7. Il fantasma

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Fa ruotare il bastone con noncuranza. Il pomo è dorato, decorato con un teschio.
-No...- il grido di Kaneki, si trasforma in un gemito di angoscia.
-Per quale motivo gridi, Kaneki? Ti ho forse spaventato? Non era mia intenzione. Volevo vederti, volevo sapere se tu avessi comunicato al signor Gufo ciò che ti ho chiesto di dirgli. Non ti preoccupare. Non uccido quando non mi conviene.-
Non so se sorrida o no, quali siano le sue intenzioni, ma, buone o cattive che siano, io lotterò comunque.
Guardo Kaneki. È terrorizzato, anche a me corrono brividi di freddo lungo la spina dorsale. Si inchina verso di me togliendosi adirittura il cappello, un lungo ciuffo di capelli neri scende sul suo "occhio" sinistro.
È un gesto inusuale, strano, come ha giustamente detto Kaneki è eccentrico.
-Mi sono dimenticato di presentarti alla mia amica. Scusa questa dimenticanza.-
-Non ti preoccupare Kaneki. Ho già avuto il piacere di conoscere la signorina Touka, alias Rabbit. Spero mi perdonerà se non mi sono rivolto a lei per prima, come richiedono le più essenziali forme di cortesia, per salutarla, ma avevo urgenza di capire se tu avessi svolto il compito che ti ho affidato.-
-Cosa vuoi, essere? Dillo subito, senza troppe prolissità inutili!-
Mi sta spaventando.
Ride. Fa ruotare il suo dannato bastone e ride.
Ride.
Ride.
Una risata piacevole, allegra e per niente accordata alla sua figura inquietante.
Una risata che trasmette pace e tranquillità.
Una risata a me nota.
Una risata che conosco.
In un lampo capisco. Accosto i due elementi che mi hanno catturato, la frangia lunga e la risata pazza e simpatica al tempo stesso.
-Tu...-
-Si?-
-...Sei Vleats!-
Ammutolisce di colpo, Kaneki mi guarda stupefatto, io stessa sono stupita di ciò che ho appena detto.
Ma sappiamo entrambi che non è così.
Che ci smentirà.
-Vleats? Si..Alcuni mi chiamano anche in questo modo...Io mi chiamavo così..
Io ero Vleats...-
-Perchè eri? Ora non sei più?- gli urlo.
Non mi aspettavo una confessione così veloce e sincera.
Anzi, non mi aspettavo una confessione.
-Può essere..ch'io sia ancora quel Vleats..Può essere..ch'io non sia un altro..Ma ora chi sono?-
Chiede rivolto come a sé stesso.
-Se non lo sai tu noi non possiamo farci niente..Caro Vleats!-
-Caro Vleats? Non farmi ricordare...non..posso..-
Scoppia a piangere. Un pianto silenzioso, melanconico, struggente. Mi avvicino a lui, non sono più impaurita. È Vleats, Vleats, non un fanatico inquietante.
Anche se lo sembra.
Non mi respinge quando mi accosto a lui e gli metto una mano sulla spalla.
-Perchè?-
-Cosa?-
-Perchè vuoi essere qualcosa che non sei? Tu, il buono per eccellenza!-
Gli dico. Ma rimane pur sempre Vleats, orgoglioso e un tantino vanitoso.
-Qualcosa che non sono Touka? Tu mi conosci bene, quando rispondo al nome di Tsuki Migashi e appartengo al mondo degli umani, quando mi soprannominano Vleats.
Ma cosa sai tu del vero Vleats? Di Vleats Yoshimura, nipote del leggendario Gufo? Niente. Assolutamente niente. Se vuoi ti racconterò di me, lo racconterò a tutti, anche a Kaneki. Ma non confondere Vleats Yoshimura con Tsuki Migashi.
Siamo la stessa persona eppure siamo due persone diverse.-
Mi vuole punzecchiare o fa sul serio? Comunque ha stuzzicato la mia curiosità.
-Ti ascolterò volentieri Vleats, a patto che ti togli quella maschera sorridente e spaventosa.-
-Ti inquieta? Non mi stupisce. Ma non parlerò qui. Ci sta osservando un passero da cinque minuti.-
-E allora? È solo un uccellino!-
-Bisogna saper riconoscere qualsiasi cosa come nemica, per riconoscere una mano amica.-
Mi sento salire un nervoso inconcepibile. Perchè fa così? Dov'è andato a finire il Vleats che conosco io, sempre allegro e scavezzacollo?
Ma forse io non ho mai conosciuto Vleats.
Forse io ho sempre e soltanto conosciuto una parte che lui recitava, un burattino che lui muoveva per convenienza.
Forse..ha inventato tutto.
Forse..io non sono niente per lui.
Forse..non..
Non rieco a terminare un pensiero così doloroso, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, a partire dalle ultime ore. La vocina insistente che prima mi ricordava che "l'ha fatto per te" e mi dava fastidio ora è diventata un'ancora di salvezza.
Non l'avrebbe fatto se fosse stato solo un burattino.
Non l'avrebbe fatto.
O questo è solo un incubo?
No.
È la realtà.
Sto per scoprire chi è realmente quel ragazzo che mi tese la mano per aiutarmi a rialzarmi e mi disse, con voce allegra e sincera "Non ti preoccupare".
Devo scoprirlo.

Tokyo Ghoul. Un Nuovo Personaggio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora