gli era rimasta.

Alex forse capì che era meglio chiudere argomento, dato che annuì distrattamente e sfilò un pacchetto di sigarette dalla tasca dei suoi jeans.

"Alex, finalmente ti ho trovato!" Rocco, che riconobbi subito, apparì nella stanza, con il fiatone e i capelli ricci sudati attaccati sulla fronte. "Ciao ragazzi, non sapevo foste qui." mormorò non appena ci vide, e un sorriso largo si appropriò delle sue labbra. "Devi venire subito di là, Sidney dice che ce l'ho più piccolo del suo! È praticamente impossibile."
La stanza si riempì di una fragorosa risata, molto probabilmente erano ubriachi.

"Ragazzi scusatemi, è davvero una tragedia, devo intervenire." Disse scherzosamente Alex, che ci lasciò soli.

Subito dopo un rumore assordante di vetro mi fece sobbalzare, e quando mi voltai ansimai. Cole aveva fatto cadere una bottiglia semivuota sul tavolo, e la sua mano era ricoperta di sangue.

"Cole!" urlai, e in tutta risposta uscì un gemito di dolore dalle sue labbra. Gli afferrai la mano, ignorando il liquido rosso che mi sporcò, appoggiai sulla tavola il mio bicchiere di vodka ancora intatto, e gli sciacquai la mano sotto al lavello, rivelando qualche graffio sparso sulle nocche e sul palmo. Niente di grave. Mi tranquillizzai, cercando da qualche parte della cucina un kit di pronto soccorso.

"Scusa se ti ho fatto spaventare, mi tremavano le mani e la bottiglia mi è scivolata." Si giustificò con voce tremolante. Possibile che già era brillo?

"Smettila di bere." Sbottai, quando trovai del disinfettante. "Brucerà un po'." Lo avvertii, ignorando le sue proteste.

"Ugh. Fa un male cane."

"Ecco fatto, ho qualche cerotto nello zaino, dobbiamo andare in macchina." Il ragazzo annuì lentamente e mi seguì.
Era strano che non avesse controbattuto e che non avessimo litigato nemmeno una volta da quando stavamo insieme, non era da noi.