La bellissima puttana con la sifilide

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Londra


Tramonto olio su tela,

macchina che va da sola

veloce, verso quei colori immensi

guidata da ritmi celtici

e voci newyorkesi

che alle nuvole urlano le profezie

di una rabbia che ancora deve essere

e che anche scemata

appassita

apatia spossante e sconvolgente

relativa o inutile

come le vite nelle macchine che superi

pastellate di irrealtà

nello stupefacente errore prospettico

di troppi bicchieri di vino

e troppi pensieri, a mollo nel vino

e troppi colori nel respiro

spezzato da un sarebbe bello morire così

nel languore di qualcosa più grande di te.


28.07.15 In riva al mare, coccolato e un vagamente infastidito dalla fresca brezza marina, continua e inflessibile, mi sento già lontano da questa città. Non voglio conferire un significato particolarmente mistico a questo momento, tuttavia sento montar dentro un certo senso di malinconia, come se tale vento cercasse insistentemente di sussurrami : vuoi veramente lasciare tutto questo?

Ma il vento è solo vento. Io che volevo passare un'ora in solitudine beandomi della singolare avvenenza delle cameriere del posto mi ritrovo invece qui a scrivere. In fondo è un bel modo per iniziare un viaggio: tavolo 19, una bottiglia di vino bianco, sabbia tra le dita dei piedi e una cameriera prosperosa che, di tanto in tanto passandoti accanto ondeggia i fianchi e ti sorride.

Il vino finisce sempre troppo presto.

Il resto è attesa.

29.07.15 Ho volato l'ultima volta pochi mesi fa. Una vita fa. Allora non ero solo, mentre ora siedo di fianco finestrino senza nessuno accanto. Forse ora sto scrivendo perché mi sento terribilmente solo.

Un'altra virata. Un singulto e una convulsa stretta del braccio.

- Tranquilla! È normale! - Oh come rimpiango la tua assenza! Non dovrei. Non ho il diritto di farmi questo. Troppi ricordi. Anche guardare fuori dal finestrino mi fa male. Talvolta ci capita di subire l'altrui volontà, in stato di totale impotenza. Ora basta scrivere. Riposo.

30.07.15 Ho trovato a terra una penna perfettamente funzionante. Forse è un segno. Come se il mondo mi stesse dicendo: scrivi. Ed eccomi qui cuffiette alla mano e Pink Floyd all'orecchio che faccio volantinaggio di curriculum vitae. Ma non riesco ancora ad essere fiducioso.

01.08.15 Ieri sera ho vagato per le strade di Londra. Senza dubbio è una città dal fascino mistico. Un luogo in cui il moderno si sovrappone al classico. Devo ancora scoprirne l'anima e non credo potrò riuscirci prima della mia quanto mai prematura dipartita.

Austerità e perdizione, antico e moderno, efficienza e staticità. In modo brutale. A tratti mi appare come totalmente spersonalizzante, ma tutto è sempre più complicato da comprendere quando ci si trova ad affrontarlo con i piedi immersi nel fango. Certamente la sfida più grande sarà sopperire all'assenza del bidet.

02.08.15 Questa potrebbe essere la più grande occasione che mi sia mai capitata per sovvertire una vita fatta di inconcludenza e mediocrità. Non posso assolutamente sprecarla, indipendentemente dal risultato finale, che sia successo o fallimento.

Devo dimostrare a me stesso che la volontà può avere un peso. Può modificare il corso degli eventi, la marea, poiché mi sento fluttuante, perso nel moto ondoso mentre faccio il morto a galla, tra soffocamento e infinita libertà del cielo. E proprio in questo momento bevo una Guinness e scrivo sul retro di uno dei miei CV rifiutati, con una penna trovata per terra.

Fumerò una sigaretta, al resto penserò insieme alla prossima Guinness. Poi vagherò un po' per le strade di Londra e mi preparerò al domani.

Riprendo la penna solo per scrivere di un tipo di mezza età che suona divinamente in metropolitana. Ho cambiato strada per sedermi accanto a lui e ascoltare quello che aveva da dirmi. Senza dubbio è il momento più bello da quando sono qui.

Gente che passa e lascia soldi, la voce della metro che dice cose. Lui suona e canta. Solo per me.

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