Per quanto possano amarci, a volte le persone a noi più vicine finiscono col ferirci più delle altre. Non necessariamente con cattiveria. Mai con cattiveria. Forse persino con le migliori intenzioni. Eppure parole poco pensate da parte di chi ci è più caro sono in grado di scatenare i terremoti peggiori.
Solitamente non scrivo nulla quando ho un momento o un periodo di blackout. Manca la voglia di farlo o, più solitamente, la lucidità. Di solito faccio il punto della situazione quando comincio a riprendermi e i ricordi sono ancora vividi. È questo uno dei pochi casi in cui ho avuto la forza di scrivere proprio durante un momento di ideazione, quando i pensieri peggiori cominciavano a prendere forma.
***************
Ogni volta che mi dici che ti vergogni, che sono una delusione, il mio demone si sveglia.
Ogni volta che mi tagli le ali, che non mi accetti, che mi schiaccie non ti accorgi, il mio demone si sveglia.
Striscia col volto. Mi parla.
Basterebbe un attimo.
Che male ci sarebbe?
Solo un salto. Uno schiocco.
Nemmeno il tempo di sentir l'aria venir meno.
Che male ci sarebbe?
Un'altra delusione, ma sarebbe l'ultima.
Meglio che essere così.
Tutto fuorché essere così.
(aprile 2016)
STAI LEGGENDO
Dicotomie
Non-FictionSiamo fatti di luci e ombre. E di altre contraddizioni. Ho deciso di raccontare della mia battaglia con il disturbo bipolare NAS raccogliendo i pensieri e le riflessioni che ho buttato giù negli anni in cui ho imparato a relazionarmi con i demoni n...