Flash Fic - #02 Isabel

122 10 20
                                    

Ciao, io sono Isabel. E questa è la storia di come ho conosciuto Francesco. 

Era il lontano 2008, nel mese di settembre.
Quella sera come al solito lavoravo nel bar del quartiere. Il mio capo aveva deciso di accettare la mia idea di aprire una zona del bar a dei piccoli concerti per intrattenere i clienti, e questo mi rese parecchio felice. Finalmente potevo ascoltare della buona musica invece delle solite 8 canzoni degli anni '70.

Quella sera venne una band della zona emergente. I Trikobalto.

Non avevo mai conosciuto i ragazzi di persona nonostante vivessimo tutti nella stessa città. Erano settimane però che parlavo con uno di loro tramite la loro pagina MySpace ed era così che avevo ottenuto il loro ingaggio per questa serata.

Ma erano già le 20:00 e di loro non c'era ancora traccia. La sala iniziò a riempirsi, e mi alternavo tra servire i clienti, intrattenerli e dover gestire il panico del mio capo.

Dopo essere passati altri venti minuti il mio capo mi strattonó da un lembo del vestito, per tirarmi nel retro.

"Era la tua responsabilità gestire questa pagliacciata e ora se non vengono ne terrò conto."
"Pagliacciata? Ma se il sabato è il giorno con maggiori clienti!"
"Bada a come parli. Ti do altri venti minuti per trovarli. Dopo di questo toglierò il problema di torno."
"...che intende?"
"Verrà chiusa questa iniziativa insieme alla persona che l'ha ideata. Se non arrivano, sei licenziata!"

Ed uscì infuriato dalla porta sul retro.

A quel punto la prima cosa a cui pensai fu controllare la nostra discussione per vedere se c'era stato qualche frainteso.
Corsi dall'unico computer dell'edificio, a e dopo che il PC si era finalmente acceso, cliccai sull'icona di Internet Explorer.

Poi lessi qualcosa che mi fece arrabbiare con me stessa. All'inizio avevo detto alle 21, ma poi a causa della stanchezza, mi ero confusa posticipando l'incontro a due ore dopo.

Ma l'ultimo messaggio mi fece sperare.

"Ciao sono Francesco!!! Fortunatamente ho riletto tutta la conversazione, e avevo ragione che l'incontro era due ore prima. Proprio adesso ci stiamo preparando e ce la stiamo mettendo tutta per arrivare in tempo. Non voglio essere troppo ottimista ma credo che in meno di un'ora saremo lì!!! Baci"

E il messaggio lo aveva mandato alle 19:40, il che voleva dire che sarei stata comunque licenziata!

In quel momento ero così preoccupata che non sentii rientrare il mio capo, che mi spinse di nuovo dentro il locale.
"Fino a prova contraria sei ancora una mia dipendente."

La faccia tosta che aveva quell'uomo!

La mia preoccupazione era così evidente, che gli stessi clienti mi chiedevano se stessi bene.

I venti minuti passarono e di loro non c'era traccia. Come un orologio svizzero venne il mio capo a dirmi che alla fine di quella giornata me ne sarei andata a casa senza più un lavoro.

Non poteva andare così! Pensai.

A quel punto sentii la porta spalancarsi e dopo alcuni secondi venni spinta a terra.
Mi girai e a venti centimetri di distanza trovai degli occhi marroni.
Allontanandomi ancora un po' vidi una faccia familiare, era il lead della band, Francesco.

Aveva gli occhi con dell'eyeliner spesso e impreciso, come se lo avesse applicato di tutta fretta.
Mi inviò un sorriso sincero ed imbarazzato e mi chiese scusa.

Notai che era mezzo sudato.

Si rialzò e poi mi aiutò a rialzarmi.

"Scusami ho fatto più in fretta che potevo" Notai che aveva sulle spalle la sua chitarra "gli altri arriveranno tra un po' ma intanto se vuoi posso già salire sul palco."

Mi sentii meglio anche se sapevo che non mi avrebbe fatto riguadagnare il mio lavoro. Però il suo sorriso metteva la pace.

"Grazie Francesco per essere corso qui, vieni con me."

Lo portai sul retro.

Avendo ormai perso il posto di lavoro non avendo più fretta, volevo almeno che quella serata rimanesse indimenticabile, per me e per i ragazzi.

Mi avvicinai a lui bloccandolo con la schiena sul bordo del lavandino.

"Ehi ma che fai."
"Rilassati e fidati di me."
"..."

Aprii il cassetto proprio affianco e presi una bustina.

"E quella cos'è?"

La aprii e presi quel che conteneva.
Poi con la mano ancora libera gli bloccai il viso.

"Ehi"
"Shhhhh"

E iniziai a strofinare i suoi occhi.

Dopo un po' di proteste iniziò a stare fermo.
Dopo averlo pulito gettai la salviettina umida nel cestino e tamponai con un fazzoletto la zona appena pulita.
Mentre iniziai a passare l'eyeliner che mi aveva prontamente passato partì di nuovo con le domande.

"Non disdegno di queste gentili attenzioni, ma credevo fossimo in ritardo?"
"Ed infatti lo siete, ma oramai non possiamo aggiustare il danno, solo donare alle persone che sono venute qui lo spettacolo che meritano. E almeno posso poi dire di essere uscita con il botto."

Francesco sorrise, poi chiese "Il danno? Uscire?"
"Beh era mia l'idea di organizzare queste serate e per quello che è successo mi ha licenziato."

Il viso di Francesco si corrucció in un'espressione dispiaciuta, e mi avvicinò tirandomi dalle spalle.
"Dai andrà tutto bene."

Lo guardai negli occhi e quasi ci credetti.

Mi riportò alla realtà la voce del mio capo...
Beh, ex capo.

Mi diceva di smettere di amoreggiare e di andare a lavorare.

Ritornata in sala notai che Francesco non era più dietro di me, ma notai il resto della band intento a montare in fretta e furia gli strumenti.

Una volta tutto pronto, in tempo per le 21 incredibilmente, ritornai a malincuore a servire i tavoli mentre notai di nuovo Francesco salire sul palco e mandandomi un altro dei suoi splendidi sorrisi.

Il concerto fu fantastico.

Una delle migliori serate del locale e sicuramente della mia vita.

Dopo quella sera davvero tornai a casa senza un lavoro e con uno stipendio di quel mese dimezzato. Però guadagnai la stima e l'amicizia di un ragazzo fantastico.

Dopo quella sera infatti iniziammo a parlare, prima tramite quel social e poi anche con alcune uscite in città. Era bello e interessante parlare con lui, e ci fu anche una breve storia ma non durò. Non mi rese triste però.

Lui è una di quelle persone che ti fa bene averlo nella tua vita.
Sia da partner, amico o qualcos'altro.
La sua energia e positività vale qualunque cosa e qualunque prezzo da pagare.

Si avevo perso il lavoro, ma ottenni un diverso approccio alla vita. Riuscii a trovare in poco tempo dei lavoretti che mi aiutavano a vivere.

Ma comunque quattro mesi dopo mi suggerì un locale di un suo amico, dove mi presero in proprio dopo una settimana di prova.

Mi presero non per sua raccomandazione, come pensavo fosse andata, ma perché alla fine si era sparsa la voce che c'ero io dietro quella famosa serata di quattro mesi prima, e quei lavoretti occasionali mi avevano dato la reputazione di una grande lavoratrice.

Quindi guardando indietro non cambierei nulla di quella serata.


***


Il prompt:

The story begins in a bar.
Someone is fired from a job.
Your character takes control of the situation.


PS: e si, sono più di 500 parole. Quel limite è davvero troppo piccolo per me, e per lo stile di storie che faccio. Mi piace dare un minimo di contesto per capire la storia.


Gabbani OneshotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora