9. Le Camere di Tortura

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AVVISO PER TUTTI I LETTORI.
IN QUESTO CAPITOLO SARANNO RACCONTATE SCENE PIUTTOSTO CRUDE.

Vleats si scrocchia le dita. Ci prende le tazzine vuote del caffè e le porta in cucina. Come abbia potuto berlo Kaneki non lo capisco, era dannatamente simile a quello che fa il capo, fortissimo e amaro.
-Perdonatemi, ma non mi aspettavo degli ospiti, e io non metto lo zucchero.-
-No problem Vleats, era buono.- mento.
-Lo so che non ti è piaciuto Touka, ma non mi preoccupo più di tanto. Pochi riescono a berlo. Comunque rifatti la bocca con questo.-
Su un vassoio nero di metallo che ha appoggiato sul tavolino ci sono 3 calici di vetro e una bottiglia di..sangue. (Il nostro vino)
-Buono! Di chi era?- chiede Kaneki.
-Mah..di una ragazza che voleva suicidarsi...Se vuoi ti racconto come ho fatto...-
-Vleats! Non scendere in dettagli mi sta venendo da vomitare!-
-Touka, non è che hai lo stomaco un po' debole per essere un ghoul?-
-Daii stai zitto cattivone, e racconta piuttosto.-
-Ricevuto.-
Vleats vuota a piccoli sorsi il suo calice, poi guarda in trasparenza il vetro e inizia a parlare con voce sommessa.
-Ci portarono, ammanettati e guardati a vista, in queste carceri. Sono sottoterra e costituiscono la maggior parte della celle ghoul-repressive. Ci divisero in vari gruppi. 5 gruppi da 7 ragazzi, mischiati per sesso ed età. Quelli che, come me, presentavano qualche anomalia erano destinati ai laboratori di ricerca, gli altri...beh..alla morte sotto tortura, perchè potessero rivelare qualche altro nome. Io e Jaenette ci salvammo. Kuosa invece no.-
Vleats si interrompe.
Respira profondamente e poi si butta a capofitto nel suo dolore.
-Mi ricordo ancora il corridoio mal illuminato, le guardie che ci spingevano e ci picchiavano, il sangue che scorreva, le gambe stanche e le spalle infreddolite. E Kuosa. Non pianse. Non strillò quando seppe il suo destino. Lui era più grande di me di due anni, aveva 12 anni, ancora una settimana e ne avrebbe fatti 13.
Una specie di fratello maggiore.
"Combatti Vleats! Uccidili tutti! Ricordati!". Mi disse solo questo. Poi si voltò e fu preso da un agente, che lo colpì fino a quando non fu svenuto. Lo stesso agente, prima di morire, usò come scusa che "non si poteva parlare". Ma lui ora è morto. E io sono qui a raccontare.
Ci portarono in una stanza bianca, era tutta dipinta di questo colore e ci interrogarono, non risparmiandoci niente. Eravamo solo 15. La maggior parte ragazzine dai 12 ai 15 anni. Alcune le conoscevo. Ma ora sono soltanto polvere. Ora non sono più. Io tentavo di difendere Jeanette dalle botte, ma così attirai l'ira di una..ragazza di circa 25 anni che era l'incaricata di me. Ognuno di noi aveva una guardia personale, che avrebbe "cercato di scoprire" qualcosa su di noi. Come esseri anormali, non come persone.
Appena arrivati mi incatenò al paletto che stava al centro della cella. Mi tagliò le orecchie e il naso. Mi spezzò le dita. Io continuavo a rimanere zitto.
Allora fece una cosa..No..Non vi racconterò cosa successe.
Vi basti sapere che l'unica cosa che in lei superava la crudeltà era la perversione. Nei giorni seguenti diventai il suo schiavo. Mi sfregiò, mi distrusse. E poi mi constringeva a pulirmi, a guardarmi allo specchio. Vedevo uno teschio. Dopo due mesi di torture avevo riempito 3 taniche da 20 litri, di sangue ovviamente.
Mi strappava le unghie, mi radeva a zero e mi graffiava. Ero uno scheletro, pesavo circa 30 kg. Compii 13 anni. Tre anni di torture fisiche mi avevano irrobustito terribilmente. Ero diventato una bestia, un animale. Dormivo pochissimo, tranne le volte che svenivo, e allora stavo in letargo anche per qualche giorno. Ci davano da mangiare la carne dei nostri amici morti. Ma io continuavo a resistere. Io non potevo morire. Mi tagliarono la lingua, rischiai più volte la castrazione. Mi frustavano fino a quando non si stancavano.
A 14 anni non provavo più dolore. Almeno. Sentivo il dolore ma facevo finta non esistesse. E iniziai a ridere. Impazzii. Se da bambino ero diventato una bestia, da bestia tornai ragazzino, ma pazzo. Era il tempo delle torture psico-fisiche, le peggiori a parer mio. Eravamo rimasti in tre. Io, Jeanette, e un'altra. Loro morirono dopo poco. Sentii le urla per un intero giorno, la mattina successiva mi portarono un ciuffo di capelli di entrambe e le loro braccia. Mangiai quelle della ragazza che non conoscevo, seppellii nella terra polverosa quelle di Jeanette.
Ero solo.
Solo.
Solo.-

Tokyo Ghoul. Un Nuovo Personaggio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora